breve di cronaca
Lezione di storia
Il Gazzettino di Udine - 08-09-2006
Un 8 settembre nel segno di Ondina Peteani

Trieste

È sulla figura di Ondina Peteani, scomparsa nel 2003, che si concentreranno le celebrazioni del 63.mo anniversario dell'8 settembre 1943, la data che segnò l'ufficiale inizio della Resistenza. Il tutto all'interno di un progetto nazionale congiunto Trieste e Cassino che riguarda l'Anpi e il Comitato Permanente Ondina Peteani.

La Peteani fu la prima staffetta partigiana d'Italia. Nata il 26 aprile 1925 a Trieste, era più giovane del regime fascista che combatteva. A soli quindici anni si muoveva in treno fra Padova e Udine per portare tra gli operai copie dell'Unità e dell'Avanti.

Nel 1942 lavora come operaia a Monfalcone. Un ambiente di lavoro che sarà fondamentale per la sua crescita politica. Sin dal maggio 1941 il Partito Comunista Italiano e l'Osvoboldilna Fronta (il Fronte di Liberazione sloveno) collaborano nella lotta armata nella Slovenia occupata dall'Italia.

A cavallo tra il Friuli e la Slovenia combattono le formazioni partigiane slovene e vi si affiancano anche i comunisti italiani. Di questi scontri si parla anche nel cantiere di Monfalcone e Peteani si avvicina alle prime formazioni.

Dopo un primo arresto poco prima del 8 settembre '43, nei giorni successivi all'armistizio inizia la vera attività partigiana contro i tedeschi.

Arrestata ancora, la Peteani riesce a scappare ma viene catturata l'11 febbraio 1944 a Vermegliano e segregata nel Comando delle SS di Trieste, da dove venne poi trasferita al carcere del Coroneo, e deportata ad Auscwitz da cui però uscirà viva.

Scriveva nel suo diario: «Il 31 maggio 1944, all'alba partimmo dalla stazione di Trieste, non dal solito binario (la gente non doveva vedere queste cose!) ma sul binario dei silos da dove partivano i treni merci. Difatti, da quel momento tali eravamo considerati: stavano partendo circa duecento pezzi e pezzi ci calcolarono da quel momento, ma noi non lo sapevamo ancora, per cui credemmo di partire in 200 persone di cui 40 donne».

7 settembre 2006
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