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Scuola. Le voci delle reazione
Giuseppe Aragno - 03-12-2013
«Stanno sfasciando tutto», scrive con enfasi sospetta Alessandro Barbano sul «Mattino» del primo dicembre. Gli studenti, aggiunge, o, per dir meglio, «i teppisti», rubano computer, lavagne luminose e proiettore [...] sfogano il loro disprezzo spaccando cattedre e banchi, imbrattando muri [...] come un'orda barbarica».
Si scrive scuola, si legge futuro
Giuseppe Aragno - 12-10-2013
"Si scrive scuola, si legge futuro". Questo slogan ha spinto ieri in piazza gli studenti delle superiori, mentre Lampedusa allineava sul molo nuove vittime di leggi razziali. Ovunque l'onda della protesta ha chiamato in causa il governo; nel mirino non solo Letta, ma Napolitano, "deus ex machina" di "larghe intese", inammissibili manomissioni della Costituzione e scorciatoie presidenzialiste.
Hai visto che vittoria?
Giuseppe Aragno - 03-10-2013
- Aria di festa, ma perché? Hanno approvato finalmente una legge elettorale proporzionale che scioglie il nodo della rappresentanza?
- Pare di no.
- Allora si fa festa perché finalmente Enrico Letta è andato in Germania e gliele ha cantate: la volete piantare con il rigore? ...
Una terribile violenza
Patrizia Rapanà - 03-05-2013
A cosa è ridotta la scuola, ha scritto ieri sul "Fatto Quotidiano" Eleonora Carrano, gli italiani lo hanno potuto capire "alle recenti elezioni dello scorso febbraio, [...] qualunque fosse la loro estrazione sociale". Per buona parte dei docenti lo spettacolo è abituale e quasi non ci si bada più: crepe e erba maligna nei cortili, muri stinti pieni di macchie e graffiti, ai piani bassi finestre protette da grate arrugginite. La sicurezza messa a repentaglio da pareti infiltrate e cadenti. Uno spettacolo indecente che fa a pugni con le chiacchiere e le promesse di governi incapaci, ministri impreparati e bugiardi,
Ho sentito il discorso di Letta quando ha chiesto la fiducia al Parlamento. Sembravano le parole di un uomo che non mette piede in una scuola statale da decenni. Chiacchiere, formule prive di agganci con la realtà: "La società della conoscenza e dell'integrazione si costruisce sui banchi di scuola e nelle università", ha detto il Presidente di un governo che nessun leader di partito aveva proposto agli elettori durante la campagna elettorale.
Don Milani, l'on. Speranza e Maria Chiara Carrozza
Giuseppe Aragno - 29-04-2013
Dopo Milano e il Palazzo di Giustizia assalito con furia giacobina come fosse la Bastiglia, anche Roma è caduta. Il Parlamento è in mano a una destra autentica e alla sua dozzinale imitazione di sinistra. Qualcuno domani titolerà che l'Italia ha un nuovo governo e molti, ingenui, speranzosi o compromessi col potere, andranno a cercare nel nome dei ministri la dignità delle Istituzioni violate. Si può esserne certi purtroppo: chi ama la scuola troverà nei molti e prestigiosi titoli della ministra dell'Istruzione, professoressa Maria Chiara Carrozza, ragioni di speranza che Profumo, Rossi Doria e Ugolini non potevano offrire e per un po' molti lavoratori traditi sogneranno di certo impossibili miglioramenti, solo perché tra i ministri non troveranno più la tragica figura della Fornero. La verità però è diversa e veramente amara: nonostante l'aperto rifiuto manifestato dagli elettori, oggi un Parlamento commissariato ha votato la fiducia a un nuovo governo Monti. Identica maggioranza, coincidenti priorità - anzitutto i mercati, poi l'umanità dolente in lotta con la disperazione - e una legittimità democratica ancora più impalpabile.