Jennifer e il teschio magico
Silvia Malavolta - 20-11-2006
Jennifer era stufa di dover studiare tutto il santo giorno in un vecchio studio dove c'erano solo libri e polvere. Beh, bisogna dire però che i suoi genitori erano due professori universitari plurilaureati che non sopportavano che loro figlia tornasse a casa con una pagella con la media del buono e la costringevano a stare tutto il giorno chiusa nello studio. Oltre ai libri c'era anche un vecchio orologio a pendolo comprato ad un mercatino delle pulci. "A dire il vero il negoziante sembrava quasi contento di liberarsene" le aveva detto il padre.
Jennifer odiava quell'orologio, le incuteva terrore. Quel ticchettio la faceva rabbrividire, soprattutto di notte nel più assoluto silenzio. Tic...tic...tic... proprio quel giorno Jennifer, decisa a zittire quello stupido orologio vide un piccolo cassetto che spuntava appena nella parte inferiore dell'orologio. Lo aprì e ci trovò dentro un piccolo teschio delle dimensioni di una chiave. Ma non era un teschio umano, sembrava quello di una...scimmia. Jennifer se lo rigirò tra le mani, sembrava avorio e al posto degli occhi c'erano due rubini.




In quegli ultimi giorni Jennifer era stata molto sfortunata: il suo cane era morto e la madre aveva comprato uno stupido criceto, sotto richiesta della sorellina più piccola; i suoi genitori le avevano sequestrato il computer ritenendo che avesse troppe distrazioni e la sua migliore amica si era trasferita in Sud America.
Senza accorgersene, Jennifer si infilò il piccolo teschio in tasca e tornò in camera sua.
Nei giorni seguenti a Jennifer parve che la dea bendata avesse pensato a lei: le sembrava di risultare simpatica a tutti, nelle gare sportive vinceva sempre e i genitori non le facevano pesare troppo lo studio. Ah, dovete sapere che nella sua casa c'era un armadio dove lei amava rifugiarsi quando era giù di morale o non voleva farsi vedere da nessuno. Jennifer ci passava le ore a pensare ai fatti suoi e quando ci usciva era di buon umore, ma in quei giorni fortunati non aveva bisogno di andarci. Mentre stava per coricarsi le venne in mente che i suoi giorni fortunati avevano avuto inizio quando aveva trovato il teschio della scimmia. "Allora porta fortuna!" pensò e si mise a dormire.
Il giorno dopo, mentre si ciondolava per casa immersa nei suoi pensieri, non si sa come si ritrovò nello studio davanti all'orologio a pendolo. Subito uscì dall'orologio una figura scheletrica avvolta in un mantello nero. Jennifer urlò, ma i suoi genitori e la sorellina erano usciti a fare compere. Il cuore le batteva a mille e il sangue si gelava nelle vene. "Quell'amuleto che hai in mano proviene dalla dimensione parallela delle scimmie .Tu lo hai posseduto e per un periodo hai avuto fortuna. Adesso la devi pagare. Hai due alternative: o passi l'amuleto a qualcun altro, in modo che io possa avere il mio schiavo altrimenti tra un mese ti trasporterò nella dimensione delle scimmie. Ricorda: ti tengo d'occhio, quindi se provi a fare la furba il destino si rivolterà contro di te."
E la figura incappucciata sparì lasciando una nuvoletta di fumo.
Il giorno dopo a scuola decise di infilare il piccolo teschio nello zaino della sua compagna di classe più antipatica, ma poi cambiò idea perché i problemi devono essere risolti e non aggirati semplicemente passandoli a un'altra persona. Questo si chiama vigliaccheria.
Finta la scuola non tornò a casa sua ma a casa del nonno perché i suoi genitori lavoravano fino a tardi e Jennifer non era ancora abbastanza grande per prepararsi il pranzo da sola. Dopo mangiato si stese sul divano in salotto e si ricordò che a casa del nonno c'erano molti libri sulla magia. Si fiondò davanti alla libreria e prese un libro dall'aria molto antica che si intitolava "Come sfuggire dalla magia nera" Jennifer lo iniziò a sfogliare e trovò una pagina dove c'era disegnato il suo teschio e una didascalia con scritto "Di questo amuleto ne esiste un solo esemplare. All'inizio porta fortuna ma poi apparirà dinanzi a voi una creatura incappucciata che vi offrirà due opzioni: o di passare l'amuleto ad un'altra persona entro un mese o sarete trasportati nella dimensione delle scimmie. Per annullare l'incantesimo bisogna bagnare il teschio nelle acque del Rio delle Amazzoni" "Perfetto" pensò Jennifer riponendo il libro al suo posto
"però mamma e papà non mi lasceranno andare fin là. E se gli raccontassi della figura
incappucciata direbbero che ho le traveggole
"
Stava già pensando a chi passare il piccolo teschio quando si ricordò che la sua migliore amica, Clara si era appena trasferita in Brasile e il Rio delle Amazzoni stava proprio vicino dove lei abitava. In fondo non tutto il male viene per nuocere! Si mise subito al computer e le mandò un e-mail con scritta tutta la storia sin dall'inizio e chiedendole quando poteva andarla a trovare.
Il giorno dopo Clara le rispose che poteva venirla a trovare la settimana dopo. Jennifer fece i salti di gioia perché i suoi genitori erano stranamente d'accordo. "Una vacanza non può che farci bene" le avevano detto "e poi potrai vedere dal vivo i luoghi che studierai dopo le vacanze pasquali" "E ti pareva" aveva pensato. I giorni passarono in fretta e la mattina della partenza le venne in mente che la figura incappucciatale aveva detto che il destino le si sarebbe rivolto contro. Infatti il volo era stato annullato per guasto e non ci sarebbero stati altri voli prima della prossima settimana. Allora decisero di andare in macchina e poi prendere il traghetto. Appena arrivati al porto presero il traghetto ma stava per affondare e si dovevano liberare della zavorra per cui la macchina del padre finì in mare.
Appena arrivati a terra lui chiamò l'assicurazione ma essa si rifiutò di dargli il rimborso perché l'avevano buttata volontariamente in mare.
Il padre era furibondo e disse molte parolacce che è meglio non ripetere. Sbollita la rabbia affittarono un' auto e si diressero verso la casa dell'amica. Durante il viaggio ci furono dei guasti inspiegabili e li fecero riparare pagando un prezzo salatissimo.
Arrivati a destinazione scoprirono che Clara aveva il morbillo e dovettero alloggiare in un albergo per due settimane e i genitori di Jennifer non avevano il tempo di portarla a vedere il Rio delle Amazzoni.
Quando finalmente Clara guarì Jennifer la andò a trovare e decisero che l'indomani sarebbero andate al fiume "E' bellissimo, vedrai!" le aveva detto l'amica.
Il giorno dopo quando si svegliò vide che stava diluviando. Ma quello era l'ultimo giorno disponibile. Clara sapeva già tutta la storia e decisero di uscire di nascosto.
I genitori erano usciti per andare a prendere un caffè e le due ragazze avevano la via libera. Presero due ombrelli, il piccolo teschio, delle provviste e si erano messe vestiti vecchi. Uscirono e si incamminarono verso la fermata dell'autobus.
Sfortunatamente i conducenti dell'autobus avevano appena indetto uno sciopero e non ce ne sarebbero stati prima del giorno dopo. "Il fiume è molto lontano!" aveva detto Clara "cammineremo per più di un ora e mezzo, se ci va bene. E poi piove pure! Non potremmo rimandare?" "Senti, ti importa più della vita della tua amica o di sporcarti dei pantaloni? E se scegli la seconda opzione tornate pure a casa, io non ho bisogno di te" aveva detto Jennifer furibonda.
"No, non intendevo questo!" disse la sua amica quasi spaventata.
Così si incamminarono verso il Rio delle Amazzoni. Camminavano da ore ed erano tutte inzuppate. Finalmente arrivarono al fiume che erano fradice e stanchissime."Con questa pioggia si rischia una piena" pensò "quindi è meglio se ci sbrighiamo."
Infangandosi e faticando arrivarono davanti al fiume. "Dovevi venire un altro giorno, di solito è stupendo"disse Clara. Ma Jennifer non l'ascoltava: stava pensando ad un modo per scendere più vicina al fiume senza scivolare. Purtroppo c'era fango e scivolava di frequente, ma Jennifer riuscì ad avvicinarsi senza rischiare troppo. Immediatamente immerse il piccolo teschio nell'acqua ed esso si illuminò e Jennifer distinse la figura incappucciata che ne veniva risucchiata dentro ed il teschio diventò polvere. Le nubi scomparvero e apparve il sole. Le due amiche tornarono a casa contente anche se si sarebbero prese una bella sgridata dai genitori perché erano uscite di nascosto.


Dallo Speciale Scritture bambine


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