Il Codacons prepara il ricorso al Tar contro il sovraffollamento a scuola
CATANZARO - Sono partiti, in concomitanza con l'inizio dell'anno scolastico in Calabria, i primi ricorsi al Tar del Lazio promossi dal Codacons, ai quali hanno aderito centinaia di precari
calabresi rimasti senza lavoro a causa dei tagli nella scuola. "Si tratta - spiega il Codacons - di un'azione legale tesa a far riconoscere i diritti dei docenti precari, colpiti dalle recenti
disposizioni del ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, che di fatto hanno penalizzato il settore della scuola e la qualità del servizio reso agli studenti e alle loro famiglie, con
ripercussioni enormi sul fronte dell'occupazione degli insegnanti. E sempre dalla Calabria - prosegue il Codacons - sta per partire un analogo ricorso al Tar in favore delle famiglie, relativo al
sovraffollamento delle scuole. I tagli nel settore, infatti, hanno la diretta conseguenza di far aumentare il numero di studenti per classe. Numero che, per legge, non può superare i 25 alunni in
ciascuna aula. Per effetto della riforma Gelmini, invece, si arriva a superare quota 30 studenti".
Per il Codacons "questo rappresenta un rischio concreto per studenti e insegnanti, legato alla sicurezza delle classi, per le quali la normativa vigente prevede dei requisiti minimi di spazio per
ciascun alunno. Per ogni persona presente in aula, infatti, deve essere garantita un'area netta di 1,80 metri quadri nella scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado e 1,96 metri
quadri nella secondaria di secondo grado". L'associazione ha infine "depositato un nuovo esposto a tutte le procure della Repubblica territorialmente competenti per la Calabria e una diffida contro
il direttore scolastico regionale. Entrambi gli atti - conclude il Codacons - denunciano i rischi legati al diffondersi dell'influenza A nelle aule della regione in cui si supera il numero di
alunni stabilito dalla legge. Al direttore scolastico regionale, il Codacons ha intimato di non approvare la costituzione di classi dalle quali non si evince chiaramente la conformità agli indici
di massimo
affollamento, consentito sulla base dei metri quadri delle aule".
A continuare a protestare contro la riforma Gelmini è la Cgil Calabria col segretario generale Sergio Genco che afferma: "Sulla scuola il governo centrale sta facendo un'operazione da macelleria
sociale, con provvedimenti messi in atto da un ministro dell'Istruzione che non capisce e che si limita a seguire i dettami del ministro Tremonti". Il segretario generale della Cgil Calabria si
dice perplesso sulle rassicurazioni arrivate nei giorni scorsi da parte del ministero. "Le parole del ministro Gelmini - rimarca Genco - non ci convincono. Si tratta di ammortizzatori sociali che
già erano disponibili. Sono delle indennità che potranno solo spostare il problema di qualche mese, ma poi i cinquemila precari calabresi torneranno nella stessa situazione". Per Genco "la scuola
non è un'azienda come tutte le altre sulla quale operare tagli, ma rappresenta la migliore prospettiva per il futuro di un Paese. Invece di togliere risorse da questo settore – insiste Genco
- servono finanziamenti per l'edilizia scolastica, la formazione e la ricerca. L'obiettivo del governo, invece è di azzerare la scuola pubblica e gli ultimi provvedimenti vanno in questa
direzione". (msc)
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