Una giornata di sostegno
Vanna Menegatti - 26-09-2006
Alla scuola primaria di San Polo di Torrile

In questi giorni mi ha chiamata una scuola in provincia di Parma per una supplenza fino ad avente diritto (cioè fino alle ultime nomine di sostegno).
Pensavo che la chiamata fosse dovuta a maggior sensibilità verso tutti quei disabili che pur avendone diritto restano senza sostegno ad inizio anno scolastico per giorni, a volte mesi cioè fino alle ultime nomine degli insegnanti di sostegno, con rammarico la mia chiamata di supplenza pare dovuta a "Disorganizzazione Amministrativa".
Arrivata a scuola mi hanno detto che per rispetto (ma credo più per legge) mi concedevano questa giornata di lavoro perchè non ne avevano più bisogno in quanto era arrivata l'"assistente".
Ho precisato che io ero "insegnante" che forse c'era confusione di ruoli e che se intendevano nominare un sostegno fino ad avente diritto, vista la mia abilitazione al sostegno questo posto toccava a me. Mi hanno risposto che non chiameranno insegnanti di sostegno fino al 20 (?!) data delle nuove nomine. Il bambino (gravissimo, L.104) al momento ha un'assistente per 11 ore; nelle ore mancanti di assistente in questi giorni verrà coperto con personale della scuola in esubero (non specializzato) e con insegnanti di classe in compresenza.
Questo avviene per i più gravi anche su altre scuole e anche durante l'anno quando in mancanza dell'insegnante di sostegno non chiamano supplenti e passano i disabili alle assistenti o tamponano con personale docente di classe in compresenza, mentre i meno gravi, quelli che non disturbano, restano in classe lasciati a se stessi, poco importa se chi con difficoltà all' apprendimento, mancando il dovuto sostegno, resterà ancora più indietro. Se la politica è quella del risparmio forse non fa una grinza ma non corrisponde a quella dell'inserimento e diritto al sostegno per L.104.
Comunque è stata una giornata utile per capire che se avrò altra scelta alle nomine sceglierò altra scuola (spero più organizzata a livello di Amministrazione e con più strutture architettoniche adeguate quali il bagno x disabili inesistente nella scuola che ho visto e dove veniva dato un rotolo di scottex per pulire il bambino solo come "concessione" perchè pare spetti al genitore comperarlo).
I bambini disabili (con dietro il più delle volte famiglie senza voce) credo che per legge e per civiltà meriterebbero di più.

Cordiali saluti
Vanna Menegatti

P.S. : Nomine fissate al 26 Settembre... le buone leggi già esistono peccato che non vengono applicate!


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 Angelo Scalisi    - 01-10-2006
Certamente è triste leggere resoconti di esperienze scolastiche tanto negative, ancor di più se riguardano alunni in situazione di handicap.
In questo caso credo, infatti, che sia proprio la "situazione" a rendere l'alunno handicappato nel vero senso del termine.
Ciò che è successo alla collega non è dovuto a semplice disorganizzazione amministrativa, ma ad una assoluta mancanza di sensibilità e competenza specialistica per i processi di integrazione a tutti i livelli, dal dirigente al direttore dei servizi, dai docenti ai collaboratori scolastici.
In quella scuola, probabilmente, non si conoscono le norme, non si conoscono i processi organizzativi di qualità, non si conoscono le buone pratiche attivate fortunatamente in molte scuole, non si conosce la didattica e la progettazione differenziata che non può tener conto della spesa e del risparmio!
Anche una scuola senza strutture deve attrezzarsi per attivare processi positivi di integrazione, ma soprattutto deve essere sostenuta da personale sensibile, consapevole ed esperto, capace di innesare dinamiche innovatrici ad ampio spettro.
Il docente di sostegno, in quanto specialista, dovrebbe trovare il giusto spazio per "farsi sentire", per coinvolgere tutti gli operatori in un processo continuo di rinnovamento, di aggiornamento e formazione, in un circolo virtuoso tendente ad eliminare gradualmente, ma costantemente, le diverse situazioni di handicap.
Quindi, non bisogna arrendersi e... "cambiare scuola", piuttosto, bisogna restare per... "cambiare la scuola".