breve di cronaca
Aiuti all'istruzione
Vita no profit - 26-07-2006

Il ministero della Pubblica Istruzione ha dato il 'via libera' all'impiego di 258 milioni di euro che verranno ripartiti fra tutte le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano


Per le famiglie disagiate arrivano aiuti per l'istruzione dei figli con borse di studio e fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo.

''Ci sono famiglie italiane per le quali il problema del diritto allo studio, e conseguentemente quello della dispersione scolastica -ha commentato il ministro Giuseppe Fioroni - sono un problema che attiene alla sopravvivenza economica quotidiana. Osserviamo inoltre che nuove categorie sociali, fino ad oggi al riparo, entrano nelle fasce di poverta': sono famiglie che sopravvivono con 15 mila euro l'anno e per le quali la spesa per la scuola diventa un onere insostenibile. E' un primo intervento. Ma Stato e Regioni dovranno incentivare i propri sforzi perche' mai piu' nessuna famiglia debba considerare l'istruzione dei propri figli come un lusso''.

Con il primo provvedimento sono stati assegnati 155 milioni di euro in borse di studio da assegnare al sostegno delle famiglie meno abbienti per agevolare la frequenza scolastica nelle scuole medie e in quelle superiori. L'altro provvedimento, invece, assegna 103 milioni e 291mila euro, che consentiranno alle Amministrazioni locali, per l'anno scolastico 2006-2007, la fornitura gratuita dei libri di testo agli alunni delle scuole medie e, anche nella forma del comodato, a quelli delle secondarie superiori che si trovino nelle stesse condizioni di necessità.

Carmen Morrone

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 Frg    - 26-07-2006
Ricordiamo che Fioroni, lo scorso 19 luglio, era "intervenuto anche sul cosiddetto bonus a favore di coloro che decidono di iscrivere i figli nelle scuole paritarie" affermando: "Il buono scuola così come ipotizzato dal precedente governo, che divideva in modo uguale tra soggetti diversi, lo ritengo non utile. Perché dare a tutti nello stesso modo crea solo l'illusione di poter scegliere la scuola che uno vuole, dando, invece, la possibilità alla famiglia di scegliere la scuola che può permettersi. Ritengo anche che dividere in parti uguali tra le famiglie, prescindendo dal loro reddito, non sia una cosa utile all'equità e all'eccellenza del sistema pubblico italiano"

Da Repubblica.it del 20/07/2006