Dopo i fatti di Torino
Rosanna Vittori - 29-11-2006
Dopo i fatti di Torino, un'associazione di genitori di ragazzi autistici (Oltre il Muro Onlus) ha sentito il bisogno di scrivere questa Lettera aperta al ministro Fioroni ed al sottosegretario De Torre, AL MINISTRO MASTELLA

Gentile ministro,
innanzitutto la voglio ringraziare perchè ha dichiarato che si costituirà parte civile contro i teppisti che hanno picchiato violentemente il ragazzo autistico di Torino, quello che è avvenuto all'istituto Steiner, se i fatti nella loro gravità saranno accertati dalla magistratura esigono, se saranno dimostrate responsabilità precise a carico delle persone inquisite, delle pene esemplari per i responsabili, ma credo che ci voglia un sostegno per portatori di handicap più forte del ragazzo autistico, perchè chi ha commesso una tale barbaria "nazista" non merita alcuna pietà.
Il sadismo nel pubblicare su internet le botte date al ragazzo mi ricordano i sostenitori della razza pura "prendere a calci un ragazzo inerme che può solo essere di vanto per questa società per capire i veri valori della vita" sensibilita'-dolcezza-altruismo il mondo della qualità non della quantità legato soltanto al denaro ed alla sopraffazione all'arroganza ed alla prepotenza, sentite le parole allucinanti pubblicate su repubblica mercoledi'15 novembre "siamo stati degli stupidi non ci siamo resi conto di quello che stavamo facendo", quando hanno visto gli agenti davanti alla porta della scuola, i quattro ragazzi hanno capito che erano li' per loro.
Come è possibile una tale caduta di valori da parte di giovani che hanno tra i 16 e i 17 anni, sospettati di aver realizzato il video in cui un ragazzo disabile viene insultato e picchiato, gli accusati sono il regista, il ragazzo che ha picchiato il compagno di scuola ed un altro giovane che ha scritto frasi naziste sulla lavagna e una studentessa che oltre a partecipare alla "recita" avrebbe riversato le immagini su internet, si pensi che i presunti responsabili appartenevano ad alcune famiglie della borghesia non certo proletarie, sono state le immagini più cliccate.
L'istituto professionale Albe Steiner, unico istituto che forma tecnici, grafici e pubblicitari è nella tempesta, aveva un progetto anti-bulli, un messaggio esce dalla barriera del silenzio per essere indirizzato al ministero: "ricordiamo che il numero degli insegnanti di sostegno è insufficiente" borbottava quache docente, quando il ministro parlava di punizioni, dovrebbe tener conto dei finanziamenti, ogni anno si sottolinea il problema del sostegno e poi quando accadono fatti come questi nessuno ragiona su questo aspetto, noi avevamo mandato prima della presentazione della finanziaria la richiesta della non diminuzione degli insegnanti di sostegno, anzi il potenziamento del sostegno ma l'introduzione di educatori con nuove tecniche per permettere di introdurre il ragazzo nella classe, in modo che si potesse esprimere con nuove metodiche il soggetto autistico di comunicare eventuali violenze, ma l'educatore dovrebbe servire a sostenere l'intera classe per vedere eventuali disagi.
Ci vorrebbe un gruppo permanente nelle scuole costituito da operatori di varie professionalità che possano aiutare il disagio giovanile, le scuole dovrebbero restare aperte anche di pomeriggio coinvolgendo "I TESORI SOMMERSI" NELLA VITA NON CREANDO CLASSI SPECIALI CON METODI MEDIOEVALI CHE FACILITEREBBERO EPISODI DI INTOLLERANZA, VEDENDO IL DIVERSO UNA PERSONA CHE BISOGNA TENERE LONTANO, PERCHE' DEVE AVERE PROGRAMMI SPECIALI, CREANDO UNA CLASSE NELLA CLASSE.
COMUNQUE SIGNOR MINISTRO, ABBIAMO PIENA FIDUCIA IN LEI, SIAMO PRONTI A DIALOGARE CON LEI E IL SUO SOTTOSEGRETARIO PERCHE' SIETE PERSONE DI BUONA VOLONTA'E DI GRANDE SENSIBILITA', MI DICA COM'E'POSSIBILE CHE IN UNA SCUOLA NESSUNO SI ACCORGESSE DI NIENTE?
SIAMO ARRIVATI IN UN'EPOCA DI PROFONDO MALESSERE, LA SALUTIAMO DALL'ASSOCIAZIONE OLTRE IL MURO GENITORI DEI TESORI SOMMERSI DEL MONDO "AUTISTICI"


Commento

Ce ne vuole di coraggio per andare avanti per le famiglie degli studenti autistici! Dalla parte dei genitori e figli disabili, specie di questa speciale patologia, ci sono delle norme formidabili (le leggi sull'integrazione scolastica)!! Ma poi c'è la realtà che questi giorni esce drammaticamente fuori, così spettacolarizzata e così crudamente vera. Le norme è come se non esistessero, a scuola nessuno le conosce veramente, o meglio: ne ignora lo spirito. L'insegnante di sostegno è sempre considerato uno di serie B, al massimo un badante di cui il disabile, specie se grave (come sono gli autistici per la loro grande 'diversità') è una sorta di appendice...e se il badante manca o è assente? E' il marasma più totale. A questa specie di badante, infatti, viene delegato in toto il disabile col suo carico di problematiche. Avete visto come si sono difesi i docenti i docenti di Torino? "Ci vogliono più insegnanti di sostegno", cioè più badanti per ... limitare il danno. Viene da chiedere cosa pensano davvero i docenti (quelli non di sostegno) dell'integrazione.
La scuola è da rifondare, caro Ministro, come la società. E da questi fatti si può misurare il degrado morale in cui versa. Credo, però che la risposta stia ancora una volta nella politica. Perchè, Ministro, nella ricorrenza dei trent'anni della L. 517 (quella che istituì il sostegno abolendo le odiate classi differenziali) non organizza una bella conferenza generale sull'integrazione scolastica? Può essere un modo giusto per cominciare.
Rimaniamo in un'attesa fiduciosa, noi che nella scuola democratica e, dunque dell'integrazione, continuiamo a credere.

Rosanna Vittori


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 renzo stefanel    - 03-12-2006
Te lo dico io cosa penso dell'integrazione. Penso che andrebbe valutata caso per caso, in base al tipo di handycap e di situazione familiare da cui proviene l'alunno. Ho visto più di un caso in cui l'alunno non pensa/sa di essere disabile, visto che neppure i genitori accettano questa realtà. So benissimo che è una reazione umana, questa dei genitori. Ma in questi casi ho visto generarsi una progressiva depressione dello studente disabile, che giorno dopo giorno si accorge di essere "speciale" in senso negativo rispetto al resto della classe, visto che ha bisogno dell'insegnante di sostegno, visto che nonostante la legge lo vieti spesso è necessario che l'insegnante di sostegno porti con sé il ragazzo fuori dalla classe per cercare di spiegargli nozioni che è difficile che apprenda in classe.
Penso che l'integrazione degli studenti disabili abbia un nobilissimo fine umanitario, ma così com'è fatta causa dolori ai suddetti anche quando la classe li accetta, se gli alunni portatori di handycap hanno un handycap mentale o fisico di tipo tale che ne limita l'apprendimento (penso ai sordi, ad es.).
Spesso questo ragazzi cominciano a rifiutare con rabbia il sostegno, perché è la loro "stella di David", non solo e non tanto verso i compagni, ma soprattutto verso se stessi.
Penso che l'integrazione non tiene conto della realtà didattica, che da un lato rimarca l'handycap, dall'altro condiziona lo svolgimento dei programmi e l'apprendimento, andando ad aggiungesi ai mille fattori che nella scuola italiana livellano verso il basso (certo, ci fosse solo quello... ma intanto è uno di più).
Penso che i docenti che dicono "ci vorrebbero più insegnanti di sostegno" hanno pienamente ragione, perché un docente non di sostegno deve badare a 20, 25, 30 ragazzi contemporaneamente, e - a meno che non sia in possesso del dono dell'ubiquità - non è in grado di svileger eun insegnamento personalizzato, checché ne dicano le leggi, che posson dire quel che vogliono, ma non posson far crescere le barbe sui gomiti.
Penso che l'integrazione così come è realizzata in Italia, che pur di essa si fa vanto, non sia altro che un atteggiamento pietistico dale radici clericali e parrocchiali, che rimarca le differenze invece di attenuarle. E la prova sta negli atti di bullismo contro i disabili.
Penso che l'integrazione così come è realizzata in Italia sia molto simile all'elemosina che si fa ai poveri, che non cambia la loro condizione e la loro considerazione da parte del resto della società, instilla nel "benefattore" un sentimento morale di superiorità proprio in virtù dell'atto che compie, instaura un rapporto di dipendenza morale - oltre che pratica - tra beneficato e benefattore, e perciò autorizza psicologicamente quest'ultimo a sentirsi padrone del primo. Da qui la deriva bullistica.
Penso che quindi l'integrazione andrebbe ripensata integralmente, agendo caso per caso, ripristinando in certi casi le classi differenziali e demandando per essi l'integrazione ad altre realtà che non siano la scuola e dove detta integrazione possa svolgersi più proficuamente.