LETTERA AL MINISTRO DEGLI ESTERI D'ALEMA
Bruxelles, 14 settembre 2006
Signor Ministro degli Esteri,
nel corso dell'audizione della Commissione Speciale d'Inchiesta del Parlamento Europeo sulle "extraordinary rendition", in cui è stata ascoltata tra gli altri l'avvocatessa Francesca Longhi, che assiste il cittadino italiano Abou Elkassim Britel, sono emersi gravi fatti riguardanti il funzionamento delle rappresentanze diplomatiche italiane in Pakistan e in Marocco, a livello d'ambasciata e consolare.
Il cittadino italiano Abou Elkassim Britel, arrestato illegalmente in Pakistan nel marzo del 2002, torturato per mesi, interrogato dai servizi segreti pakistani e americani, e infine trasferito in Marocco in forma altrettanto illegale, non avrebbe potuto fruire di alcuna assistenza da parte della rappresentanza diplomatica italiana a Islamabad.
Si chiede di sapere se la nostra ambasciata e consolato abbiano avuto informazioni al riguardo e, eventualmente, come abbiano reagito.
Per quanto concerne il Marocco, appare già evidente dalla documentazione acquisita che le autorità italiane a Rabat hanno permesso senza reagire, o reagendo molto tiepidamente, che il cittadino italiano Abou Elkassim Britel fosse torturato, arrestato una seconda volta sulla base di accuse inesistenti, e infine condannato a 15 anni di carcere dopo aver firmato una confessione estortagli sotto tortura.
Chiediamo che queste circostanze siano immediatamente chiarite e che il Governo italiano esiga al più presto la liberazione del nostro concittadino che si trova in stato di detenzione nelle carceri marocchine dopo ben quattro anni di vera e propria persecuzione, in spregio alle più elementari norme del vivere civile e dei diritti dell'uomo.
Giusto Catania
Giulietto Chiesa