Asini e somari
un'insegnante qualunque - 06-10-2006
Leggo su certi giornali queste parole, asini, somari, riesumate dalla Finanziaria. Devo dire che non mi fanno ridere, nonostante i toni ironici degli articolisti che osservano: "Come si fa a risparmiare sulla scuola con un ministro come Giuseppe Fioroni che minacciava le dimissioni di fronte ai tagli previsti in Finanziaria? Semplice: salvando qualche asino da sicura bocciatura" (Italia oggi); oppure: "...i cervelloni della legge finanziaria...per tirar su un po' di soldi hanno deciso di puntare anche sui somari. Scolastici.". (Corriere della Sera).
Non entro nel merito delle scelte governative, disillusa come sono da tempo sulla possibilità di operare tali scelte in nome di valori e non di soldi, anche da parte di chi sui valori, e non sui soldi, fonderebbe la propria filosofia.
Mi dispiace, invece, questa specie di regresso verbale. Asini, somari, sono parole bandite da tempo dalla scuola che conosco: e le immagini dei ciuchini di collodiana memoria stanno nel passato remoto educativo.
Come insegnante ho imparato a porre distinzioni, a riflettere sulle diversità individuali, a proporre percorsi distinti e differenziati. Ho capito, e sperimentato, che ci sono molti tempi, molti stili e molte storie dietro e dentro a ogni ragazzo e a ogni ragazza che vedo sedersi negli stessi banchi, anno dopo anno.
Non parlo più di bocciatura, semmai di ponte, pausa, recupero e approfondimento...
Parole, penso: ma davvero il nostro lavoro è servito talmente a poco che neppure nel famoso immaginario collettivo siamo veramente riusciti a sconfiggere le sirene classiste e deterministe a lungo combattute?
Parole, dirà qualcuno: vero, ma nessuna parola è casuale, nessuna è vuota e priva di un significato sociale e storico preciso, nessuna può considerarsi casuale. Soprattutto quando è utilizzata da chi fonda sulla parola la propria professionalità e la propria finalità comunicativa.

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 Domenico Caffaro    - 06-10-2006
Credo che il Corrire della Sera farebbe a chiedersi chi salverà la scuola dai somari politicanti. L'asineria politica è ormai una vera e propria epidemia.

 Un' altra insegnante altrettanto qualunque.    - 08-10-2006
Hai perfettamente ragione. C' è proprio da chiedersi se questi ultimi 38 anni, è vero, anche di contraddizioni, ma soprattutto di dibattiti interni alla scuola, non siano serviti proprio a nulla!

Ma come illudersi, se ancora adesso, nel famoso "immaginario collettivo">/i>, noi siamo quelli delle 18 ore ( anzi, il dibattito sull' ora di 50' adesso ci fa diventare "quelli delle 15 ore alla settimana"!), dei tre mesi di vacanze estive, un mese a Natale , 15 gg a Pasqua e via col repertorio.
Dimenticavo, siamo anche quelli dei 12 alunni in classe (il rapporto più basso di tutta Europa, ma che caspita volete?).
Personalmente ho 30 studenti nella mia 4^ superiore .
Mi piacerebbe invitare Padoa Schioppa a fare un giro a Dicembre, nella nebbiosa Brianza.
Aggià, ma abbiamo un mese di vacanza a Natale... troverebbe le aule vuote....

 renzo stefanel    - 08-10-2006
Ci possono essere tutte le stoirie individuali del mondo dietro a ogni persona che si siede dietro (ma anche davanti, me compreso) a un banco. Ma all'atto pratico del sapere e del saper fare, o si è somari o no. Si farebbe bene a ricordarselo. Si farebbe bene a ricordarsi che la scuola italiana è l'unica in Europa dove anche gli handicappati stanno in classi "normali". Si farebbe bene a ricordarsi che la scuola italiana, un tempo la migliore d'Europa, sta precipitando senza paracadute in quanto a capacità di istruire e formare, inseguendo buoni propositi di stampo parrocchiale che frenano l'apprendimento dei normodotati. Si farebbe bene a ricordarsi che da un po' di tempo a questa parte, gli italiani sono sempre più un popolo di ignoranti. Si farebbe bene a ricordarsi che da un po' di tempo a questa parte, le poche scuole che non inseguono test d'ingresso, progetti, prove attitudinali, e altre cavolate (vorrei usare termini ben più chiraficatori del mio pensiero) del genere, sfornano gli studenti migliori e più preparati. Si farebbe bene a ricordare che con questo sistema si perpetua ancora di più di una volta l'esclusione dalle professioni alte dei figli dell'ex popolo ora comunque benestante: i figli di papà o hanno papà che gli assicura un posto pure se son somari, o fanno scuole che li fanno diventare bravi e preparati. Gli altri non imparano nulla: e così non hanno neppure l'arma di diventare più bravi degli altri, che una volta gli garantiva l'accesso alle professioni alte.
Ma sì, ma chi se ne frega! In nome dei suddetti buoni propositi cattocomunisti, non a caso fatti subito propri dai *falsi liberali-veri conservatori-autentici ipocriti populisti* amici della riforma Moratti, viva la scuola che tutti comprende e nessuno prepara, sempre più odiata dai ragazzi nella sua palese inutilità (almeno una volta la odiavi, ma sentivi che ti insegnava qualcosa): tanto, ormai, tutti possono permettersi un supercellulare e una tv al plasma per vedere l'ultimo reality e i mondiali vinti da una squadra di corruttibili corrotti, che neanche avrebbero dovuto giocare.

 Emanuela Cerutti    - 09-10-2006
Una brevissima informazione: la Francia sta andando verso l'integrazione degli alunni portatori di handicap. Nell consueta conferenza stampa del 31 agosto, l'attuale Ministro per l'Istruzione Gilles de Robien ha sottolineato l'importanza degli sforzi in atto da qualche tempo perchè la loro scolarizzazione, accompagnata da percorsi individualizzati, sia la conferma concreta di quella politica di pari opportunità in cui il Governo afferma di credere fermamente. Il dibattito in merito anima le discussioni nelle scuole e l'esempio italiano non ha avuto poca importanza in questo cambiamento, che molti non esitano a chiamare progresso. Si vedranno poi le coerenze in termini economici di una scelta indubbiamente coraggiosa, soprattutto in questi tempi efficientisti e mercantilisti.

 ancora una insegnante qualunque    - 09-10-2006
Ahimé, anche se Renzo Stefanel può essere andato un po' OT, poiché si parlava di termini... non posso non associarmi alla sua amara riflessione!

 isa    - 14-10-2006
..buoni propositi di stampo parrocchiale che frenano l'apprendimento dei normodotati

Mi potrebbe spiegare Stefanel quali sarebbero questi buoni propositi che frenerebbero l'apprendimento dei normodotati ?
E anche quali sarebbero, secondo la sua esperienza, i normodotati?

Leggendo il suo post mi viene spontaneo pensare che lei auspicherebbe una scuola in cui ripristinare le classi differenziali e caso mai anche istituire classi diverse.. quelle per normo-dotati e quelle per sub-dotati, quelle per supe-rdotati e anche le nuovissime classi per extracomunitari-dotati.
Così facciamo da subito una bella divisione sociale e garantiamo a tutti SOLO quello di cui noi decidiamo unilateralmente abbiano bisogno, senza allargarci troppo sul dare qualcosina in più a chi ha meno per cercare di parificare i livelli di provenienza..
In questo modo saranno perpetuate le differenze e finalmente in classe avremo il classico alunno-modello che alcuni ancora mantengono nell'immaginario..
Beh vorrei dire a Stefanel che forse va contro qualche articolo della Costituzione, ma soprattutto va contro un valore che ritengo fondamentale in una società che si voglia ancora chiamare civile.. quello di aprire gli occhi, la mente (e perchè no, anche il cuore..), alle differenze e ricordarsi che tutti siamo uguali nella nostra diversità, e nessuno ha meno valore di qualcun altro.. e chi è a disagio per qualsiasi motivo, sia sociale che culturale che di handicap, non ha meno diritti di un "normodotato" di apprendere e di essere inserito in scuole pubbliche.

Diverso è il discorso in riferimento ad una politica che non fa nulla per aiutare la scuola in questo gravoso e importantissimo compito.
Che anzichè dare risorse ed investire nella scuola, taglia.. e toglie quindi opportunità di crescita sociale.. allargando ancora di più una forbice che non fa altro che creare disagio nel disagio.. problemi che ci ritroveremo tutti nei prossimi anni, quando cresceranno ed avranno in mano il potere politico e gestionale gli uomini e le donne che sono cresciuti in questi tempi.

La politca ormai non fa altro che confermare il grande e grave distacco dalla vita reale, e di conseguenza la mancanza di vedere lontano, di essere lungimiranti..
Il sindacato segue a ruota con comunicati spesso demagogici e privi di incisività..

Come disse Moretti, con questi dirigenti non andremo da nessuna parte.. e ancora io, personalmente, non vedo nessuna svolta che possa determinare almeno l'inizio di un percorso per rendere migliore questo mondo..