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È un errore grave non aver bloccato la riforma Castelli
Movimento per la società di giustizia e per la speranza

Cari amici,
il Movimento ha preparato questo intervento sul Presidente Napoitano per il mancato blocco della legge Castelli contro la magistratura, e chiede per questo il vostro aiuto. Gl'indirizzi:

Pres. Giorgio Napolitano, Palazzo Quirinale, 00187 Roma/presidenza.repubblica@quirinale.it

Min. Giustizia Clemente Mastella, Via Arenula 70, 00186 Roma/urp@giustizia.it

Pres. Romano Prodi ,Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma/urpdie@governo.it

Min. Attuaz. d. programma, Giulio Santagata, Largo Chigi 19, 00187 ROMA/programma@governo.it

Segr. Piero Fassino, Via Palermo 12, 00184 Roma/p.fassino@dsonline.it

Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Al Ministro della giustizia Clemente Mastella
Al Governo di Romano Prodi, a Giulio Santagata, a Piero Fassino

La cosiddetta Riforma Castelli della giustizia - in realtà una pseudoriforma punitiva per la magistratura, come si addiceva al berlusconismo - poteva essere bloccata solo con un decreto-legge perché le date di attuazione sono imminenti: il 17 e 18 giugno soprattutto, poi il 28 luglio. Con tre provvedimenti destabilizzanti che entreranno in vigore, e che certo il Presidente come il Governo conoscono troppo bene, a cominciare dalla separazione delle carriere.

Se si vuole sospendere, si sospende, non si lascia che la legge diventi operativa; creando dissesti, e difficoltà maggiori.

Era questa una linea ovvia; ed era anche il parere degli organi della magistratura, come dei maggiori studiosi; che doveva essere rispettato.

Il Presidente Napolitano non l'ha voluto perché si fa delle illusioni sul dialogo col berlusconismo. Non gli è bastato vedere ciò che il berlusconismo ha fatto con fredda determinazione in cinque anni, e con la collaborazione incondizionata dei partiti alleati e complici:

1. Il disprezzo della legge; la strumentalizzazione del parlamento e della legge per i suoi meschini interessi, i suoi processi e le sue aziende; con queste leggi nessun processo ha potuto andare a compimento (il trionfo dell'ingiustizia); mentre i suoi guadagni si sono quadruplicati.

2. L'attacco continuo alla magistratura, accusata di persecuzione politica; attacco che dura tuttora. E la legge Castelli fa parte di questo attacco.

3. L'uso spregiudicato delle televisioni a suo unico vantaggio, senza nessun riguardo per l'opposizione (quel riguardo che ora Napolitano vorrebbe), e che si è rivelato molto pericoloso per la democrazia italiana, in quanto esercita un influsso decisivo su tutto l'elettorato più sprovveduto (la "casalinga di Voghera" di cui hanno parlato gli analisti del voto).

4. L'attacco violento e disonesto all'Unione, distorcendone le idee e i programmi; l'attacco plateale ad un "comunismo" che non esiste più da quindici anni, attacco mentitore. Che è continuato anche dopo la vittoria dell'Unione, e continua tuttora.

Il Presidente Napolitano s'illude troppo, se pensa che si possa collaborare con un simile personaggio; e questa illusione può far del male al paese, come lo sta facendo; toglie all'Unione la forza decisiva e anche aggressiva di cui ha bisogno. Nelle sue decisioni di governo, come nella polemica quotidiana: alla violenza dell'attacco si deve rispondere con forza; altrimenti la gente si persuade che il violento ha ragione.

Lecce, giugno 2006


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