L'ultima marcia davanti alla Casa Rosada, la sede della presidenza. L'addio delle madri di Plaza de Mayo
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Per 29 anni le mamme dei desaparecidos hanno manifestato tutti i giovedì
Ieri l'ultima marcia davanti alla Casa Rosada, la sede della presidenza
L'addio delle madri di Plaza de Mayo
"Ora il presidente è dalla nostra parte"

Nestor Kirchner, progressista, è impegnato a sostenere le loro ragioni




BUENOS AIRES - Dopo 29 anni, 1500 giovedì di protesta e un'ultima marcia di 24 ore, le Madri di Plaza de Mayo si fanno da parte. Ieri sera, quando in Italia era notte, le ormai anziane mamme delle migliaia di desaparecidos vittime del regime militare argentino, hanno concluso il loro ultimo corteo di protesta.

La verità sulla sorte dei loro cari non è ancora venuta a galla del tutto, giustizia non è ancora stata fatta: ma ormai al governo in Argentina c'è un presidente che sta dalla loro parte, continuare a sfilare nella grande piazza della capitale che ospita la Casa Rosada, la sede della presidenza, non aveva più molto senso.



Hebe de Bonafini, la leader della madri di Plaza de Mayo


"Ormai il nemico non abita più alla Casa Rosada", ha spiegato la presidente del gruppo, Hebe de Bonafini, alludendo al presidente argentino Nestor Kirchner, riformatore e progressista pur provenendo dalla file peroniste, con il quale le Madri sono in ottimi rapporti. "Speriamo di non dover riprendere le marce", ha fatto eco un'altra dimostrante, Mercedes de Merono, "e che il nemico in quella casa non faccia ritorno".

Certo, nella scelta di rinunciare ai cortei, ha avuto un suo peso oltre che il fattore politico anche quello anagrafico. Le circa trenta signore che l'altra sera si sono ritrovate in Plaza de Mayo per l'ultima manifestazione avevano infatti tutte tra i 74 e i 93 anni. Con il capo coperto dal tradizionale fazzolettone bianco, divenuto il loro simbolo, hanno completato per l'ultima volta la "marcia della resistenza": un corteo protrattosi per ben 24 ore e conclusosi solo nella serata di ieri, quando in Italia era già notte.



La smobilitazione delle Madri di Plaza de Mayo non è però totale. Diversamente dai cortei, proseguiranno invece senza interruzione le veglie nel centro della piazza, intorno alla Piramide de Mayo, l'obelisco che ricorda l'indipendenza dalla Spagna, e sul quale sono stati affissi dai famigliari i ritratti dei congiunti scomparsi, rapiti dai militari durante la "guerra sucia", la lotta senza quartiere ai presunti sovversivi. Una persecuzione che negli anni tra il 1976 e il 1984 portò alla scomparsa di circa 30 mila persone.

"Le proteste del giovedì andranno avanti", ha spiegato ancora de Bonafini, "perché da ottenere restano ancora molte cose. Però ormai le Madri pensano sia venuto il momento di costruire. Non tutto va bene né è perfetto nel nostro Paese, però si tratta di un momento storico, per l'Argentina e per tutta l'America Latina, e dunque non possiamo permetterci di sprecarlo".

Le marce delle Madri in Plaza de Mayo ebbero inizio nell'aprile 77, pochi mesi dopo l'avvento del regime militare e dei suoi misfatti; la prima tra esse che durò 24 ore risale all'81. Allora si presentarono in una settantina per compierla, e si trovarono di fronte almeno trecento poliziotti in assetto anti-sommossa: ma non desistettero.

(27 gennaio 2006)


http://www.repubblica.it/2006/a/sezioni/esteri/plazamayo/plazamayo/plazamayo.html



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