L'avversione per gli extracomunitari è legata alla diffidenza per Bruxelles come dimostrano euro e Costituzione Sondaggio sugli immigrati in 6 paesi UE "Diritto di voto alle politiche" Stranieri, ma con gli stessi diritti di FABIO BORDIGNON
L'immigrazione continua a generare timori e diffidenza tra i cittadini del Vecchio continente. Sentimenti che coinvolgono quote differenti della popolazione, nei vari contesti nazionali, e si collegano ai giudizi sull'Unione europea. In una fase in cui il vento europeista sembra soffiare meno deciso, rispetto a qualche anno fa. Ma si mantiene ampia la disponibilità a concedere più diritti agli stranieri. Sono le principali indicazioni suggerite dal Quinto Rapporto su Immigrazione e Cittadinanza in Europa, realizzato dalla Fondazione Nord Est e da LaPolis-Università di Urbino, che ha sondato gli atteggiamenti della popolazione in 6 paesi, sia nella "vecchia" (Italia, Francia, Germania) che nella "nuova" Europa (Repubblica ceca, Polonia, Ungheria).
Le reazioni dalla presenza straniera sembrano proporre, nell'Europa a 25, una frattura tra vecchi e nuovi Stati membri. Nelle realtà dell'Europa centrale, il grado di allarme risulta ben più elevato. Ma anche nei paesi fondatori dell'Ue, accanto a una diffusa disponibilità all'accoglienza e all'integrazione, convivono reazioni di timore, che coinvolgono "consistenti minoranze" della popolazione: in particolar modo in Italia, dove si collegano al tema della criminalità, e in Germania, dove l'immigrato tende a essere percepito come un concorrente sul mercato del lavoro. Per converso, la Francia si propone come contesto meno inquieto. Un risultato che sembrerebbe contraddire il dibattito seguito ai fatti di Parigi, tanto più se si considera che proprio nella regione parigina e, più in generale, nei centri di maggiori dimensioni, si registra il livello più basso d'allarme.
Tra i fattori che contribuiscono a produrre chiusura verso gli stranieri, un ruolo di rilievo viene giocato dai sentimenti di tipo anti-europeo. Una relazione che sottolinea la difficoltà di affrontare il fenomeno migratorio paese per paese, e la necessità d'una "prospettiva europea". Tuttavia, una crescente insoddisfazione si indirizza verso l'Ue e le sue trasformazioni. La nuova moneta viene vissuta come male necessario, nei paesi che già l'hanno adottata. Mentre la prospettiva di un ingresso in Eurolandia genera diffuse perplessità nei nuovi Stati membri. Discorso simile per la nuova carta costituzionale: approvata da un'ampia maggioranza in Italia e Ungheria, continua a generare divisioni nella Francia post-referendum, ma anche in Germania, Polonia e Repubblica ceca.
(22 novembre 2005)
http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni/cronaca/stessidiritti/stessidiritti/stessidiritti.html
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