Insegnanti di sostegno. Molto negli anni è stato fatto. Bussetti promette 40 mila posti

Di Rolando Alberto Borzetti - News - 27.10.2018


Il Fatto Quotidiano del 27-10-2018


A oltre un mese dall’inizio dell’anno scolastico, in tantissime scuole mancano i docenti di sostegno, e al di la delle strumentalizzazioni su quanto detto da Grillo sull’autismo, i governi precedenti hanno fatto poco o nulla per i disabili frequentanti la scuola. Si è data la possibilità di frequentare dei corsi dal costo di svariate migliaia di euro ma il numero degli specializzati risulta essere ancora insufficiente a ricoprire i posti occorrenti. A tal fine ritengo utile, anche per eliminare il turpe mercato dei corsi che lo stesso ministero, a richiesta di coloro che vorranno dedicarsi all’insegnamento del sostegno, organizzi dei corsi intensivi affinché al cospetto di alunni disabili non si presenti un docente a digiuno di elementi necessari per ricoprire tale ruolo.
Pasquale Mirante

Gentile Pasquale, il sistema italiano è considerato uno dei migliori d’Europa, ma andatelo a dire alle famiglie che ogni anno si ritrovano con i propri figli abbandonati tra i banchi.
Il problema del sostegno nella scuola esiste, inutile nasconderlo. Non è neppure corretto dire che i governi non abbiano fatto nulla: nell’ultimo decennio i posti di sostegno (e quindi la relativa spesa) sono stati quasi raddoppiati (da 87 mila nel 2008 a 141 mila). Il punto è che molti di questi sono in deroga (cioè assegnati in corso d’opera e non coperti in pianta stabile), mentre in parallelo sono aumentati gli alunni disabili da 174 a 245 mila (non è un dato negativo ma il frutto di maggiore attenzione: si fanno più diagnosi che in passato). La coperta è sempre troppo corta.
La soluzione è avere più insegnanti, certo, ma qualificati: il sistema di formazione è già gestito dal ministero attraverso le università, ha il limite di non sfornare abbastanza docenti (anche perché non ci sono soldi per assumerli) ma sono specializzati.
È vero che così, per mancanza di personale, in cattedra ci finiscono tanti docenti che non lo sono, ma deregolamentare la specializzazione con “corsi intensivi” rischia di sortire l’effetto opposto. Per il futuro il ministro Bussetti ha annunciato un piano pluriennale da 40 mila posti (che sono appunto quelli in deroga): sembra un primo passo.
Lorenzo Vendemiale
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