Tag: ATA - anno scolastico 2011-2012
La riscoperta della persona
Francesco Di Lorenzo - 10-07-2012
Dallo Speciale Notizie dal fronte 2011-2012



A parole si proclamano diversi ma in concreto, grattata via la patina, ti accorgi che sono miseramente uguali. È inutile sbandierare, come pure questo governo ha fatto, una discontinuità con il precedente sui tagli e sui finanziamenti alla scuola (sia pubblica che privata). In effetti, c'è una continuità evidente e lampante. Per la scuola, il piano del governo attuale prevede un altro taglio di 200milioni alle istituzioni pubbliche a favore di quelle private. Una 'novità' che negli ultimi dodici anni, dall'entrata in vigore della legge sulla parità (62/2000), continua a riproporsi senza soste. In effetti, non si capisce perché tutti noi dovremmo contribuire, con i fondi dello Stato, a diminuire la qualità della scuola pubblica a favore di quella privata. Tenendo presente il paradosso che la maggioranza della popolazione non usufruisce della scuola privata e non vorrebbe farlo, o non vorrebbe essere costretta a sceglierla. Ma si fa finta di niente, e così il paradosso diventa un macigno: un grande ostacolo che si evita volentieri. Basta far finta che non ci sia, o di passarci accanto con geniale noncuranza e il gioco è fatto. Ma fatto per chi?
Tra pubblico e privato
Emanuela Cerutti - 22-09-2011
C'è da chiedersi cosa davvero bolla in pentola.
La notizia è disarmante: aboliamo gli asili statali per tornare al privato.
Durante un recente convegno pidiellino il consigliere regionale veneto Serragiotto non abbassa fino in fondo la mannaia, ma di una cosa è certo: il privato farà risparmiare.
Sul "chi" mi pare si possa aprire un confronto.
Le famiglie? Attualmente le scuole materne private chiedono quote d'iscrizione e gestione più alte delle pubbliche e, generalmente, proporzionali al servizio offerto, alla numerosità della classe, all'orario. Generalmente le famiglie spendono meno nel pubblico.
Le scuole private? Le scuole private lamentano da tempo la fatica del vivere quotidiano e chiedono insistentemente contributi statali in nome della parità. Se aumenteranno gli iscritti e il servizio dovrà essere realmente potenziato forse più del risparmio crescerà la spesa.
Lo Stato, ossia le scuole pubbliche? Lapalissiano: se un "datore di lavoro" toglie lavoro certamente ci guadagna. A scapito, ovviamente, degli insegnanti, cioè dei lavoratori pubblici dipendenti. A meno che non debba riversare quel risparmio su altro settore analogo.