Al 3000 A.C. risalgono le feste di celebrazione del Dio del Sole Babilonese Shamash, nel giorno corrispondente al nostro 25 dicembre.
Il Dio Sole Shamash, Utu in sumerico e Shamas in accadico, è una divinità popolare in tutta la storia della Mesopotamia; il suo nome si riferisce al Sole, ma anche alla giustizia ed alla predizione in quanto il Sole vede tutto, compreso il futuro; risiede insieme alla sua sposa in templi chiamati “la Casa Bianca” (E’ BABBAR).
Shamas è’ rappresentato da un disco solare. Come tra gli egiziani ed altri popoli di tradizione plurimillenaria, gli dei mutano il nome nel tempo. In Babilonia comparve successivamente il culto della Regina del Cielo (Isthar) e di suo figlio Tammuz, il dio creduto la reincarnazione del Sole. La nascita di questo Dio avveniva proprio durante il solstizio d’inverno: in questa veste di bambino a Babilonia il Dio Sole Tammuz prendeva il nome di Yule e il Giorno di Yule veniva festeggiato il 25 dicembre.
La dea Ishtar veniva rappresentata anch’essa (come Iside in Egitto) avente tra le braccia il suo “unico figlio” con una aureola di dodici stelle intorno al capo (i 12 segni zodiacali). Il culto di Tammuz/Yule era talmente forte e diffuso che nella stessa Bibbia troviamo il profeta Ezechiele , nel VI secolo a.C, rimproverare le donne di Gerusalemme perche’ piangevano la morte di Tammuz (in questo culto Tammuz dio-pastore muore e poi risorge dopo tre giorni).
Altra grande divinità di Babilonia era Marduk, o Bel-Marduk che in babilonese voleva dire “vitello del Sole”.
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