Nell'anno scolastico appena concluso oltre 34mila ragazzi hanno abbandonato la scuola. Non c'è il dato di quanti tra questi siano studenti con disabilità. Una voragine enorme che chiede un
corrispondente dispiegamento forze per rinnovare la scuola nel suo insieme, per garantire pari opportunità a ciascuno, mettendolo nelle condizioni di poter essere e di poter fare. Non è forse questo
il compito della scuola che vogliamo?
La valutazione degli alunni con disabilità al termine degli esami del I Ciclo deve, comunque, essere sempre riportata agli obiettivi attesi nel Piano Educativo Individualizzato, come specifica
l’istituto Comprensivo Udine III, scuola secondaria di primo grado “A. Manzoni” in un apposito documento sull’Esame conclusivo del I Ciclo, diretto magistralmente dal
dirigente scolastico prof. Paolo De Nardo.
Pancalli: "La nostra missione è di portare inclusività, cultura sportiva e dell'uguaglianza, valori che fanno crescere il nostro Paese. Attraverso lo sport, diamo un segnale di cambiamento della
società".
Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza entrano due riforme: quella del Codice della disabilità che semplifica l’accertamento e l’accesso ai servizi e potenzia gli interventi
individualizzati, e quella sulla non autosufficienza
Il 30 marzo 1971 è entrata in vigore la Legge n.118 dal titolo “Conversione in legge del D.L. 30 gennaio 1971, n. 5 e nuove norme in favore dei mutilati ed invalidi civili” con la quale
ha preso avvio il processo d’integrazione sociale che attraverso le graduali modifiche di passaggio dal semplice inserimento all’integrazione scolastica, oggi, dopo cinquant’anni
giunge al traguardo dell’inclusione sociale dei disabili e degli studenti “bisognosi di particolari attenzioni”.
Il colore della Giornata dedicata alla consapevolezza dell’autismo è il blu. Blu per infondere sicurezza, serenità e per stimolare la conoscenza. E c’è bisogno di tutte queste cose per
dare maggiore aiuto e sostegno alle famiglie delle ragazze e dei ragazzi con autismo, e soprattutto c’è bisogno di slancio alla ricerca, specie in un momento difficile e incerto come questo che
stiamo affrontando.
La Commissione delle Nazioni Unite sulla Condizione della Donna (CSW-The Commission on the Status of Women) è stata istituita il 21 giugno 1946, tramite una Risoluzione dell’ECOSOC, il
Consiglio Economico e Sociale dell’ONU (ECOSOC/RES/2/11), allo scopo di produrre rapporti e raccomandazioni all’ECOSOC stesso sulla «promozione dei diritti delle donne nella sfera
politica, economica, civile, sociale e dell’educazione», e di formulare raccomandazioni circa «problemi urgenti che richiedono un’attenzione immediata».
Fecondazione assistita, fine vita, cannabis terapeutica: occorre fermare il disinteresse per chi vorrebbe decidere sul proprio corpo ma non può farlo per gli ostacoli della politica.
Per buona parte delle persone con disabilità in Lombardia il vaccino anticovid-19 è ancora un miraggio.
Riflettere sui diritti delle donne con disabilità in Italia significa raccontare storie di vita individuale, percorsi di riflessione ed emancipazione personale. Vuol dire mostrare i modi in cui
ognuna di noi contrasta la duplice discriminazione che ci colpisce, quella “abilista” – che ci penalizza in quanto portatrici di diversità ritenute fuori dalla “norma”
(cioè dal modello medico), di cui sono vittime anche gli uomini disabili – e quella di genere.