Tag: liberismo - ultimi interventi
Trasmettere valori
Giuseppe Aragno - 17-06-2014
Come ormai fanno tutti, anche Paolo Giordano ha sparato a zero sulla scuola, che gli pare «rigida e alienante»; egli ha aperto così la pista a Stefania Giannini
La scuola, il neoliberismo e il referendum di Bologna
Mauro Boarelli - 24-04-2013
A Bologna, alla fine di maggio, i cittadini saranno chiamati a votare per un referendum consultivo sulla scuola dell'infanzia. Dovranno esprimersi sul finanziamento di un milione di euro all'anno alle scuole private da parte del Comune, scegliendo tra il suo mantenimento o la sua abolizione.
Si tratta di una scadenza che non riguarda solo Bologna, e non riguarda solo la scuola dell'infanzia. Se ci allontaniamo per un momento dall'oggetto del referendum possiamo comprenderne meglio la portata.
Il finanziamento pubblico alla scuola privata ha il suo teorico più illustre nell'economista statunitense Milton Friedman, il principale esponente della "scuola di Chicago", le cui strategie economiche liberiste hanno influenzato le politiche di Margaret Thatcher e Ronald Reagan (e anche di Pinochet).
Friedman non si preoccupa di analizzare i rischi che la proliferazione di scuole private può provocare in termini di limitazione e condizionamento della conoscenza, né di valutare cosa comporti la riduzione delle scuole pubbliche dal punto di vista della costruzione della cittadinanza, anzi, fugge letteralmente di fronte al problema.
I problemi dell'Italia post-unitaria
Gennaro Tedesco - 12-09-2009
Il nascente Stato italiano ha tutte le caratteristiche dello Stato burocratico accentrato e censitario.
Esso non concede alcuna autonomia amministrativa, tanto meno al Sud, il centro amministrativo e politico rimanendo a Torino, ed è basato sul censo che favorisce la borghesia imprenditoriale del Nord, assente nelle regioni meridionali.
Dal Sud, dai contadini del Sud, l'unità d'Italia è avvertita come un peggioramento delle loro condizioni di sfruttamento già esistenti nel Regno dei Borboni.
La crisi
Gennaro Tedesco - 06-06-2009
Non sappiamo come evolverà la crisi che ci sta di fronte. Ma vorrei provare a delineare qualche suo aspetto.
Naturalmente il punto di partenza non può che essere la crisi economica.
Ancora, al momento in cui scrivo, molti, soprattutto in Italia, non si rendono conto della profonda intensità e della imprevedibile durata della crisi.
Ma l'attuale crisi, che stiamo attraversando e di cui non intravediamo neanche l'ombra e la penombra dell'uscita, non è solo un problema finanziario ed economico, pur fondamentale e rilevante, è anche un problema politico. E sugli aspetti politici della crisi soprattutto in Italia e in Europa il silenzio sembra quasi totale.
Come quotidianamente chi scrive ha modo di constatare, numerosi italiani reagiscono alla crisi, ignorandola e persistendo nel loro alto tenore di vita come se tutto fosse come prima.
E' iniziata la fuga dalla responsabilità e dalla libertà...