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Quanno ce vo ce vo
Mauro Artibani - 08-12-2016
Paraponzi ponzi pò, ci risiamo: L'inflazione a novembre "torna in terreno moderatamente positivo (+0,1%), ma questo non impedirà di archiviare un 2016 caratterizzato da una dinamica di deflazione".
Lettera aperta di una DSGA
Maria Zammitti - 20-10-2014
Caro Matteo Renzi, mi rivolgo direttamente a Lei, i "soliti" noti verranno ancora colpiti a colpi di mannaia senza "discriminare" e utilizzando la solita sovrastruttura ideologica, già da decenni abusata dai suoi predecessori, La invito a farci visita.
Il gioco in difesa
Francesco Di Lorenzo - 01-03-2014
Sul nuovo ministro dell'istruzione c'è poco da dire. La discontinuità (peraltro solo a parole) invocata da questo governo in tutti i settori, nella scuola non c'è, non esiste. A leggere i dieci punti programmatici del neo ministro Giannini, tutto sembra in continuità con un graduale ma significativo disfacimento e con la mancanza di idee decise (e precise).
Il coro complesso delle lamentele ad ogni cambio di governo include sempre il gioco della torre, riferito alle materie di studio. Quale tra di esse si butta via perché non serve più?
Da un'intervista ad un ex alunno di papa Bergoglio, apprendiamo che il futuro pontefice, per interessare gli allievi insegnava scrittura creativa e lanciava concorsi letterari. E la scuola che fa?
Lettera aperta degli insegnanti greci ai loro studenti
Atene Calling - 19-09-2013
Cara nostra studentessa, caro nostro studente, è passato ormai molto tempo da quando questi giorni di settembre erano per tutti noi un dolce ritorno a scuola, con lo scambio delle esperienze estive, con la progettazione e le decisioni sul nuovo anno scolastico, con il rinnovo della promessa che faremo tutto il possibile per vivere bene.
22 Giugno Fischi, distacchi ed esami
Francesco di Lorenzo - 22-06-2013
Dallo Speciale Notizie dal fronte 2012-2013



Quest'anno il meeting di Comunione e Liberazione sarà inaugurato dal presidente del consiglio Enrico Letta. Pensare che una volta, qualche anno fa, i rappresentanti dell'opposizione erano accolti dai militanti di CL con fischi e pernacchie, per essere leggeri. Ora non succede. Ora è tutto cambiato. Ora, è solo seguendo uno schema vecchio e antiquato che il presidente del Consiglio Letta dovrebbe essere all'opposizione. Adesso siamo amorevolmente insieme. E se qualcuno si azzarda a porre il problema di una diversa visione della società, per favore, la smetta. Non è questo il momento.
Si dirà che i tempi sono cambiati, tanto cambiati da far apparire come qualcosa di irreale i fischi che, ad esempio, furono riservati al ministro dell'istruzione Berlinguer al Meeting del 1996. Ma lì, eravamo nella preistoria.
Sulla dismissione dei corsi di lingua e cultura italiana all'estero
Marco Palone - 24-09-2012
Segue il testo di una lettera a Napolitano, redatto da un gruppo di insegnanti che espongono non tanto il loro problema, ma quello più generale dello smantellamento delle istituzione italiane all'estero, sotto i colpi di una politica di rispamio miope, che taglia anche le possibilità di sviluppo e crescita.
Non dormiamoci su
Francesco Di Lorenzo - 06-08-2012
Dallo Speciale Notizie dal fronte 2011-2012


Il sospetto è diventato realtà. Ormai si sono convinti tutti: un'estate della scuola così catastrofica, operatori e fruitori scolastici, non la vivevano da qualche anno. Resta confermato che, come diceva un vecchio funzionario ministeriale, in estate generalmente passano leggi e leggine che nel corso dei mesi rivelano di possedere, al loro interno, le maggiori nefandezze. E che quindi bisogna stare attenti, non bisogna mai, in estate più che in altre stagioni, allentare la tensione. La quale tensione, però, viene messa a dura prova (tanto da potersi facilmente tramutare, si spera, in rabbia) quando si leggono sempre e soltanto notizie di questo tenore: tagli alla ricerca, tagli della presidenze, tagli alle ferie dei supplenti, aumento delle tasse universitarie. E sono solo 'chicche' a titolo esemplificativo, poiché in effetti si tratta di un 'continuum', inesorabile e senza fine.
Tra pubblico e privato
Emanuela Cerutti - 22-09-2011
C'è da chiedersi cosa davvero bolla in pentola.
La notizia è disarmante: aboliamo gli asili statali per tornare al privato.
Durante un recente convegno pidiellino il consigliere regionale veneto Serragiotto non abbassa fino in fondo la mannaia, ma di una cosa è certo: il privato farà risparmiare.
Sul "chi" mi pare si possa aprire un confronto.
Le famiglie? Attualmente le scuole materne private chiedono quote d'iscrizione e gestione più alte delle pubbliche e, generalmente, proporzionali al servizio offerto, alla numerosità della classe, all'orario. Generalmente le famiglie spendono meno nel pubblico.
Le scuole private? Le scuole private lamentano da tempo la fatica del vivere quotidiano e chiedono insistentemente contributi statali in nome della parità. Se aumenteranno gli iscritti e il servizio dovrà essere realmente potenziato forse più del risparmio crescerà la spesa.
Lo Stato, ossia le scuole pubbliche? Lapalissiano: se un "datore di lavoro" toglie lavoro certamente ci guadagna. A scapito, ovviamente, degli insegnanti, cioè dei lavoratori pubblici dipendenti. A meno che non debba riversare quel risparmio su altro settore analogo.
Pensiamo al dopo Gelmini: il rapporto numerico alunni/docenti
Vincenzo Pascuzzi - 20-01-2011
Parliamo del rapporto numerico medio alunni/docenti calcolato su scala nazionale.

È stato il cavallo (a dondolo?) di battaglia dell'attuale ministro e della sua parte politica (eletti ed elettori) nelle battaglie per le riforme, le razionalizzazioni, i tagli conseguenti (140.000 licenziati fra i quali qualcuno si è pure suicidato).

È stato uno slogan suggestivo, efficace, incombente, penetrante, pervasivo, verosimile ma falso.
Impoverimento in caduta libera
Cosimo De Nitto - 14-10-2010
c'é da chiedersi: l'informazione che in Italia cresce la povertà e che questa risucchia ceti finora ritenuti al sicuro dalla congiuntura economica significa qualcosa, ha attinenza con il mondo della scuola, con le problematiche dei bambini e delle giovani generazioni, con le problematiche familiari che sono dietro, con la condizione degli insegnanti e con lo stato della scuola?
E' "fare politica" da parte degli insegnanti preoccuparsi degli effetti devastanti che può avere, e in molti casi lo ha, sui bambini il fatto che i loro genitori non possono più permettersi di pagare la mensa a scuola?
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