Nuove competenze alle Regioni, anche nel settore scuola, in base a quanto consente la stessa riforma del Titolo V. Insiste su questo punto il presidente della Regione Lombardia Formigoni, che intervenendo ad un convegno promosso dall'ANCI Lombardia, ha ribadito "
...la volontà della Regione di porsi alla testa del processo di redistribuzione di funzioni e risorse dal centro alla periferia...Chiedo, con il Consiglio regionale, la piena attuazione della Costituzione...affinché (la Regione) possa rispondere alle esigenze dei cittadini".
In questa prospettiva la questione centrale non è però l'assetto istituzionale differenziato, ma la possibile differenza socioeconomica che ne può derivare tra aree territoriali ricche e aree territoriali deboli. Infatti l'attribuzione di poteri aggiuntivi condiziona l'attribuzione di risorse aggiuntive proprio alle regioni più ricche.
Se questa è la posizione della Lombardia e del Veneto apparirebbe saggio e giusto procedere, certamente con cautela e prudenza, ad attivare per il settore scuola i processi di attuazione dei contenuti del documento approvato il 12 luglio 2006 dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome. Occorre l'impegno di tutti i soggetti istituzionali a procedere all'esame delle questioni connesse e apparirebbe ingiustificata ogni ulteriore dilatazione dei tempi per l'individuazione delle condizioni di effettiva realizzazione dei processi delineati nel documento.
In questo quadro è positiva l'iniziativa delle Commissioni Affari Costituzionali della Camera e del Senato di dar vita insieme a sindacati, Confindustria, ANCI, UPI, Conferenza dei Presidenti delle Regioni a una giornata di studio per ciascuno dei quattro temi prescelti:
ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni (6 ottobre),
federalismo fiscale e garanzia dei diritti sociali (7 ottobre),
il governo concreto dei rapporti tra stato e Regioni (13 ottobre),
Roma capitale, aree metropolitane (17 ottobre).