Nessuno forse si aspettava tanto e in così breve tempo, ma il ministro Fioroni, prima dell'avvio delle lezioni, è riuscito a "smontare" il portfolio, uno degli oggetti della riforma Moratti di cui i sindacati avevano chiesto la cancellazione.
Lo smontaggio era nell'aria, ma non si capiva come avrebbe potuto farlo, visto che l'oggetto è previsto dalle Indicazioni nazionali che sono tuttora il regolamento transitorio per l'applicazione del decreto legislativo n. 59/2004.
Chi conveniva sulla cancellazione del portfolio sapeva che il passaggio obbligato sarebbe stato il nuovo regolamento con superamento delle Indicazioni. Realisticamente si poteva prevedere la modifica tra un anno, ma il ministro in tre sole mosse ha portato di fatto a termine l'azione subito.

Mossa n. 1: nella direttiva ministeriale del 26 luglio scorso sull'azione amministrativa per il 2006 il ministro, a proposito del portfolio, parla di criteri di flessibilità e progressività con particolare attenzione alla gestione dei dati sensibili degli alunni. Il portfolio è ancora vivo anche se flessibile.

Mossa n. 2: nella nota d'inizio d'anno del 31 agosto, firmata dal Capo di Gabinetto, si precisa che "tenuto conto del carattere provvisorio delle indicazioni nazionali", si suggerisce "di soprassedere dall'applicazione delle modalità di valutazione introdotte dal portfolio". Si soprassiede solo alle valutazioni o anche alla documentazione e registrazione dei processi formativi dell'alunno?

Mossa n. 3: nelle note di indirizzo per l'anno ponte del 31 agosto il ministro scrive che "altre eventuali forme di documentazione dei processi formativi (dossier, cartelle, portfolio, ecc.) saranno rimesse alla piena autonomia delle scuole, segnalando il loro carattere prettamente formativo (...). Resta esclusa ogni funzione 'pubblica' e 'amministrativa' di tali documenti che attengono esclusivamente alla relazione educativa alunno-insegnante-genitori".
E l'operazione cacciavite ha fatto centro.