REDATTORE SOCIALE - Disabilità, la proposta: "Nella Convenzione Onu un nuovo articolo sul diritto alla sessualità"

ROMA. La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità del 2006 non cita in modo esplicito la sessualità come parte integrante della vita delle persone con disabilità. Una "rimozione" che non stupisce visto che è uno dei tabù più radicati nella nostra società. Lo mette in evidenza l'associazione Nessunotocchimario, in occasione del 3 dicembre, Giornata internazionale delle persone con disabilità. "Anche se non amiamo le ricorrenze - in fondo siamo disabili anche il 4 dicembre - riconosciamo il valore dei principi sanciti dalla Convenzione - afferma la presidente Armanda Salvucci -.   Per questo vogliamo proporre, consapevoli che non è la soluzione ma un gesto simbolico, di inserire nella Convenzione un nuovo articolo, il 19 bis, che segua l'articolo 19 ("Vita indipendente e inclusione nella società") e affermi che: va riconosciuto a ogni persona con disabilità il diritto al piacere e alla libertà di esprimere e godere della propria sessualità".

L'auspicio è che nascaun dibattito sul tema, ma soprattutto di arrivare presto a una sola "dichiarazione" che sia realmente universale e che comprenda e affermi i diritti di tutte le persone, senza alcuna distinzione. Armanda Salvucci spiega così il suo impegno: "La sessualità non è un diritto come non lo è l'amore. Se pure non ho diritto di essere amata, credo però che sia giusto rivendicare la libertà di essere amata e di amare, di avere una sessualità soddisfacente. Questa libertà può essere agita se e solo se si garantiscono le stesse opportunità per tutti, come poter uscire senza doversi preoccupare di tutte quelle barriere architettoniche e culturali, che sono ostacoli ad una vita sociale piena e a un suo riconoscimento. Significa garantire la possibilità, nelle situazioni più serie, di accedere ad un'assistenza che faciliti la piena realizzazione della persona abbandonando quelle politiche relative ad una vita indipendente, finora indirizzate al mantenimento dello status quo".

di Antonella Patete

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