I problemi del sostegno? Fadis: ''Differenze tra regioni e sospensione della Ssis''

Di Rolando Alberto Borzetti - - 04.09.2009

Dal Redattore Sociale

ROMA – Il sostegno? Differente da regione a regione, sia nel rapporto tra insegnanti e alunni sia nella “disomogeneità delle certificazioni di disabilità rilasciate dalle Asl”, e con la formazione dei professori della scuola secondaria “bloccata da circa un anno”. Secondo Nicola Quirico, presidente della Fadis (la Federazione delle associazioni di docenti per l’integrazione scolastica che riunisce gli insegnanti di sostegno specializzati di Emilia-Romagna, Marche e Abruzzo), sono queste le questioni da risolvere in materia di docenza e disabilità.

Se si guardano i numeri – i dati del ministero dell’Istruzione sono relativi all’anno scolastico 2008/2009 perché per il 2009/2010 si conoscono per ora solo gli insegnanti di sostegno mentre per il numero degli studenti disabili bisogna aspettare ottobre – la situazione in Italia a giugno è questa: 87.190 docenti di sostegno per 175.778 alunni disabili, con un rapporto medio nazionale di un insegnante ogni due studenti come vuole la legge (per l’anno scolastico che sta per iniziare si parla di oltre 90 mila docenti di sostegno per poco meno di 180 mila alunni disabili).

Ma, stando sempre ai dati del ministero, esistono delle differenze tra regione e regione: il Lazio, ad esempio, ha il peggior rapporto tra insegnati di sostegno e alunni disabili (uno ogni 2,4), mentre la Basilicata è la regione che sta meglio, con un docente ogni 1,6 ragazzini. E ancora: in Piemonte il rapporto è di uno a 2, in Lombardia uno ogni 2,3, in Emilia-Romagna uno ogni 2,1, nelle Marche uno ogni 2,4, in Campania uno a 1,7 e in Sicilia uno a 1,8. In generale, il rapporto tra insegnati di sostegno e alunni disabili è migliore al Sud che al Nord.   

“Una parte delle disuguaglianze probabilmente è legata alla disomogeneità dei criteri di certificazione di disabilità adottati dalle Asl, mentre un’altra parte può dipendere dalla diversità del contesto socio-culturale e dalla presenza o meno di altre figure di supporto come educatori o tutor”, commenta Quirico. Ma un’altra questione fondamentale è il “blocco della formazione degli insegnanti nella scuola secondaria”, ci tiene a precisare il presidente della Fadis.

Da una decina d’anni la formazione dei docenti, anche di quelli di sostegno, è affidata all’università. “Ma se per asilo ed elementari ci pensa il corso di laurea in Scienze della formazione primaria, per le medie e le superiori la Scuola di specializzazione all'insegnamento secondario (Ssis) è sospesa da circa un anno, in attesa di un nuovo regolamento che ne ridefinisca il percorso”, spiega Nicola Quirico. La bozza c’è già: è stata presentata dal ministro Gelmini a fine agosto. “Ma urge fare chiarezza normativa sulla formazione iniziale degli insegnanti il prima possibile”, conclude il presidente della Federazione delle associazioni di docenti per l’integrazione scolastica. (mt)

 
 
 
 
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