Il Benin, una delle più stabili ed esemplari democrazie del continente africano
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Benin: Tra vudù, democrazia e mondializzazione


Il Benin, repubblica costiera dell’Africa occidentale, è approdato all’indipendenza nel 1960 con il consenso del potere coloniale francese. Oggi, questo paese stretto tra Togo e Nigeria è da annoverare tra i più poveri al mondo, ma è anche da considerarsi una delle più stabili ed esemplari democrazie del continente. Di Hans M. Eichenlaub*.


Ahmadou è il mio parrucchiere a Cotonou. Il suo luogo di lavoro nel nostro quartiere consiste in una sedia traballante, collocata sul bordo della strada. I suoi strumenti di lavoro sono forbici e pettine. Di corrente elettrica neanche a parlarne.Ahmadou condivide con un meccanico che ripara motorini l’ombra di un albero della gomma. In occasione della mia ultima visita dal parrucchiere, Théophile – il giardiniere del vicino – è rimasto stupito: sì, perché uno «Yovo», un bianco, non si era mai seduto sulla sedia di Ahmadou.
Benin e Svizzera hanno in comune più cose di quanto si possa pensare: non solo il numero di abitanti è praticamente identico.Anche la ricorrenza del giorno della festa nazionale, considerando che proprio il 1° agosto del 1960 ottenne l’indipendenza.Da sottolineare anche il fatto che nella capitale economica Cotonou, così come a Parakou, importante centro nel Nord, si trovano due negozi Coop, arredati come i nostri negli anni ’60. Si tratta di antiche vestigia di una iniziativa della Coop svizzera che a partire dal 1969 ha qui realizzato una rete di negozi ed una catena di cooperative di produzione.


Tata Somba du Benin

Cittadella della religione vudù
Nella città di Cotonou,centro urbano da un milione di abitanti, risiede il presidente della repubblica, tutti i ministeri e le rappresentanze diplomatiche, mentre il parlamento ha sede nella capitale ufficiale Porto Novo, città prossima al confine con la Nigeria. Colui che qui si aspetta di imbattersi in invitanti litorali costellati da accoglienti caffè, resterà di certo deluso. Anche solo una breve sosta all’aperto, nel centro città, è da sconsigliare a causa del consistente inquinamento atmosferico. Nel centro, l’unico albergo con diretto accesso alla spiaggia, se lo è addirittura impedito con la recente edificazione di un ristorante Fast-Food.
Ci si imbatte invece in un’aria più pulita ed in linde spiagge contornate da palme da cocco, dopo aver percorso una decina di chilometri della «Route des Pêcheurs», tra Cotonou e Ouidah, la cittadella della religione vudù. Quello che è il centro della città di Cotonou appare letteralmente sfigurato dalla presenza del porto, dove gettano l’ancora petroliere e navi porta-container. Il porto è di enorme importanza economica, e non soltanto per il Benin, bensì anche per l’intera regione dell’entroterra che comprende Nigeria, Niger, Burkina Faso e Mali. Al più tardi durante un viaggio di ritorno dal Nord in direzione di Cotonou, ci si rende conto dell’importanza straordinaria di questo porto, quando si incrociano sulla strada lunghe carovane di camion che trasportano vetture di occasione importate da Germania, Francia e Svizzera.


Ecole au Bénin

La centralità del ruolo della donna
Il commercio riveste una grande importanza, e non soltanto nel «Marché Dantokpa» di Cotonou, che è il più grande mercato dell’Africa occidentale.Oltre il 70 per cento della popolazione vive con i proventi dell’agricoltura e della pesca. Le industrie degne di citazione sono poche, e di scarso significato sono le risorse minerarie. Il prodotto d’esportazione più importante è il cotone, anche se sovente la sua vendita, a causa del calo dei prezzi sui mercati mondiali, non arriva nemmeno a coprire i costi di produzione. Nessuna meraviglia dunque se il Benin seguita ad essere uno dei paesi più poveri al mondo. E di questa povertà, i più colpiti sono le donne ed i bambini. Mentre gli uomini hanno un ruolo predominante nella coltivazione di prodotti d’esportazione, le donne ricoprono un importante ruolo nella produzione e nella lavorazione di generi alimentari.
Il commercio informale – anche questo tradizionalmente di competenza della donna – è un’ulteriore fonte di guadagno.Dopo che,durante l’era marxistaleninista, praticamente tutti i settori economici avevano subito una statalizzazione, oggi il paese vive all’insegna della privatizzazione dell’economia e della decentralizzazione del potere politico. Dopo la conversione dell’industria dei carburanti da statale a privata, un passaggio accompagnato da pesanti accuse di corruzione, altri settori economici si trovano ad un passo dalla loro privatizzazione; ad esempio, quello della lavorazione del cotone, quello dell’energia elettrica e il settore del trasporto su rotaia, che ha oggi il suo unico asse operativo tra Cotonou, nel Sud del paese, e Parakou, a Nord.

Una bomba atomica per il «Camaleonte»
Dal punto di vista politico, il Benin con oltre 50 differenti etnie ed altrettanti idiomi, porta da quasi 30 anni, l’impronta di un uomo di grande personalità: capo dello Stato e presidente del governo, Mathieu Kérékou è il simbolo di una sintesi, rara in Africa, tra cambiamento e continuità.Oggi settantunenne, Mathieu Kérékou era giunto al potere nel 1972,con un colpo di Stato. Nel 1974 ha dichiarato il Benin «repubblica popolare», guidando poi il paese, nel solco di un’ispirazione marxista-leninista, fino al 1990 ed all’aperta crisi economica.
L’ora dell’approdo alla democrazia risuonò nel 1990, con l’ormai leggendaria Conferenza Nazionale.Nel 1991, Kérékou fu sconfitto, nelle prime elezioni democratiche, da Nicéphore Soglo, già funzionario della Banca mondiale ed oggi sindaco della città di Cotonou. Fu nel 1996 che il popolo – e il fenomeno si verificò di nuovo nel 2001 – elesse nuovamente Kérékou. Secondo la costituzione, il presidente può essere eletto soltanto due volte,e non può avere più di 70 anni.Ma non si esclude che i partiti che sostengono Kérékou (nel Benin sono attivi circa 120 partiti, 18 dei quali rappresentati in parlamento) aspirino ad un cambiamento della costituzione, per consentire al «Vecchio», come l’anziano presidente viene altresì chiamato, un terzo mandato. Che lo si voglia, tra i molti più o meno rispettabili soprannomi,definire il «Vecchio» o magari il «Camaleonte», c’è comunque da dire che Mathieu Kérékou si caratterizza sovente per una sua propria originalità. Come ad esempio alla fine della guerra in Iraq, quando in un discorso ufficiale si lasciò sfuggire il termine «Cowboy» a proposito del suo omologo statunitense; oppure, nel giorno dell’inaugurazione del Festival Gospels di Cotonou, quando, sfruttando la presenza del sindaco di Pittsburg (USA),formulò indiretta richiesta a Bush per la fornitura di una bomba atomica. Non certo per scopi militari, badò bene a precisare, bensì «...per lo sfruttamento pacifico dell’energia atomica, in ragione delle promesse fatte anni addietro ai paesi poveri».
Per l’elettorato del Benin, le esperienze nell’ambito della democrazia crescono stabilmente. Dopo tre battaglie elettorali per le presidenziali e tre per le elezioni del parlamento, alla fine del 2002 sono andate in scena per la prima volta le votazioni per le amministrazioni comunali; un grande passo verso una vera decentralizzazione e, contemporaneamente, anche un vasto campo sperimentale, in quanto lo Stato ha sì delegato parte delle responsabilità pubbliche a istanze subordinate, ma non ha accompagnato tali misure con lo stanziamento delle necessarie risorse finanziarie, esponendo così diversi sindaci da poco eletti a violente polemiche di carattere locale.Ed anche questo è un aspetto del quotidiano della politica applicata.
Per tornare a Théophile, il giardiniere: a sera ha voluto assolutamente sapere quanto mi era costato il taglio di capelli. Quando gli ho detto degli 800 CFA (un po’ meno di due franchi), ha avuto un sorriso malizioso, in quanto lui da Ahmadou paga solo 500 CFA.Ma bisogna sapere che Théophile non ha quasi più capelli in testa.

(Tradotto dal tedesco)
*Hans M. Eichenlaub è giornalista freelance ed opera tra l’altro per la Radio Svizzera DRS.Vive a Niedererlinsbach e Cotonou.


http://www.sdc.admin.ch/index.php?navID=26465&langID=7&itemID=20540&userhash=2ad2f81cac785086e7b7c21357a7100c



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