Dare pari opportunità alla speranza
Giuseppe Limone - 09-01-2007
Nell'augurare a tutti serenità e speranza, vorrei svolgere qui un piccolo pensiero e una modesta proposta.
Salvo in questo breve volgere di giorni - quasi zona franca dell'anno - in cui si propongono, fra tante, notizie buone da 'Buon Natale e Felice anno Nuovo' - i giornali sono diventati - di fatto e senza alcuna congiura concordata - la Cronaca Nera dell'Universo. Mi domando: posto che delle notizie gravi ed efferate bisogna pur parlare per far sapere, come è possibile che i criteri 'epistemologici' del giornalista non riescano ad andare oltre il dogma dell'uomo che morde il cane come criterio di notizia? Non potrebbero i giornali, i radiogiornali e tutto ciò che pertiene al massmediatico darsi un minimo codice di autoregolamentazione con il quale RISERVINO un certo spazio alle notizie buone, alle iniziative meritevoli ed eroiche, alle proposte positive e intelligenti che pur sono reperibili nel mondo e che potrebbero generare contagio di speranza e non solo di paura? Non potrebbero i giornalisti, nella loro sacrosanta battaglia per i loro diritti, inserire anche una tale proposta, nel pacchetto delle rivendicazioni razionali (sorta di 'professionalità-progresso'), allo scopo di non INSEGUIRE solo l'utenza ma educarla alla speranza? Possibile che non ci sia una notizia di pari livello, in positivo, rispetto a quelle criminali? Possibile che bisogni abbracciare necessariamente il 'cattivismo' per essere intelligenti? Possibile che non ci sia anche un cane che porge una rosa a un uomo? Non 'fa notizia'? Un comune codice di autoregolamentazione non farebbe notizia? Non potrebbe dare spazio a una fantasia professionale che a volte viene drasticamente soffocata? Non si tratterebbe, beninteso, di istituire lo spazio 'buonista' per il 'vogliamoci bene' ma di dare spazio GARANTITO (una pagina, due pagine, altro) a ciò di cui la libera stampa DEVE fare scoperta e acquisizione pubblica. Istituire, per autodisciplina, uno spazio GARANTITO di notizie di profilo alto in nome di una PARI OPPORTUNITA' DA DARE ALLA SPERANZA. Ingenuità? Forse no, se viene intesa in senso intelligente. Altrimenti, la stampa e la telestampa ci risparmi anche il teatrino e L'INGENUITA' ISTITUZIONALIZZATA delle notizie buone per Natale. Un uomo non vive cinque giorni su trecentosessantacinque. E chi lo 'soccorre' così, farebbe bene a cessare di farlo. E faremmo bene noi a dirgli di smettere.
Con auguri a tutti di serenità e speranza. E, se fossi riuscito solo ad annoiarvi, vi prego di pensare a mio favore che non l'ho fatto apposta

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf