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La storia
ilaria ricciotti - 27-01-2007
Domanda n. 4


Ha ancora senso insegnare e/o studiare la storia?

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 I. R.    - 27-01-2007
Cara Amica, in molti non ti vogliono più!
Sei troppo vecchia per piacere quaggiù!

In questo Pianeta sconvolto ed amareggiato
In molti non amano insegnare o studiare il passato!
La memoria sta diventando un rituale
per ripulire le coscienze di chi fa del male!

In quante scuole italiane
si parla di storie arcane?
Si riflette sugli eventi,
si classificano i venti?

Se fossi te, cara amica mia,
straccerei i libri, andrei via!
Andrei alla ricerca di un altro Pianeta
dove la vita ha più senso, ha una meta!

Tu, carissima Amica di chi ama il vero
ci insegni che c’è qualche periodo nero,
qualche cedimento dei valori tuoi alleati,
svenduti in certe stanze e nei mercati.

Cara Storia, in molti non ti lasceremo andar via,
in molti re-si-ste-re-mo e seguiremo la tua scia!

 Giuseppe Aragno    - 27-01-2007
Un popolo senza storia è come un uomo senza memoria. Non ha radici, non ha identità, non ha passato e per questo non può avere futuro. Non a caso, i nazisti, ritirandosi da Napoli levantasi in armi contro la loro oppressione tra settembre e ottobre del 1943, vollero bruciare le antiche carte conservate nell'Archivio di Stato. Sono i barbari, che non hanno cultura, ad odiarla ed a volerla cancellare dalla nostra vita: essi ne temono il giudizio irrevocavibile. Io ritengo che sarebbe un vero dellitto immaginare di cancellare l'insegnamento e lo studio della storia. D'altra parte, lo sappiamo bene: non è affatto vero che i giovani non vogliono conoscerla. Sono le difficoltà del linguaggio usato dai libri di testo e, spesso, la maniera in cui la presentiamo a far sì che essi ritengano la storia noiosa. Quando tocchiamo la corda giusta, però, si appassionano e imparano ad amarla.

 ilaria ricciotti    - 29-01-2007
Condivido in pieno quanto sostenuto da Giuseppe.
Non possiamo immaginare un mondo senza storia, un'umanità senza memoria.
Per questo cari colleghi diamoci da fare affinchè i nostri giovani la amino e non la ritengano solamente una materia, ma qualcosa di più. Qualcosa che riguarda il loro passato, il loro presente ed il loro futuro. Presente, passato e futuro del mondo in cui vivono ed in cui cresceranno prima di diventare adulti e cittadini del mondo.
Pertanto facciamo sì che essi possano riappropriarsi di una disciplina che fa parte della loro stessa vita ed è da ritenersi barbaro se essa verrà propinata soltanto come una materia di studio che può garantire un bel voto o un brutto voto.
Se fosse così la scuola per il 90 % ne sarebbe l’unica responsabile.