Autismo, in 6 anni le diagnosi sono triplicate

Di Rolando Alberto Borzetti - News - 21.11.2016

da Il Giornale di Vicenza

VICENZA. Negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi di disturbi dello spettro autistico nel Vicentino, una crescita dovuta quasi completamente alle diagnosi nell'Ulss 6. Si è passati dai 192 casi in carico nel 2009 ai 302 del 2014, dei quali 127 riguardano bambini sotto i 5 anni. Il confronto tra gli ultimi 4 anni indica che l'aumento complessivo è del 14 per cento; se si considerano solo i più piccoli, si arriva a un incremento di 42 punti percentuali. In 12 mesi gli specialisti della neuropsichiatria infantile hanno intercettato 302 diagnosi di bambini portatori di disturbi complessi della sfera neurologica, che 7 volte su 10 si esprimono con disabilità intellettiva, difficoltà a comunicare con il mondo circostante, ritardi nello sviluppo del linguaggio, presenza di interessi ristretti e comportamenti ripetitivi, ma che qualche volta rivelano un'intelligenza superiore alla media. Nel 2013 nell'Ulss 6 si sono registrati 98 casi in carico. L'anno successivo 132. Contro i numeri più o meno stabili delle altre 3 Ulss di Bassano, Thiene e Arzignano, in cui le variazioni sono state minime. Un'incidenza in città del 2,3 per cento sulla popolazione complessiva, mentre le altre Ulss si attestano sull'1,6-1,7 per cento. Un incremento che è proseguito anche quest'anno, come dimostra il database di Elena Finotti, neuropsichiatra e specialista di medicina del sonno, che in passato ha lavorato nel centro di riabilitazione "La Nostra Famiglia" di Bertesinella e che oggi fa parte a pieno titolo del team guidato dal primario Roberto Tombolato che opera al Parco San Felice e al San Bortolo. L'INCREMENTO. Da gennaio a ottobre 42 nuove diagnosi, tutti bambini e adolescenti da zero a 17 anni, tranne due giovani di 24 anni. Trentacinque abitano nel capoluogo e nell'hinterland, tre nel territorio dell'Ulss 5, quattro fuori provincia. «L'aumento esiste. Oggi si fanno più diagnosi. Prima si facevano a 4-5 anni, ora l'età è scesa sotto i 2 anni. E questo limite è riconosciuto come un golden standard per favorire la migliore evoluzione e ridurre i comportamenti di disadattamento futuri. Ora ci sono più possibilità di intervento. I genitori hanno capito che un intervento precoce cambia la traiettoria di sviluppo, che l'impatto del disturbo si attenua, che può far migliorare la qualità di vita del bambino, per cui non hanno più paura, vengono da noi - aggiunge la dottoressa Finotti - e si dà il via a un circuito virtuoso». Le ragioni di questa emersione di casi sono anche altre: «Le Ulss collaborano fra loro. Ma tocchiamo anche per mano i benefici indotti dal progetto realizzato dalla nostra unità di neuropsichiatria infantile con un contributo della Fondazione "I bambini delle fate". La Regione lo ha apprezzato molto. Si è creato un proficuo dialogo con i pediatri di famiglia, che ci segnalano i bambini a rischio». LA FONDAZIONE BRUNELLO. L'aumento viene confermato anche da Luciana Brunello, presidente dell'omonima Fondazione che anni fa, quando il fenomeno restava per lo più sommerso e le risposte degli enti pubblici erano insufficienti, davanti alla disperazione dei genitori, ha preso a interessarsi attivamente di autismo ed è diventato un punto di riferimento fondamentale con corsi di formazione e una biblioteca unica nel suo genere, la più attrezzata a livello nazionale. «Ci sono - dice - maggiori invii rispetto al passato da parte dei pediatri di libera scelta ai servizi di neuropsichiatria infantile e quindi anticipazioni di diagnosi di disturbi del neuro-sviluppo e di autismo. Ci sono poi le iniziative di formazione che facciamo come Fondazione per insegnanti e operatori socio-sanitari delle scuole di ogni ordine e grado, per scoprire disturbi non ancora diagnosticati e prepararli a un intervento rispondente ai bisogni di bambini e ragazzi. Al corso base di quest'anno si sono iscritti 260 insegnanti, il 50 per cento operano nei nidi e nelle scuole dell'infanzia. Molti altri hanno chiesto di partecipare, ma non c'erano posti disponibili». L'impegno delle Fondazione è rivolta anche agli adulti. «Dopo una rilevazione dei servizi diurni o residenziali che accolgono disabili, sono stati censiti coloro che avevano una diagnosi clinica di disturbi dello spettro autistico, e adesso si sta procedendo con uno screening per individuare, all'interno dei centri diurni e residenziali, le persone che presentano tratti autistici», conclude.

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