Tag: d - anno scolastico 2008-2009
SOS chimica
Gruppo docenti di Chimica e Tecnologie Chimiche - 10-07-2009
I nuovi regolamenti approvati dal Governo il 28/5/09 e il 12/6/09, come resi noti dai siti sindacali, se non modificati in seconda lettura, porterebbero gli studenti in uscita da quasi tutti i licei ed istituti tecnici e professionali ad una preparazione scientifica generalista e superficiale.
Temiamo che si tratti di una tanto grave quanto miope mancanza di considerazione per la Chimica e di quanto una sua non adeguata conoscenza possa segnare negativamente il futuro degli studenti e del Paese, che non vogliamo che negli anni a venire scivoli sempre di più sulla china della arretratezza culturale in campo scientifico e tecnologico.
Prendendo comunque atto con sollievo della disponibilità da parte del Ministro (manifestata il 10/6/09 ai Sindacati) ad accogliere proposte di modifiche migliorative di dette bozze, proponiamo...
Che fare? Si può fermare la Ministra?
Corrado Mauceri - 08-07-2009
Tutti i provvedimenti finora adottati dalla Ministra Gelmini e dagli Uffici periferici in attuazione dell'art. 64 DL n. 112/08 e dell'art. 4 DL n. 137/08 sono illegittimi. La Ministra ed i suoi uffici però procedono come se tutto fosse regolare e, purtroppo, nella più generale rassegnazione.
Tutti lamentano la gravità e l'illegittimità dei provvedimenti adottati dalla Gelmini, ma a tutt'oggi non si riesce a bloccarli né a promuovere un'azione unitaria per manifestare concretamente tale dissenso politico. Un tentativo promosso in tal senso nei giorni scorsi dall'Ass. Per la Scuola della Repubblica non è riuscito a concretizzarsi.
Quali iniziative si potrebbero concretamente prendere?
Stante l'illegittimità degli atti ministeriali, ci si può muovere anche a livello legale; ma è assolutamente prioritaria l'iniziativa politica unitaria. Bisogna ribadire ancora una volta che senza dubbio le iniziative legali devono essere promosse perchè possono aprire varchi e falle nell'operato del Ministero, ma bisogna avere la consapevolezza che se non c'è una forte iniziativa politica, l'azione legale non è sufficiente.
Un Governo, disinvolto e spregiudicato come questo, pronto a legiferare a colpi di decreti legge e voti di fiducia e con un'opposizione parlamentare innocua non può essere affrontato soltanto sul terreno legale; si è già visto con il termine per l'adozione dei regolamenti; l'art. 64 aveva previsto il termine di dodici mesi, il Governo non ha rispettato il termine; con un decreto legge ha dichiarato di essere nei termini!
A rischio di dispersione
Francesco Di Lorenzo - 17-06-2009
Ma veramente qualcuno riesce a credere che con le bocciature, come ha detto il ministro Gelmini, la scuola sia diventata di colpo seria?
Ha usato veramente parole disgustose. Ha detto che è finita l'era del buonismo e del sei politico come ha ...
Lettera aperta al Ministro Meloni
Franco Labella - 15-06-2009
Gentile Ministro,

le scrivo a nome del Coordinamento nazionale dei docenti di Diritto e Economia per esprimerle il nostro più grande stupore per le sue dichiarazioni a Tuttoscuola, riportate anche sul suo blog e relative al pacchetto di provvedimenti relativo ai Licei.
In particolare c'è questo brano che le riporto riprendendolo dal sito di Tuttoscuola:

"La riforma Gelmini affronta la sfida educativa della nostra epoca senza accantonare quanto di buono è stato fatto negli anni precedenti, ma facendo giustizia delle molte aberrazioni che hanno affossato la scuola in Italia".

Tra le aberrazioni la Meloni colloca le "innumerevoli sperimentazioni, figlie della cultura sessantottina, introdotte all'interno del sistema educativo a discapito di nozioni basilari per la crescita culturale e civile degli studenti italiani".
L'aumento delle bocciature e le colpe del Ministro Gelmini
Antonio Cucciniello - 15-06-2009
Se, per mancanza di finanziamenti, non è possibile organizzare né la compresenza di docenti per qualche ora settimanale (per effettuare attività di recupero degli alunni deboli ma anche di potenziamento dell'eccellenza, a piccoli gruppi omogenei di alunni e con metodologia adeguata a tutte le esigenze), né seri corsi di recupero pomeridiani, con un congruo numero di ore (corsi di 10 ore sono una cosa ridicola) e tanto meno un sistema premiale del merito e del "sacrificio" che sia motivante per tutti (con borse di studio, buoni libro, buoni per attività sportive, ecc. non solo per i più bravi ma anche per gli studenti che, pur non riportando voti alti, mostrano impegno sistematico ed aiutano i compagni), chiedo al Ministro, alle forze politiche e sindacali, ai presidi e ai docenti se non sia più giusto, per dare un'ulteriore possibilità agli alunni, ripristinare, fin dalla 1^ media inferiore, gli Esami di Riparazione a settembre ?
Ideologia della Prassi Scolastica
Gennaro Tedesco - 13-06-2009
Le spinte della globalizzazione e la controspinta del localismo, la politica non solo educativa europea e nazionale, l'estensione e il consolidamento del processo di autonomia scolastica, la crisi non solo economica mondiale, hanno contribuito alla nascita e alla formazione di una vera e propria ipostatizzazione delle prassi scolastiche che, in qualche modo, in virtù di un processo tutto interno alle istituzioni scolastiche, si è trasformata in un nuovo genere di ideologia .
I numerosi interventi riformatori succedutisi quasi ininterrottamente e spasmodicamente negli ultimi anni e abbattutisi dall'esterno pesantemente sulle teste dei docenti mal pagati, in evidente crisi d'identità e senza validi, moderni e duraturi piani di aggiornamento all'altezza della sfida planetaria della complessità non solo epistemologica e percepiti dagli stessi come estrinseci e non intrinseci al loro sistema di appartenenza, la virulenza e la radicalità dei sommovimenti culturali ed educativi, l'irruenza ideologica dei genitori, assecondata demagogicamente da una classe dirigente che della Scuola, apparato debole, ha fatto merce e moneta di scambio, che ha scambiato la didattica e la formazione come qualcosa di facilmente "erogabile", "standardizzabile" e alla portata di tutti, la mancanza di investimenti e i tagli in tutti i settori della conoscenza, dalla formazione alla ricerca, la totale e assoluta alterità dei nuovi linguaggi e nuovi immaginari delle ultime generazioni di adolescenti e giovani, probabilmente con la non voluta "complicità" delle varie e cangianti gestioni ministeriali, hanno introdotto nel nostro sistema formativo, sia nella scuola vera e propria che nei pochi e in via di estinzione ricercatori e formatori addetti all'aggiornamento, una tendenza sempre più sottile e subdola alla burocratizzazione e soprattutto alla specializzazione non solo del corpo docente ma anche degli stessi dirigenti e degli stessi formatori. Tale fenomeno è in piena maturazione e non sempre viene percepito e tanto meno colto nelle sue stravolgenti dinamiche.
Massimo D'Alema. Più realista del re
Giuseppe Aragno - 13-06-2009
Non m'importa di sapere se in tema di violenza politica lo statunitense Ronald Reagan, l'uomo che nel 1986 bombardò Tripoli ferocemente in una guerra mai dichiarata, vanti un pedigree più nobile di quello che può esibire il dittatore libico Muammar Gheddafi. La violenza, in ogni caso, fu inutile e il colonnello sfuggì al bombardamento terroristico americano. Allah pare sia grande e, da bambino, il colonnello era del resto sfuggito miracolosamente alla morte, saltando su una mina di Mussolini, dittatore di casa nostra, figlio dell'Italia colonialista e liberale al tempo degli eccidi di Shara Shat e padre di quella fascista: l'Italia dei gas etiopi, delle leggi razziali, delle stragi balcaniche, delle pubbliche esecuzioni e delle mortali deportazioni tripolitane.
Il voto di condotta o meglio: come usare la griglia di valutazione
Carla Giulia - 12-06-2009
Sono stanchissima, torno ora da scuola .
Sono stremata dal lavoro di un anno scolastico (che per fortuna ancora mi appassiona).
Pertanto mi scuso subito se non sembrerò sufficientemente chiara (lucida?).
Ebbene mi capita di essere una coordinatrice di classe, e di dover proporre al C.d.C. il voto di condotta!
E come? Semplice , utilizzando una griglia di valutazione...
Colleghe di buona volontà ne hanno costruita una sulla quale ci confrontiamo prima degli scrutini; in quella occasione faccio notare che mi sembra una "gabbia", ricordo che la griglia dovrebbe servire a rendere la valutazione fedele, significativa, precisa ed equa e che dovrebbe facilitare l'operazione della valutazione, cosa che quella griglia non fa ...

Per cortesia qualcuno mi dica che ne pensa.
La cattedra di Lettere
Virginia Mariani - 12-06-2009
Nella mia scuola media alcune colleghe, fra cui quelle di matematica che son più ferrate con i numeri, hanno avuto il compito di presentare alcune proposte per formare le cattedre di Lettere per il prossimo anno scolastico funestato dai tagli che si ...
Obbligo di istruzione? Abbiamo scherzato!
Maurizio Tiriticco - 06-06-2009
Che ne è dell'innalzamento dell'obbligo di istruzione? Ormai è stagione di scrutini e, nella superfetazione di circolari ministeriali tardive, impasticciate e anodine, che creano più sconcerto che certezze, nulla si dice a proposito del modello di certificazione delle competenze terminali dell'obbligo di istruzione che, com'è noto, quest'anno giunge - o dovrebbe giungere... chissà? - al suo primo traguardo.
La norma, il dm 309/07 parla chiaro: "Con decreto del Ministro PI, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, sono adottati i modelli di certificazione delle competenze... acquisite dagli studenti nell'assolvimento dell'obbligo di istruzione" (art. 4, c. 3).
La crisi
Gennaro Tedesco - 06-06-2009
Non sappiamo come evolverà la crisi che ci sta di fronte. Ma vorrei provare a delineare qualche suo aspetto.
Naturalmente il punto di partenza non può che essere la crisi economica.
Ancora, al momento in cui scrivo, molti, soprattutto in Italia, non si rendono conto della profonda intensità e della imprevedibile durata della crisi.
Ma l'attuale crisi, che stiamo attraversando e di cui non intravediamo neanche l'ombra e la penombra dell'uscita, non è solo un problema finanziario ed economico, pur fondamentale e rilevante, è anche un problema politico. E sugli aspetti politici della crisi soprattutto in Italia e in Europa il silenzio sembra quasi totale.
Come quotidianamente chi scrive ha modo di constatare, numerosi italiani reagiscono alla crisi, ignorandola e persistendo nel loro alto tenore di vita come se tutto fosse come prima.
E' iniziata la fuga dalla responsabilità e dalla libertà...

La Société des amis des noirs
Giuseppe Aragno - 05-06-2009
Chi difende un uomo di colore finalmente è avvisato: quel che rischia è un processo. A Siracusa Antonio Pedace l'hanno messo dentro e lo processeranno: resistenza e minacce. Ha preso le difese di un eritreo maltrattato dalla polizia.
L'ho insegnato per anni e la vita m'è stata maestra: c'è un filo teso tra politica e storia e la furia giacobina non fu solo terrore.
Vogliamo poter votare sulla rappresentanza sindacale
Libero Tassella - 05-06-2009
Io credo che dopo quest' anno terribile, non sia giusto congelare la misurazione della rappresentatività sindacale per legge, la trovo un'azione di regime; anche con altre forme da concordare ma comunque endosindacali, i sindacati devono sottoporsi a breve ad elezioni per definire/ridefinire la rappresentatività sindacale; io non trovo giusto che gli insegnanti e in generale i lavoratori della scuola non possano esprimersi sul quanto e sul come i sindacati rappresentativi hanno fatto o non hanno fatto.
Scuola e razzismo
Stefano Lonzar - 03-06-2009
Dietro alle cosiddette "norme per la sicurezza", in realtà si nasconde un arretramento ed un imbarbarimento della vita in comune, si alimentano sempre più disvalori quali l'egoismo, l'intolleranza, la paura dell'altro, si pongono le condizioni per divisioni, odi, scontri sociali ed interetnici.
Tale ventata reazionaria ha coinvolto, suo malgrado, anche le istituzioni scolastiche. Dapprima con la mozione del leghista Cota a favore dell'istituzione di classi separate per gli alunni stranieri che non parlano l'italiano, poi con la proposta del ministro Gelmini di inserire una quota fissa di alunni stranieri nelle classi, infine, con la vexata quaestio dei presidi-spia.
Gelmini e dirigenti: de hoc satis
Punto e S'Virgola - 29-05-2009
Il Ministro si esercita ad attaccare ancora una volta, dopo la "sparata" del marzo scorso, i dirigenti scolastici; l'occasione per intervenire glielo fornisce una lettera che molti Dirigenti scolastici del Lazio hanno inviato ai Genitori per informarli che le Scuole sono "in ginocchio" e che tale situazione rischia di compromettere il funzionamento ordinario del servizio in assenza di fondi per le supplenze, per le spese di funzionamento, per i corsi di recupero, per le visite fiscali obbligatorie, ecc.

Tale iniziativa ha posto all'attenzione di tutti, a cominciare da chi ha responsabilità di governo, la gravità della situazione e dei problemi che la Scuola pubblica sta attraversando a tutela del diritto all'istruzione dei cittadini ed in difesa del pubblico servizio.

Non possiamo più esimerci dal segnalare, apertis verbis et "urbi et orbi" le inadeguatezze di chi si erge a "fustigare" i dirigenti scolastici-funzionari dello Stato; di più: si assuma la responsabilità di individuare le responsabilità e di revocare i contratti di quelli che "debbono cambiare mestiere".
Abbiamo ancora qualche possibilità?
Francesco Masala - 28-05-2009
C'è in corso un processo epocale di descolarizzazione, vince la amicizzazione e la noemizzazione del paese. Questi anni resteranno nella storia come quelli della più grande contrazione della base produttiva e precarizzazione del lavoro e immiserimento del paese e dopo altri anni di questo schifo, che finirà per questioni di letto, non per rivolte dei lavoratori, addormentati da televisioni, partiti e sindacati, ci troveremo a scegliere tra Fini e Casini.
Come uscire da quest'incubo? Cosa possiamo fare? Non masse, ma almeno qualche migliaio di persone coordinate possono mobilitarsi per qualcosa? Non so come, credo che occorra muoversi, ma le ferie, il mare..., esiste qualche sindacato tipo quelli citati prima disposti a offrire alternative a questa ingloriosa fine per inedia?
Il 6 politico mascherato e scrutini come roulette russa
Antonio Cucciniello - 27-05-2009
Mettendo da parte la propaganda governativa sulla nuova scuola berlusconiana e la demagogia degli estremisti del 6 politico e del 10 in condotta a tutti, ritengo che per "motivare" meglio gli studenti e per ottenere maggiore serietà negli studi, oltre all'assegnazione di numerose borse di studio, bonus, ecc. per gli alunni meritevoli o per quelli che mostrano impegno costante e aiutano i compagni in classe e a casa, l'unica soluzione possibile e forse, anche la più giusta, sia:
IL RIPRISTINO, FIN DALLA 1^ MEDIA INFERIORE, DI VERI E RIGOROSI ESAMI DI RIPARAZIONE A SETTEMBRE.

Certo, senza alcune ore di compresenza al mattino con divisione delle classi in piccoli gruppi omogenei per attività di recupero ( con gli alunni più deboli) e di potenziamento ( con quelli più bravi ) e seri corsi di recupero pomeridiani ( sono una cosa poco seria i corsi di recupero, di sole 10 ore annuali, organizzati in alcune scuole superiori perchè i fondi messi a disposizione dal Ministro sono ridicoli ), i soli esami di riparazione non sono risolutivi.

Per il finanziamento di tutto ciò, giocando un pò a fare l'antipolitico, suggerisco al Ministro di chiedere al Capo del Governo un Decreto Legge o un Disegno di Legge d'iniziativa popolare per la riduzione del 5-10% degli stipendi di tutti i Parlamentari e/o Consiglieri regionali.
La Procura della Repubblica dà voce a Madonna Assunta
73° Circolo Didattico Napoli - 23-05-2009
Nel silenzio delle istituzioni politico-amministrative per le sorti della nostra scuola, ormai chiusa dall'8 aprile 2009, e dispersa sul territorio dal 23 aprile 2009, la Procura della Repubblica, a seguito dell'ispezione di polizia giudiziaria effettuata in data 4 maggio 2009, nella quale ha rilevato palesi violazioni al D.lgs 81/2008 (Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro), in data 13 maggio 2009, ha emesso provvedimento di contravvenzione nei confronti dell'arch. Maurizio Perna, nella sua qualità di Dirigente del Servizio di Manutenzione urbana della X Municipalità, per il quale egli è tenuto ad eliminare le numerose irregolarità rilevate al plesso scolastico Madonna Assunta e contestate, entro e non oltre il 1° settembre 2009, nonché a pagare un'ammenda prevista per le suddette contravvenzioni.
Centro Eda
Emanuela Cerutti - 23-05-2009
Mentre c'è chi questua voti con promesse bellicose (tranquilli, se vinco io gli stranieri li faccio fuori - eufemismo provinciale, s'intende -), e chi minaccia tagli mirati ai Centri Territoriali (vedi la non troppo nota "ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione degli adulti, ivi compresi i corsi serali, previsti dalla vigente normativa), gruppi di persone sprovvisti di mezzi propri macinano kilometri due o tre volte la settimana per arrivare puntuali in aule che li accolgono e chiedono: "Il futuro, per favore, possiamo imparare il futuro? E' con quello che abbiamo problemi..."
Viaggio in Indonesia
Gennaro Tedesco - 22-05-2009
La diversità che ti trasforma perché questo e non altro, secondo lo scrivente, dovrebbe essere il senso correttamente inteso di una educazione interculturale è assente. E questa trasformazione identitaria, che è reciproca nel momento dell' "impatto" con l'altro, dovrebbe essere al centro del discorso educativo e soprattutto della pratica educativa. Credo che i docenti, oltre agli allievi e più degli allievi, dovrebbero essere obbligati, prima di svolgere il loro ruolo strategico di educatori, ad andare e fare esperienza in Terre assai lontane. E il racconto del loro viaggio di autoformazione e di trasformazione dovrebbe essere il "capitale" e l'eredità che essi portano in dote ai nostri allievi per spingerli a loro volta ad andare per le infinite vie del vasto mondo per tornare arricchiti e trasformati nel cuore e nella mente, più ibridati e contaminati dall'altro, per porsi al servizio di una comunità divenuta sempre più cosmopolita proprio grazie alla loro acquisita e dialettica alterità .
La piccola Italia del GRANDE FRATELLO
Cosimo De Nitto - 21-05-2009
A cosa servono la scuola, la cultura, il merito, la fatica di costruirsi conoscenze e competenze giorno dopo giorno per anni?
A che serve raccontare favole sul merito da parte di un governo il cui capo è editore e riscossore dei benefici economici e politici di trasmissioni spazzatura come queste?
Come si fa da parte dei poveri insegnanti a convincere queste ragazzine a scommettere sulle conoscenze e competenze che si formano a scuola con anni e anni di duro impegno, e che un canto della Divina Commedia vale più di mezzo centimetro di girovita?
Senza preamboli
Susanna Marina Ripanti - 20-05-2009
Senza preamboli perché il tempo dei preamboli non c'è, chiediamo parola a proposito di tre recenti disposizioni varate dal Ministero dell'istruzione nel corso dell'anno scolastico in relazione al voto di condotta, all'adozione dei libri di testo e ai criteri di formazione degli organici.
Si tratta di disposizioni di legge che richiedono un'immediata applicazione nel momento stesso in cui vengono emesse, addirittura anche nel corso del secondo quadrimestre, indipendentemente dalla natura e dalla specificità del lavoro degli insegnanti che prevede tempi di analisi, di programmazione, di predisposizione di tempi, di compiti da distribuire tra i docenti, di alunni da informare, di genitori da coinvolgere. In realtà, al contrario, ci viene imposta l'applicazione di leggi e circolari con la stessa tempistica che si userebbe nei confronti di un'azienda che produca un qualsiasi manufatto, un frigorifero, una t-shirt o un paio di mocassini!
Non è un paese per precari
Elena la Gioia - 20-05-2009
Sono pluriabilitata all'esercizio dela professione docente. Lo sono diventata per aver superato dei pubblici concorsi banditi dallo Stato. Questo, invece di valorizzare le competenze riscontrate mi ha precarizzato per anni, al punto che non mi si identifica più come insegnante ma come precaria.
Precari lo siamo in tanti, da tanto. Ci chiamiamo addirittura storici. Non contiamo più gli anni di carriera, ma i decenni. Siamo quelli che servono lo Stato quando allo Stato serve, lì dove occorre, ad occupare cattedre per il tempo e gli insegnamenti disponibili. Aspettiamo "buoni buoni in fila indiana" il nostro turno in graduatoria...
Lettera aperta a Valentina Aprea
Forum Precariscuola - 19-05-2009
Proveniamo tutti da complessi e lunghi percorsi abilitanti che nessuno di noi ha scelto volontariamente di fare, ma che costituivano l'unica possibilità per realizzare il nostro desiderio d'insegnare.
Riteniamo, dopo anni di formazione, investimenti di tempo, denaro, studi, passione, sacrifici, per noi e spesso anche per le nostre famiglie, che sia un nostro diritto essere assunti prima di dar corso al nuovo canale, che potrebbe partire solo per le graduatorie esaurite.
Sarebbe assurdo e illogico infatti ricercare nuove vie di reclutamento prescindendo e mettendo da parte centinaia di migliaia di abilitati che, ad oggi, vivono di questo reddito.
Del merito e dell'autonomia!
Maurizio Tiriticco - 07-05-2009
Sono in molti - anche se non tantissimi - a pensare che l'insistenza sul merito, di cui l'attuale Amministrazione si fa paladina, contribuisca a rendere più efficiente ed efficace il nostro sistema di istruzione, che da troppi anni promuoverebbe i suoi alunni sempre e comunque indipendentemente da un reale incremento di conoscenze, competenze, cultura. E i risultati di Pisa, da alcuni anni ad oggi, confermerebbero tale stato di fatto. Pertanto, occorrerebbe ricostruire una scuola "seria" e "severa", come quella pressessantotto, che sappia in primo luogo promuovere il merito!
Ma, se promuoviamo il merito, che ne facciamo del demerito? Promuoviamo pure i meritevoli, ma vogliamo anche permettere che vengano prodotti immeritevoli? Questa era la scuola di un tempo, funzionale ad un contesto socioeconomico in cui non tutti dovevano essere meritevoli perché gli immeritevoli avrebbero costituito comunque e sempre quella forza/lavoro manuale di cui il sistema aveva necessità.
Del resto a capaci e meritevoli - quindi distinti dagli incapaci e dagli immeritevoli - pensavano anche i Padri costituenti quando vollero che la Repubblica garantisse loro, se privi di mezzi, il raggiungimento dei gradi più alti degli studi (Cost. 34). Ma occorre ricordare che negli anni Quaranta, usciti dal disastro della guerra, non potevamo sapere che gli incapaci e gli immeritevoli non esistono per nascita, ma in forza di un'attenta e sapiente selezione sociale che da sempre ha creato classi di ricchi e di poveri, quindi di "intelligenti" e di "ingenui", di meritevoli e non meritevoli.
Che fare per evitare lo schianto
Fabrizio Dacrema, Gianni Gandola - 30-04-2009
La scuola italiana, la primaria in particolare, è oggi paragonabile ad una persona che, precipitando dal cinquantesimo piano, arrivata al venticinquesimo può ancora affermare "fin qui tutto bene. O quasi".
Lo schianto, infatti, non è ancora avvenuto.
Fin qui è andata bene la mobilitazione realizzata conto la manovra Tremonti-Gelmini, ma l'urto è ormai preannunciato dai Regolamenti approvati e dal decreto organici. Se lo schianto avverrà poi sarà molto difficile rimettere assieme i cocci. Se a settembre l'organizzazione didattica della scuola primaria sarà smantellata per mancanza di risorse, la forza della mobilitazione fin qui espressa potrebbe ripiegarsi, quando non ritorcersi su se stessa. Non è difficile prevedere i rischi di divisioni, reazione adattive, tentativi di arrangiarsi: una sorta di disarticolato "si salvi chi può" dal quale sarebbe decisamente difficile ripartire con una mobilitazione che ricostituisca l'ampio fronte di insegnanti, genitori, studenti, enti locali e forze sociali che fini ad oggi è stata la chiave del successo delle azioni per la difesa e lo sviluppo di una buona scuola pubblica.
Quest'ultima ha raccolto il risultato più eclatante al momento delle iscrizioni bocciando clamorosamente la controriforma Gelmini. Risulta infatti che soltanto l'1% delle famiglie ha scelto il modello a 24 ore/maestro unico, asse portante della filosofia Tremonti-Gelmini.
Da lì si deve quindi ripartire per ricostruire alleanze attorno ad una piattaforma credibile e ottenere risultati concreti prima dell'inizio dell'anno scolastico.
Dalla famiglia la sfida al rinnovamento
Vincenzo Andraous - 29-04-2009
Il pianeta adulto c'è, esiste, è presente quando deve castigare le intemperanze del bullo, un po' meno per chiarire con la stessa determinazione, un altro concetto, altrettanto importante, quello della propria capacità a esserci nei momenti del dialogo e del confronto che fanno abituare alla fatica, per pensare la violenza come uno strumento di eliminazione e non di superamento di un problema.
Per cercare di disarcionare la disattenzione degli adulti a casa, a scuola distanti dai banchi presi a calci, e distinguere tra comportamenti prevaricanti inaccettabili, e atteggiamenti competitivi esilaranti, c'è urgenza di confidare nelle capacità professionali e umane di chi conduce e allena alla palestra della vita i più giovani.
Il Paese delle mani in tasca e delle tasche piene
Gianfranco Pignatelli - 28-04-2009
Ma chi ha detto che l'economia è algida? Noi, per esempio, abbiamo un ministro appassionato e fantasioso. Non solo per la sua finanza creativa ma anche per la comunicazione adottata, sempre varia e ad effetto. Un paio di tormentoni, però, lo contraddistinguono. Il primo: abbiamo il terzo debito pubblico del mondo pur non essendo la terza economia mondiale. Secondo: non metteremo le mani nelle tasche degli italiani. Il ministro lo ha ripetuto anche in occasione degli interventi pro-Abruzzo. Così gli italiani le mani nelle tasche se le sono messe da soli. E il governo? Con destrezza ha subito fatto da croupier, sia per i denari derivati dalla generosità individuale e sia per quelli provenienti dalla solidarietà internazionale e comunitaria. Un grande affare: nessun onere e tutti i benefici mediatici e politici. Si spende e si spande con le tasche altrui. Tutti i meriti al governo a costo zero.
Non c'è più religione!
Vittorio Delmoro - 27-04-2009
Questo nuovo ministro dell'istruzione non perde occasione per dimostrare tutta la propria inadeguatezza di fronte alle questioni educative; del resto è un avvocato (per quanto laureatosi in Calabria) e dunque più avvezzo a districarsi tra colpevoli e innocenti, che non tra persone in formazione e formatori.

L'ultima, di qualche giorno fa, ha voluto dirla al meeting degli insegnanti di religione promosso dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana).
La via breve
Antonio Vigilante - 27-04-2009
Intervenendo ad un meeting di insegnanti di religione cattolica, il ministro Gelmini ha affermato non solo la pari dignità dell'insegnamento della religione cattolica, ma anche la sua superiorità. "L'ora di religione ha una valenza educativa maggiore di altre discipline", ha detto. Questa frase si può interpretare - credo legittimamente - come espressione di fondamentalismo religioso, propria di chi pensa la formazione come un itinerarium mentis in Deum, o qualcosa del genere. Ma forse il ministro non intendeva dire questo.
Della media dei voti e di altre amenità
Maurizio Tiriticco - 27-04-2009
Povera nostra scuola chiamata a tante capriole insulse e pericolose in nome di un ritorno alla severità e al rigore di una scuola di un tempo che fu! Purtroppo, se si guarda indietro, non si vede quello che c'è davanti... e neanche ciò che abbiamo di fronte! Società della conoscenza! Apprendere per tutta la vita! Non lasciare indietro nessuno! Le nuove frontiere delle competenze! Parole parole parole... gettate anche al vento, quando andiamo a leggere gli impasticciati e contraddittori provvedimenti che in questi ultimi mesi sono stati adottati per la scuola! Altro che progetti per dar vita ad un vero Sistema Nazionale Educativo di Istruzione e Formazione! E che risponda anche alle raccomandazioni europee! L'assoluta mancanza di un disegno che guardi lontano e il piccolo cabotaggio sono la sostanza della politica educativa dell'attuale Amministrazione!
Una seconda vita per la formazione
Benedetta Cosmi, Roberto Maragliano - 24-03-2009
La scuola e l'università vogliono i bravi o i Don Abbondio? "Ripetere i giudizi del Sapegno con la faccia d'uno che i testi se li è letti sull'originale. Li confronta tra loro e li giudica. I professori si contentano che si ripeta quello che dice lui": c'è bisogno di dirlo? Sì, è la (famigerata) Lettera a una professoressa della Scuola di Barbiana, del 1967. Sono passati tanti anni, ma sempre lì siamo. Una scuola come questa (e come quella) non serve a niente, peggio: annienta. Eppure è anche quella scuola lì, quell'idea di scuola che si vuole salvare quando si grida all'invadenza dell'e-learning e delle "nuove tecnologie". E allora, si cambi registro!
Il papa e il cappuccio
Tiziana Plebani - 23-03-2009
Qual è il Suo Dio, Eminenza? Un dio cattivo, pruriginoso e ficcanaso, si direbbe, che perde tempo a indagare sui cappucci piuttosto che guardare al cuore di quell'uomo e di quella donna. Alle loro necessità, ai loro bisogni, ai loro desideri. Avremmo dovuto e dovremmo popolare la terra come i conigli? Non le sembra che l'invadenza dell'uomo sul pianeta sia già al limite della sostenibilità? Che l'equilibro delle risorse e dell'ambiente richiedano all'uomo un limite anche di presenza? Ma forse Lei sta pensando che il riequilibrio possa essere governato 'naturalmente' dalla falce delle malattie...
I mali della scuola italiana
Lucio Garofalo - 23-03-2009
Se possibile, vorrei riassumere in una sorta di compendio, non "manualistico" ma demistificante, quelli che, dal punto di vista di un insegnante, costituiscono i problemi più urgenti e assillanti che pregiudicano e condizionano molto negativamente la vita e il funzionamento della scuola pubblica italiana.
Probabilmente, nell'immaginario collettivo la scuola è recepita e considerata in modo fallace e distorto a causa di insulsi e banali clichè, ovvero sulla base di facili e comodi luoghi comuni estremamente diffusi tra le persone, ma che in effetti corrispondono a false leggende metropolitane che bisognerebbe provare a sfatare con argomentazioni razionali e persuasive.
Ho preso undici!
Omero Sala - 07-03-2009
Agli inizi della mia carriera (anni '70!) mi piaceva leggere in classe i temi scritti di italiano dei miei alunni, anche per discutere e concordare insieme il voto. Una volta fu deciso di assegnare un bel 10 ad un tema particolarmente gradevole; mi scappò di dire che il tema forse meritava di più: dal fondo della classe uno disse ridendo che potevamo dare undici: scrissi 11, e undici fu. I ragazzi erano tutti felici. L'undici fu introdotto ufficialmente nella nostra classe, con lo sconcerto dei genitori, la perplessità dei colleghi e la disapprovazione del dirigente. Ricordo che anche nelle interrogazioni gli alunni si preperavano studiando forsennatamente e chiedevano di essere torchiati per prendere undici.
Dopo pochi anni il voto fu abolito e venne introdotto il giudizio sintetico, che però doveva essere accompagnato da una valutazione più articolata e meno perentoria.
Ora si torna indietro, e la questione del voto o del giudizio torna a infiammare gli animi.
Su una sola cosa il mondo della scuola dovrebbe infiammarsi: sul modo ottuso e drastico con cui la ministra decide senza consultare gli interessati e senza tener conto che gli assetti e gli ordinamenti attuali, la prassi e le regole, la cultura pedagogica e le consuetudini didattiche sono frutto di un processo lungo e lungamente meditato, discusso, sperimentato, verificato, consolidato.
Le scelte incomprensibili del Ministro
Franco Labella - 07-03-2009
Nella conferenza di presentazione di "Cittadinanza e Costituzione", la nuova disciplina introdotta sperimentalmente dal prossimo anno, il Ministro ha annunciato che l'insegnamento sarà impartito dai docenti di materie umanistiche, in particolare docenti di storia e geografia.


Il Ministro che pure, secondo il comunicato dell'Agenzia Asca, ha dichiarato che "''Non sara' la vecchia ora di Educazione civica ...... ma un'ora di educazione alla cittadinanza, per insegnare ai ragazzi i valori e i principi contenuti nella nostra Costituzione'' ha deciso di ignorare l'esistenza dei docenti di Discipline giuridiche ed economiche


Con ciò il Ministro ha disatteso perfino quanto elaborato dal Dipartimento per l'Istruzione, Direzione Generale per gli Ordinamenti del Sistema Nazionale di Istruzione e per l'Autonomia Scolastica e non ha tenuto in alcun conto il parere espresso, sull'insegnamento di "Cittadinanza e Costituzione", dal CNPI il 17 novembre 2008.
La violenza non corre all'angolo della pietà
Vincenzo Andraous - 06-03-2009
Ricordo un paese del nord, un campo sportivo, tanti ragazzini rincorrere un pallone, scalciare e gridare.
A scuola, in classe, per la strada, le solite voci, sempre quelle, come i volti e le mani additare, "ecco arriva il terrone, eccolo è arrivato".
Un giorno dopo l'altro, dalle elementari, alle medie, a rimbombare nella testa quella parola "terrone".
Uno sgambetto, un goal annullato, un dribbling di troppo, e quel ragazzino per terra, sempre sotto, schiacciato dal peso e dalle manate dei compagni, finchè un giorno accadde qualcosa di imprevisto: "il terrone" fece una scoperta inaspettata, un incontro che mutò la sua esistenza, tracciò la sua storia e purtroppo quella di tante altre persone.
Zeitgeist. L'identità che non c'è
Aldo Ettore Quagliozzi - 06-03-2009
Rientrano dalle finestre spalancate i fronzoli di una scuola che è stata - il grembiulino, il cinque in condotta per il quale si cerca ora una soluzione indolore visto il suo dilagare - ma si continua, all'esterno della scuola, per le vie cittadine sui grandi cartelloni pubblicitari, nelle pubblicazioni quotidiane o settimanali più diffuse e patinate, nei programmi d'intrattenimento o di falsa informazione delle televisioni pubbliche e commerciali. Risulta allora evidente come una politica nuova per la scuola nel bel paese risulterà perdente, se non irrealizzabile, fintantoché essa sarà affidata a forze politico-sociali che non avranno cura a creare argini possenti allo straripare oggigiorno incontenibile dei modelli e delle figure create all'interno del mondo virtuale dei moderni mezzi di comunicazione di massa. Inutile sarà reintrodurre nella scuola "esteriorità" appartenute ad altre epoche e pseudo-soluzioni organizzative e burocratiche. Una politica per la scuola dovrebbe mirare innanzitutto a ricreare l'identità in essa smarrita e non invece ad introdurre in essa modelli che dovrebbero appartenere ad altri ambiti della vita sociale del bel paese. Una politica per la scuola dovrebbe porsi come obiettivo primario ed irrinunciabile la ricerca di quell'identità che non c'è e che eviterebbe ai suoi frastornati protagonisti di porsi "all'inseguimento degli unici maestri che oggi contano: le star"
Mariastella Gelmini non lo sa: la storia ha le sue primavere
Giuseppe Aragno - 06-03-2009
Mai come oggi è stato così chiaro. Ci sono momenti della storia in cui l'estremismo sta nelle istituzioni, viene dall'alto, nasce dal potere, da una classe dirigente decisa a perpetuare se stesa in ogni modo possibile. In tutti i modi possibili, quindi, è necessario e legittimo reagire. In un momento come questo, nessuno si può illudere di difendere sé stesso disertando. E' vero, siamo pochi, ma non è meno vero che la scuola assediata non ha scelta: è chiamata alla lotta. Uniamo le forze, mettiamo in campo la ragione, facciamoci sentire, insieme, lavoratori di ogni categoria, cittadini che non intendono ridursi a sudditi, uomini e donne e che hanno cuore e dignità. La reazione non è ancora passata e, quand'anche lo fosse, non ha vinto, non può vincere. La vicenda umana conosce abissi di disperazione, ma il sole è destinato a tornare e l'alba cancella la notte. In quanto a noi insegnanti, non possiamo ignorarlo, sarebbe un crimine: sta a noi far sì che, dopo questo inverno, i nostri studenti siano la nuova primavera della storia.
Donne care
Ilaria Ricciotti - 05-03-2009
Quest'anno troppo diffuso è il dolore
cuori e corpi son straziati dal sesso senza amore,

da pensieri di orchi nascosti
da luride mani immerse nella melma dei fossi.

Continuiamo a denunciare chi calpesta la nostra dignità!
Continuiamo a perseguire chi le nostre ali vorrebbe spezzar!
8 marzo 2009
Dirigente Ipsia Terni - 05-03-2009
La donna è un riferimento ricchissimo in ogni cultura, la sua creatività e sensibilità non meritano apprezzamenti e attenzioni concentrati in un solo giorno dell'anno.
I principi che stanno alla base della parità, dell' uguaglianza, del reciproco rispetto sono valori irrinunciabili in una democrazia compiuta.
Tutto ciò dovrebbe essere ovvio, ma, purtroppo, le cronache quotidiane di violenza alle donne ci ricordano che la strada da percorrere per una completa parità fra i sessi è ancora lunga e irta di difficoltà.
Critica della ragion meritocratica
Paolo Citran - 02-03-2009
Col ministro Gelmini (presumibilmente non prima né ultima a sostenere a spada tratta questo principio, per esempio sul terreno minato della valutazione del personale della scuola, della qualità delle istituzione scolastiche, oltre che nel tradizionale campo del profitto scolastico con l'oscenità del ritorno ai voti nella scuola elementare e media - operazione purtroppo avviata a suo tempo da Luigi Berlinguer auspice Maragliano dopo l'esperienza importante delle "schede sperimentali" e portata a compimento dalla Gelmini) quello della meritocrazia si configura come un tormentone, a vasto raggio ancor più che al tempo del famigerato "Concorsone", oggi col supporto parlamentare di Valentina Aprea & C.

Una vasta esperienza di candidato, di commissario e di presidente di commissione alla maturità nelle sue molteplici transeunti epifanie mi ha rafforzato in questa convinzione (anche se ritengo possibile essere più equi con un'esplicitazione delle regole ed un'ostinata voglia di correttezza e giustizia da parte di chi le commissioni presiede, dandosi tra l'altro alla maturità - pardon: esami conclusivi di stato - una documentazione ed una presenza di membri interni - assente invece per lo più nelle forme concorsuali) che possono ridurre l'aleatorietà degli esiti, ma anche falsare.
Parole sulla paglia facile a bruciare
Vincenzo Andraous - 28-02-2009
Voce grossa, minacce, multe e ammende, per barboni e clochard, per pezzetti di umanità dislocata qua e là, a margine delle coscienze.
Fronte comune contro queste presenze inaccettabili, nelle città, come nelle periferie, come a voler scacciare un'immagine che fa paura, semplicemente perché quella fine non vogliamo neppure che ci sia messa di fronte, come uno spaccato di qualcosa poco bello che ci passa da tempo vicino, al punto da farci infastidire e sobbalzare.
"Marginalizzati e solitudinalizzati", termini ufoidi per definire una nuova classe di intoccabili, "cose" da tenere lontano, ben recintate nella nostra indifferenza e timore di averci a che fare.
Queste persone ( perché di persone si tratta ), rimangono concentrate dove il buio le nasconde agli occhi innocenti, in liste ben redatte per meglio distribuirne le strategie dell'incuranza, uomini e donne che ogni giorno trasudano la propria sofferenza nella malattia dell'inconciliabilità, in una diaspora esistenziale che esprime la resa di uno spicchio non indifferente di umanità.
Deontologia professionale o mercato delle vacche?
Paolo Citran - 27-02-2009
Quali sono le strade per una nuova valorizzazione delle potenzialità cognitive dello studente ?

Il binomio di base è sempre quello del rapporto insegnamento/apprendimento, laddove non c'è posto né per il puero-centrismo, né per il magistro-centrismo, né per il mateto-centrismo.

Un triangolo virtuoso è dato dalla mediazione/interazione tra conoscenza e discente, mediazione che si regge su un ago della bilancia, rappresentato dal docente: il docente come esperto della conoscenza, dell'insegnamento, dei processi cognitivi del soggetto discente (e attenzione al processo, non solo al prodotto !) da saper riconoscere e valutare.

Di questo, che è l'essenziale, nei collegi docenti non se ne parla quasi più.

La cultura e l'attenzione alla crescita cognitiva degli allievi sta diventando l'ultimo interesse della scuola, un optional, insomma. E la didattica: notoriamente, non esiste.

Contano anzitutto l'immagine, poi l'autotutela, infine il marketing biecamente mercantilistico che bada all'apparire piuttosto che all'essere, che rispetto ai possibili "clienti" mette in piedi un autentico mercato delle vacche, facendosi le scuole quando possibile reciprocamente le scarpe anziché attivare benefiche sinergie in rete.
Sacconi e il diritto di sciopero: un governo di clerico-sfascisti
Giuseppe Aragno - 26-02-2009
Il Presidente Napolitano li invita a smetterla coi tagli indiscriminati alla scuola, all'università e alla ricerca, ma l'avvocato Gelmini risponde sotto dettato: noi eliminiamo solo gli sprechi. E nessuno capisce perché, spreco per spreco, non si cominci a tagliare il governo.
Taglio dopo taglio, spreco dopo spreco, il ministro Sacconi, un gran lavoratore pagato per occuparsi dei lavoratori, s'è inventato lo sciopero virtuale e si capisce: il diritto di sciopero si esercita nell'ambito della legge che lo regola. Cancellata la legge, si cancella il diritto, perché si sa: anche quello è uno spreco. Di questo passo - e teniamocela stretta - tra poco ci rimarrà solo la libertà dell'iniziativa economica privata, alla quale, com'è noto, il governo tiene più della vita.

Insegnanti e sindacato
Serafina Gnech - 25-02-2009
Molti di noi sentono il bisogno di una forza vera e sana che li rappresenti, una forza che percepisca lo stato di degrado in cui versa la scuola italiana, non lo consideri come un male ineluttabile dei tempi, ma una cosa che può e deve essere contrastata. Non sono i corsi di psicologia che possono risolvere i mali della scuola. La scuola non va medicalizzata, ma recuperata come scuola, come luogo diverso dalla società, un luogo con regole proprie adeguate allo stato di persone che crescono; soprattutto un luogo in cui l'insegnante recuperi in toto il proprio ruolo educativo. E questo ruolo deve essere forte perché il giovane possa crescere in modo corretto. "Nessuno, ci dice l'etologo Konrad Lorenz parlando dei processi che reggono la crescita, si identifica con un essere debole e sottomesso, nessuno è disposto a farsi prescrivere da lui le norme del comportamento...". Possiamo invertire la tendenza? Possiamo fare un'azione sindacale che parta da questa realtà e che abbia alla propria base una riflessione sull'educazione e sulla professione? Non lo sappiamo, ma crediamo che valga la pena di tentare.
A proposito dei recenti provvedimenti
Forum delle associazioni disciplinari della scuola - 24-02-2009
Il Forum delle associazioni disciplinari della scuola, dopo un approfondito esame delle iniziative legislative e degli orientamenti del Governo e della maggioranza parlamentare in materia di Istruzione , esprime preoccupazione per i provvedimenti attuati o annunciati, tanto nel loro merito, quanto nel metodo.
Sul piano del metodo, il Forum lamenta anzitutto la scelta del Governo e del Ministro di provvedere mediante decretazione d'urgenza su una materia che richiede invece la più ampia condivisione nel Paese e, in particolare, il coinvolgimento dei suoi principali attori (studenti, famiglie, docenti e personale non docente) e delle loro associazioni, oltre agli organismi di consultazione e rappresentanza previsti dalla legge.
Nel merito, il Forum lamenta la scelta del Governo di procedere al riordino di una materia composita, quale il diritto/dovere all'istruzione sancito dagli articoli 33 e 34 della Costituzione della Repubblica Italiana, mediante strumenti legislativi dettati principalmente da ragioni di contenimento della spesa pubblica e in assenza di un disegno strategico capace di considerare il ruolo della Scuola nella società basata sulla conoscenza e dettato da solidi princìpi epistemologici e pedagogici.
I fondi pensione nella crisi: PATAPUNF!
Umberto Bardella - 23-02-2009
Ad essere sinceri, era un pò di tempo che eravamo curiosi di sapere come la COVIP (anagramma di Commissione per la Vigilanza sui fondi Pensione) avrebbe parlato della crisi, dopo che la stessa era passata rapidamente dalla vigilanza ad una sfacciata propaganda della bontà dei fondi, quasi fossero l'anticipo del paradiso in terra.
Abbiamo dovuto aspettare un bel pò, il 21 di novembre - ma la COVIP, evidentemente pentita del ritardo, ha promesso a partire dal 2009 una relazione ogni tre mesi.
Comunque, l'attacco della relazione COVIP ("La crisi del sistema finanziario internazionale ha avuto evidenti ripercussioni sui rendimenti dei fondi pensione italiani") è sommesso, quasi pentito; e tale rimane per tutto il testo presentato. Nessun riflesso, comunque, del tono entusiasta delle altre relazioni. Ma entriamo nel merito. In primo luogo, ci ha fatto evidentemente piacere che anche lei si sia accorta di un problema che noi avevamo segnalato fin dall'inizio: il problema di chi, volente o nolente, deve andare in pensione in periodi come questo, quando la somma da incassare è inferiore al capitale che ognuno ha versato.
Andiamo avanti.
Maroni è razzista?
Giuseppe Aragno - 20-02-2009
Non sono armate le ronde di Maroni. Si portano dietro parole pesanti come pietre, ma non sono armate. Disarmato, disarmante, o forse capace davvero di armare la mano, è del resto anche l'onorevole carroccista Bricolo, cravatta e fazzoletto rigorosamente verdi come la bile, quando s'infiamma per stupri rumeni - quelli del maschio italico non sembrano riguardarlo - e per difendere le "nostre donne" se la prende con le immigrate: noi gli stranieri non li vogliamo, via di qui. E non fa differenze: donne, vecchi e bambini.
Scuola: ruolo sì, ruolo no.
Aldo Ettore Quagliozzi - 20-02-2009
Passa anche attraverso questo annoso, infruttuoso discutere del dilemma l'anomalia del bel paese. All'inizio degli anni settanta del secolo ventesimo feci il mio ingresso nel mondo della scuola come docente incaricato. In quel tempo la stabilizzazione dei docenti veniva affidata a corsi speciali di formazione - i famigerati corsi abilitanti - e all'emanazione di leggi allo scopo varate dal parlamento del bel paese. Non che non si sentisse la necessità di stabilizzare e garantire le numerosissime figure del mondo della scuola. Personalmente mi impegnai ed appoggiai anche sindacalmente le organizzazioni confederali che allora si batterono, vittoriosamente, per l'ambito traguardo di stabilizzare il personale tutto della scuola. Ma qui affiora l'anomalia del bel paese.
Una disconnessione mentale e emozionale
Vincenzo Andraous - 18-02-2009
Un indiano bruciato vivo, un altro clochard dopo quello di Rimini, un'altra persona al macero che non faceva male a nessuno, ma rendeva inqualificabile l'arredo urbano.
Perdiamo tempo a domandarci se è xenofobia, razzismo, o più semplicemente è il risultato di una disconnessione mentale e emozionale, e allora dalle università alle scuole secondarie non è più sufficiente arrancare sul compito dell'istruzione pura, ma bisogna affiancare un'azione educativa influente per autorevolezza, che trasmetta l'importanza del legame tra un individuo e l'altro, anche quello solo apparentemente diverso, o spesso, unicamente meno fortunato.
Dall'imbecillità del voto all'intelligenza della valutazione
Cosimo De Nitto - 17-02-2009
Quando, come nel caso della valutazione e delle sue forme di rappresentazione e comunicazione sociale, sono in ballo problemi di alto spessore pedagogico e didattico, non si può seguire una linea di condotta da parte del Ministro che procede per annunci televisivi e interviste, seguono leggi approvate, ma che ancora non hanno completato l'iter previsto, seguono circolari-ultimo-momento diverse e fondate su leggi non ancora leggi, regolamenti non ancora regolamenti, con una tempistica che getta tutto il corpo scolastico nella confusione più totale e lo consegna al fai da te e alla "speriamo che me la cavo".
La valutazione non può essere data in pasto ai salotti televisivi e alle agenzie di stampa per essere trasformata in slogan tanto superficiali quanto devianti, buoni solo per propaganda e spot politici. La logica della spettacolarizzazione non si addice a una materia come questa, che, invece, per essere capita e non annoiare sua maestà lo spettatore viene banalizzata in un cumulo di luoghi comuni ulteriormente banalizzati da presentatori show man, che pretendono, con la loro incompetenza, di farla capire (!?) a un non ben identificato pubblico. Si comprende così perché in questi salotti non vengono chiamati gli esperti. Essi alzano il livello culturale e scientifico ma contraddicono il format dello spettacolo e col loro linguaggio fanno abbassare lo share che si alimenta di banalità e di rissa, cosce lunghe e insulti, emozioni e scandali, casi limite assurdi e paradossali, curiosità morbose e quant'altro.
Voto di condotta
Flora Villani - 16-02-2009
Squilli di trombe e rulli di tamburi accompagnarono sul finire dell'estate l'emanazione del DL 1/9/2008 N^ 137 recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università.
Si trattava, lo ricordiamo tutti, delle norme relative a: cittadinanza e Costituzione, valutazione del comportamento degli studenti, valutazione del rendimento scolastico degli studenti, insegnante unico nella scuola primaria, adozione dei libri di testo ed altre disposizioni relative al personale della scuola e dell'università.
L'impressione che il governo voleva dare al Paese era di efficienza e tempestività nell'affrontare e risolvere i problemi; la scuola richiedeva disposizioni "urgenti", quelle, per intenderci, che giustificassero una decretazione governativa che saltasse il più lungo iter parlamentare fatto di mediazioni, ascolto di parti sociali, professionali e culturali.
Si capì subito che gli scopi erano altri: innanzitutto risparmiare, poi fingere di far risparmiare le famiglie (sui libri di testo ma eliminando nei fatti il tempo pieno) e far credere di portare ordine e disciplina in una scuola allo sbando.
Firma l'Appello contro la Proposta di Legge Aprea
Forum Insegnanti - 16-02-2009
Ma che razza di scuola è?

- Una scuola che si "governa" tramite un consiglio di amministrazione, diretto e gestito con poteri assolutistici dal dirigente scolastico e formato da 11 persone tra rappresentanti di docenti, genitori, studenti (nelle superiori con voto consultivo), degli enti locali, delle realtà culturali, produttive (che condizionerebbero la vita della scuola secondo i propri interessi, soprattutto se sono tra i finanziatori) e nessuna rappresentanza del personale ATA.
- Una scuola che può essere trasformata in fondazione e soggetta al condizionamento di chi la finanzia e la gestisce con la presenza nel consiglio di amministrazione, come se si trattasse di una SpA.
- Una scuola regionalizzata con il trasferimento a tali enti delle risorse umane (docenti e ATA) e dei beni e delle risorse finanziarie.
- Dove si lavorerà per chiamata diretta come in una ditta privata, senza la garanzia di un pubblico concorso nazionale, ma con un concorso di istituto.
- In cui i docenti non decidono neanche dell'offerta formativa, perché il piano elaborato dal collegio dovrà subire l'approvazione dell'onnipotente consiglio e dovrà soddisfare la richiesta prevalente delle famiglie.
- Con i docenti inquadrati per gradi come in un corpo militare e promossi al grado superiore, se lo vorrà il dirigente e il ministro delle finanze, che concederà i soldi.
- Con capi sottocapi e caporali.
- Sottoposti a periodica valutazione sull'attività svolta, documentata nel loro portfolio.
- Dove tra due insegnanti, a parità di ore lavorate ed anzianità di servizio, potranno esserci consistenti differenze di retribuzione, sulla base di un presunto merito attribuito da una commissione interna presieduta dal dirigente, con tutti i probabilissimi risvolti clientelari del caso.
- Dove il precariato sarà una condizione lavorativa permanente di tutti.
- Senza rappresentanza sindacale di istituto, le cui mansioni sarebbero svolte da più compiacenti associazioni professionali.
10 in pagella d'assalto, bando all' ipocrisia...
Claudia Fanti - 16-02-2009
Caro Ministero,
sappiamo bene la stima in cui ci tenete, la considerazione in cui tenete la ricerca, la pedagogia, la psicologia dell'età evolutiva, ecc...

Sappiamo altrettanto bene che per avvalorare le vostre scelte di alto profilo avete pubblicato sul sito www.pubblica.istruzione.it ,
alla finestra COME CAMBIA LA SCUOLA GUIDA ALLA RIFORMA, una analisi comparata dei sistemi valutativi europei. Grazie.

Eppure in molte/i non siamo d'accordo. Permetteteci di dissentire e di tenere in grande considerazione tutte quelle maestre e quei maestri che tentano in qualche modo di sfondare il muro del silenzio, anche contro l'omertà di altre/i maestre/i, le/i quali prendono su qualsiasi cosa pur di continuare "in pace" il loro lavoro quotidiano. Infatti c'è fra loro chi è convinto della validità dei voti, ma ce ne sono moltissime/i che non lo sono e che applicano alla lettera le circolari perché si sentono brave/i cittadine/i quando ubbidiscono anche a cose che non stanno né in cielo né in terra; ce ne sono che cambiano idea al cambio del vento: hanno adottato dapprima i giudizi espressi in lettere, poi quelli espressi in giudizi sintetici, poi il portfolio e infine repentinamente hanno abbracciato i voti e sarebbero disposte/i a tornare alle lettere con la stessa velocità, senza colpo ferire.
Pari dignità alle lingue straniere
Insegnanti seconda lingua comunitaria - 25-11-2008
Non intendiamo accettare uno scenario che dà come pressoché certo e ineluttabile l'asservimento delle diverse lingue e culture (comprese quelle nazionali) al monopolio esclusivo di una lingua - l'inglese - la quale, per questo stesso processo, risulterebbe, da una parte, la lingua dominante e dall'altra, l'espressione di una cultura necessariamente impoverita e semplificata: al contrario, riteniamo indispensabile educare i giovani alla pluralità linguistica e culturale, in un'ottica di apertura, in grado, contemporaneamente, di valorizzare l'insieme del patrimonio storico, culturale e linguistico del nostro continente e di accogliere la ricchezza che viene dai grandi spostamenti di popolazioni che interessano la realtà contemporanea.
E' solo dal confronto tra e con modelli culturali diversi, e non dalla loro omologazione, che la scuola può concorrere a formare persone che, consapevoli della propria identità e appartenenza, sappiano riconoscere e apprezzare il dialogo con "l'altro da sé", diventando con ciò cittadini in una società sempre più vasta e multietnica, dove fondamentali devono essere i valori del rispetto e della tolleranza reciproca.
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