Cronologia del Pacifismo italiano
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Cronologia del Pacifismo italiano
di red.

Secolo XIX : Negli Stati Uniti, nel 1815, David L. Lodge fonda la New York Peace Society, che poi si fonde con altre realtà pacifiste nell'American Peace Society (1828). In Europa, si forma a Berna nel 1891 il Bureau International Permanenet de la Paix, che mette radici in Italia grazie a Ernesto Teodoro Moneta. Nel ’900 il pacifismo si caratterizza di due aspetti diversi: uno Tolstojano-evangelico, legato ai movimenti cattolici in Italia, l’altro radicale-socialista, legato ai movimenti di sinistra.



1899 : La Prima Conferenza internazionale dell’Aja approva alcune convenzioni sul regolamento pacifico dei conflitti internazionali e sui limiti della violenza bellica, mentre un ulteriore passo viene fatto durante la Seconda Conferenza Internazionale dell’Aja, nel 1907.


1907 : il Premio Nobel per la Pace viene conferito a Ernesto Teodoro Moneta. Nato nel 1833 a Milano, dopo il 1890 si dedica intensamente alle idee pacifiste fondando “l’Unione Lombarda per la pace e l’arbitrato”, a cui collegò la rivista “La Vita Internazionale”. Nel 1896 aveva raccolto 130mila firme contro la missione militare italiana in Africa. Dopo il Premio Nobel però Moneta si schiera su posizioni interventiste, approvando prima l’invasione coloniale della Libia da parte dell’Italia e poi schierandosi decisamente a favore dell’ingresso italiano nella prima guerra mondiale.


1912 : Il movimento cerca disperatamente di opporsi alle diverse guerre, trovando alleati soprattutto in alcune correnti della II Internazionale Socialista, che già in alcuni suoi congressi aveva lanciato la parola d’ordine “Guerra alla guerra!”. Il Congresso di Basilea dell'Internazionale, in seguito alla guerra Balcanica dello stesso anno, stabilisce che «se minaccia di scoppiare la guerra, la classe operaia dei paesi interessati, e i suoi rappresentanti in Parlamento hanno il dovere [...] di fare ogni sforzo per impedirla con tutti i mezzi che ritengono più adeguati [...] Nel caso, poi, in cui, ciononostante la guerra scoppiasse, essi hanno il diritto di intervenire per porvi rapidamente fine».


1914 : scoppia la Prima Guerra mondiale e i movimenti pacifisti si spaccano. In particolare, la II Internazionale crolla, e i diversi partiti socialisti europei tradiscono gli ideali internazionalisti e appoggiano l'ingresso in guerra dei rispettivi governi, votando per i crediti di guerra. Contro la guerra si schierano i bolscevichi di Lenin, il quale vede nell'imperialismo e nella spartizione dei mercati mondiali la ragione ultima del conflitto. Nasce però il Movimento Internazionale della Riconciliazione (Mir). Lo scoppio della guerra induce infatti alcuni cristiani inglesi e tedeschi a una solenne promessa morale: non farsi la guerra sentendosi fratelli. Fra loro c’è Max Josef Metzger. Per breve tempo fa il cappellano militare, poi si converte alla nonviolenza, diventa vegetariano, scrive “Pace sulla terra” nel 1917, partecipa a manifestazioni per la pace. I militanti del Mir offrono se stessi per la causa della pace, sono obiettori di coscienza, a centinaia vengono incarcerati.


1915 : a Zimmerwald si riuniscono i pochi socialisti rimasti fedeli al manifesto di Basilea. Viene redatto il Manifesto conclusivo redatto da Trotzky, in cui si chiede “una pace senza vinti né vincitori, senza annessioni né indennità; l’autodecisione per tutti i popoli; la ricostituzione dell'Internazionale”. In Italia, interventisti e pacifisti si fronteggiano. La maggioranza della popolazione italiana è contro la guerra, sinistra e cattolici vi si oppongono insieme ma la macchina della guerra riesce a funzionare meglio dei movimenti pacifisti. Una campagna di pressione preme sul Parlamento di allora, in maggioranza favorevole alla pace. Molti intellettuali accusano il pacifismo di essere il “nemico interno” di ogni nazione. D'Annunzio invita i dimostranti a picchiare Giolitti, espressosi contro la guerra. Il movimento pacifista tenta di organizzare manifestazioni di protesta. Il 17 maggio 1915 gli operai torinesi scendono in piazza e indicono uno sciopero generale. L’Italia entra comunque in guerra il 26 maggio.


1918 : alla fine del conflitto, sulla scia della grande emozione popolare per le immani sofferenze subite e sulla base dei “14 punti” del presidente americano Wilson, viene costituita la Società delle Nazioni, cui subentrò nel corso del 1945 l'Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) con lo scopo di “mantenere la pace e la sicurezza internazionale”. L’idea di un’arena giuridica delle Nazioni, con regole umanitarie e giuridiche, deve qualcosa persino a Lenin, la cui politica di pacificazione dopo l’Ottobre ispirò i punti di Wilson, come ha scritto Arno Mayer in “Wilson versus Lenin”.


1945: il pacifismo moderno irrompe solo dopo la bomba atomica, dopo la quale nasce l’embrione di un’opinione pubblica attorno ai temi della pace. Le diverse sensibilità, anche grazie alle basi poste a inizio secolo dal pacifismo giuridico, confluiscono nell’Organizzazione mondiale delle Nazioni Unite (Onu) e nella Carta del 1948.


1947 : nasce il primo grande movimento pacifista di massa, i Partigiani della pace, per reazione all’adesione dell’Italia alla Nato. Nel movimento confluirono esperienze pacifiste minori come quelle del Movimento cristiano per la pace. Nei Partigiani della pace militavano anche alcune frange cattoliche non allineate, deluse dalla posizione assunta dalla Chiesa, cui appartenevano le Avanguardie cristiane di don Primo Mazzolari.


1952 : Aldo Capitini, fondatore dell'Associazione italiana per la resistenza alla guerra, realizza a Perugia il Centro per la nonviolenza.


1961: avviene la prima marcia della pace di Assisi, organizzata da Capitini assieme a partiti, sindacati e associazioni (tra le quali il Movimento della pace).


1962: costituzione della Consulta italiana per la pace, tra i movimenti pacifisti di impronta cattolica e comunista, la cui struttura a livello locale e provinciale coincideva con quella del Movimento della pace.


1968-1979: La nuova sinistra extraparlamentare criticò apertamente il pacifismo degli anni precedenti sottolineando invece il carattere rivoluzionario della lotta di classe e introducendo un elemento nuovo nella dialettica guerra/pace. La guerra nel sud-est asiatico, la rivoluzione culturale cinese e la guerriglia in America Latina divennero fonte di forte suggestione per parecchi militanti, i quali videro nella sovversione popolare e nella guerriglia organizzata gli strumenti per distruggere il capitalismo e, di conseguenza, la guerra nucleare, di cui era frutto. In polemica con il pacifismo nonviolento, questi nuovi gruppi vedono nelle tecniche della violenza armata un'occasione di emancipazione dallo sfruttamento occidentale, posizione alla quale - pochi anni dopo - si avvicinano anche alcuni dei gruppi cattolici che negli anni precedenti si erano raccolti attorno al sindaco di Firenze Giuseppe La Pira, un altro dei personaggi carismatici del pacifismo dei primi anni '60.


Anni ’80 : distrutto dalla stagione del terrorismo, il pacifismo risorgerà nei primi anni '80 in occasione dell'installazione a Comiso degli euromissili, senza però essere riuscito a risolvere le contraddizioni che negli anni '70 avevano provocato la frantumazione del movimento. Nel 1981 il governo Spadolini accettava entusiasticamente l'installazione a Comiso (Sicilia) di una batteria di missili nucleari Cruise come richiesto dal programma di riarmo del presidente americano Reagan. Il piccolo paese in provincia di Ragusa, divenne l'epicentro della protesta mondiale contro la follia bellica. Da tutta Europa, dagli Stati Uniti e dal Giappone convergono donne e uomini per unirsi alla lotta popolare per la Pace. Presto la protesta divenne una lotta contro tutte le guerre e le armi nucleari installate nel mondo. Essa fu scandita da storiche manifestazioni in Sicilia, in Italia e nel mondo. Il grande movimento pacifista era composto da diversi soggetti, comitati di base, militanti dei partiti della sinistra storica e della nuova sinistra, comunità cristiane, antimilitaristi, nonviolenti, femministe, anarchici, ambientalisti, ecc. Una serie di iniziative locali, tra le quali la Marcia Perugia-Assisi con apporto di massa, sfociarono nella grande manifestazione romana del 24 ottobre 1981 a Roma, con mezzo milione di persone. Dall'autunno 1981 dunque si sviluppò un movimento, anche se con un’autonomia piuttosto scarsa. Nei fatti il suo gruppo dirigente era fortemente condizionato dalle scelte del Pci. Iscritti al Pci del resto erano la maggioranza dei militanti dei comitati per la pace che si costituirono in tutta Italia e che arrivarono a organizzare diverse assemblee nazionali. C’erano però anche altre organizzazioni pacifiste: il Loc (Lega Obiettori di Coscienza, con molti attivisti di provenienza estrema sinistra), il Mir (Movimento Internazionale di Riconciliazione, di ispirazione cristiana), ia Ldu (Lega per il Disarmo Unilaterale, vicina ai radicali), ma anche gruppi cristiani (valdesi e più in generale protestanti, e anche cattolici soprattutto nel Veneto). Si tentarono altre manifestazioni nazionali, ma con partecipazione decrescente (5 giugno 1982, 19 marzo 1983). Nell’estate 1982 fu creato il campo internazionale per la pace di Comiso: un campeggio che si trasformò in permanente (con il nome di Imac International Meeting Against Cruise). I militanti americani, inglesi, tedeschi, meno legati ai gruppi della sinistra, ma molto radicali nell'azione, si proponevano di bloccare fisicamente l'arrivo dei missili. Portarono anche un modello d’organizzazione nuovo: i "gruppi di affinità", coordinati da un consiglio degli speaker. Numerosi furono gli episodi di repressione di questi attivisti, particolarmente cruenta l'aggressione poliziesca dell’8 agosto 1983. In un estremo tentativo di bloccare l'arrivo dei missili si tenne quella che fu la più grande manifestazione in Italia: il 22 ottobre 1983 marciarono a Roma un milione di persone. Si mobilitarono anche i settori cattolici interni alla Chiesa, che fin dagli anni settanta erano riuniti intorno alle Comunità di Base. Nel movimento per la pace invece si muovevano settori legati alle parrocchie.


Tra il 1981 e il 1982 sorsero un po’ in tutta Italia dei comitati di solidarietà con il popolo del Nicaragua, comitati Salvador, e poi successivamente riviste e bollettini (Amanecer, Quetzal, Nicarahuac, ecc.). Nacque in questo periodo anche l'Associazione Italia-Nicaragua, che dal 1982 organizzò con regolarità campi di lavoro e di solidarietà in Nicaragua che portarono migliaia di persone a contatto diretto con una rivoluzione. Il suo numero di iscritti non era alto (2000 nel 1986), ma influenzava una vasta area. Il più alto momento di mobilitazione rimase la manifestazione nazionale di Bologna del 13 marzo 1982 in solidarietà con il Salvador e che portò in piazza 50.000 persone. Colpiva l'impostazione scarsamente ideologica delle guerriglie, il pieno coinvolgimento di settori cristiani, l'autonomia dai cosiddetti Paesi socialisti, la presenza delle donne, l'attenzione data alla partecipazione popolare. Indignava anche la smaccata repressione statunitense. Nella prima metà degli anni ottanta una serie di organizzazioni non governative (Ong) di ispirazione cattolica, rafforzatesi grazie a finanziamenti governativi a favore della cooperazione internazionale, inviarono migliaia di cooperanti e volontari in tutta l’America Latina. Altri comitati sorsero dopo che nel novembre 1987 ebbe inizio l'Intifada palestinese, un movimento che attirò l'attenzione di molti giovani che si erano radicalizzati con il movimento dei medi del 1985, e che ebbe un grosso momento di verifica nella manifestazione nazionale dell'11 febbraio 1989 a Roma di solidarietà con la Palestina. Le lotte dei popoli, e che avevano come controparte l'amministrazione reazionaria di Reagan, aveva riattivato organismi che non si dedicavano in modo specifico alla resistenza di un singolo popolo: la Lega per i diritti dei Popoli, Amnesty International, l'Associazione per la Pace. Su questi temi inoltre si impegnavano anche gli organismi cattolici in maniera sempre più consistente, e così, presto, si scatenò la repressione della gerarchia ecclesiastica: nel 1987 venivano allontanati da Nigrizia e Missione Oggi i loro direttori: Zanotelli e Melandri. Divenne abbastanza tipico mettere tutte queste lotte in unico calderone: Sudafrica, Centro America, Palestina, disarmo, ecc. con momenti di incontro comuni. L'11 aprile 1987 si tenne a Verona un'assemblea di tutti gli organismi di solidarietà contro Reagan e per il diritto dei popoli, che decise per il 6 giugno una manifestazione a Venezia in concomitanza con la riunione del G7.


1985-1987 Una serie di eventi catastrofici (Bhopal, dicembre 1984) dal punto di vista dell'impatto ambientale fecero sì che i temi ecologici conquistassero un interesse di massa. In Italia comunque piccoli gruppi già da anni conducevano battaglie di minoranza contro l'energia nucleare, come ad esempio la Lega Ambiente. A Roma il 20 aprile 1985 si tenne una manifestazione nazionale contro il piano nucleare del governo promossa da Lega Ambiente, preceduta da numerose iniziative locali contro i progetti di costruzione di centrali elettriche (a carbone o nucleari) portati avanti dall'Enel. Durante le amministrative di quell'anno si presentarono le "liste verdi". Il movimento ambientalista ricevette una poderosa spinta dall'incidente della centrale ucraina di Chernobyl (26 aprile 1986) che diffuse radioattività in tutta Europa: la manifestazione nazionale a Roma del 10 maggio 1986 vide la partecipazione massiccia di giovanissimi e la forte presenza anche di organismi sino ad allora non propensi alla mobilitazione di massa, come il Wwf. A maggio 1986 partiva la campagna per i tre referendum abrogativi tesi a impedire l'esistenza del nucleare in Italia, promossa da Verdi, Fgci, Dp, che raccolsero in poco tempo un milione di firme. La battaglia contro il nucleare civile calamitò anche le forze pacifiste, ormai quasi esclusivamente composte da gruppi di ispirazione cristiana, che unirono la lotta al nucleare militare con quella al nucleare civile. Il 30 ottobre 1986 30.000 cattolici del Triveneto firmatari dell'appello Beati i Costruttori di Pace manifestarono contro il nucleare, contro i "mercanti di morte", contro l'apartheid e per l'obiezione fiscale alle spese militari. Ebbero poi inizio tutta una serie di manifestazioni e azioni dirette contro le centrali nucleari: quelle del 10 ottobre riuscirono a bloccare i cantieri delle centrali Enel a Montalto di Castro, Trino Vercellese, Viadana, Caorso; il 16 e il 18 ottobre si tennero grandi manifestazioni di giovani a Napoli e a Milano; il 25 ottobre 1986 una manifestazione nazionale unì temi pacifisti e antinucleari; il 26 aprile 1987, a un anno da Chernobyl, una catena umana unì la centrale di Caorso all’aeroporto militare di San Damiano a 25 km. Nel novembre 1987 si tennero i referendum, che videro una schiacciante vittoria del fronte ambientalista. Era la prima volta che un movimento di massa esisteva, e addirittura vinceva, senza l'apporto del Pci.


1990-1991 il 12 gennaio 1991 oltre centomila persone partecipano a Roma a una manifestazione per la pace; iniziative analoghe e scioperi in varie città nei giorni successivi. Nascono a partire dal 1993 Un ponte per Baghdad, la rivista Guerre e Pace, il movimento delle Donne in Nero da settori del femminismo, del pacifismo e della sinistra.


1992-1995 Le organizzazioni pacifiste cattoliche con lo scoppio delle guerre in Jugoslavia, e in Bosnia in particolare, furono presenti sul posto, con volontari, attività di solidarietà, e piccoli gruppi che si mossero in sintonia con la rete Workers Aid for Bosnia, che legava sindacalisti specie del Nord Europa a sindacati e realtà di base bosniache. Tra costoro era anche Guido Puletti, che fu assassinato appunto in una di queste azioni di solidarietà.


1998-1999 Il conflitto in Kosovo aveva cominciato a manifestarsi pienamente già a partire dal 1998. Quando il conflitto scoppiò in molte città sorsero comitati e coordinamenti e si riattivarono vecchie strutture che datavano dalla guerra del Golfo o addirittura dal decennio precedente. Una serie di realtà mantennero insieme all'opposizione alla guerra anche una netta ripulsa del nazionalismo serbo: tra queste le organizzazioni pacifiste, i centri sociali del nord est, un piccolo settore che faceva riferimento al Comitato di Solidarietà con il Kosovo.


10 dicembre 2001 Giornata dei diritti umani (e delle armi biologiche) Nella giornata dei diritti dell'uomo alcuni Premi Nobel si esprimono contro la guerra in Afghanistan. Nonostante l'emergenza terrorismo, gli Stati Uniti affossano la Conferenza delle Nazioni Unite sulle armi biologiche. Washington non vuole il rafforzamento delle misure di controllo previste dalla Convenzione per il bando delle armi e sostiene che l'introduzione di meccanismi di verifica creerebbe un "falso senso di sicurezza".


14 dicembre 2001 Giornata di digiuno per la pace, indetta dal Papa durante l'Angelus del 18 novembre. Numerose adesioni di associazioni impegnate per la pace, a partire da Pax Christi.


1 gennaio 2002 Giovanni Paolo II celebra la Giornata Mondiale della Pace. Nel suo messaggio afferma: "Esiste un diritto a difendersi dal terrorismo. E un diritto che deve, come ogni altro, rispondere a regole morali e giuridiche nella scelta sia degli obiettivi che dei mezzi. L'identificazione dei colpevoli va debitamente provata, perché la responsabilità penale è sempre personale e quindi non può essere estesa alle nazioni, alle etnie, alle religioni, alle quali appartengono i terroristi".


14 ottobre 2002 Marcia per la pace da Perugia ad Assisi La marcia è un successo che va oltre ogni previsione. Il corteo diviene una "serpente umano" che congiunge Perugia ad Assisi: non si era mai visto nella storia della Marcia.


15 febbraio 2003 è la data della prima manifestazione veramente globale. Centodieci milioni di persone in piazza in 600 paesi, secondo i dati ufficiali. Il New York Times scrive in prima pagina che è nata la “Terza potenza mondiale”. Una nuova coscienza «pubblica» anima le persone di tutto il mondo e una nuova consapevolezza del fatto che la guerra, nel 2003, in un mondo globale e interdipendente, ha caratteristiche e conseguenze tali da essere rifiutata come strumento di risoluzione dei conflitti».


http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=vmarzo&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=33828



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