breve di cronaca
Islam a scuola?
Il Messaggero - 14-06-2006
«Il Papa è favorevole all'Islam a scuola» La disponibilità data al presidente della Renania, Ruettgers: «Sì all'insegnamento sotto il controllo delle istituzioni»

di ORAZIO PETROSILLO

CITTA' DEL VATICANO - Ora di Corano in classe, luce verde del Papa? Il presidente del Land Renania-Vestfalia, Juergen Ruettgers, se ne dice convinto. Almeno per le scuole tedesche. Ritiene di avere dalla sua Benedetto XVI il quale, ieri mattina, durante un'udienza in Vaticano, si sarebbe espresso favorevolmente sul progetto normativo in discussione in quel Land circa l'insegnamento dell'Islam nelle scuole attraverso insegnanti di lingua tedesca e sotto controllo delle istituzioni statali. Ma bisogna vedere effettivamente cosa abbia detto il Pontefice, al di là dell'ovvio consenso di principio al fatto che tutti i bambini, e quindi naturalmente anche i musulmani, abbiano un insegnamento religioso nelle scuole secondo la fede di appartenenza. Anche perché Ruettgers ha tutto l'interesse ad avere Ratzinger tra i sostenitori del suo progetto legislativo regionale. Prima di lanciare Benedetto XVI nella campagna per il Corano in classe anche in Italia, sulla scia del cardinale Raffaele Martino che all'indomani delle sue dichiarazioni del 9 marzo, dovette fare una rettifica-ridimensionamento, conviene essere prudenti.
Uscendo dal Vaticano, Ruettgers ha riferito ai giornalisti sui contenuti del lungo colloquio avuto con il Pontefice: «Al Papa ho riferito di quello che stiamo facendo nel nostro Land per facilitare l'integrazione. Anche lui crede che i bambini musulmani debbano avere un insegnamento religioso. Non sono entrato nel dettaglio del nostro progetto di legge che contempla l'insegnamento con insegnanti in lingua tedesca, formati dallo Stato e sotto il controllo della scuola. C'è molto da fare in questo campo ed è chiaro ci sono anche tante difficoltà, ma il Papa mi ha detto che è importante intensificare l'insegnamento religioso per trasmettere ai bambini dei valori».
E' comunque importante la precisazione del presidente Ruettgers che prevede l'insegnamento dell'Islam (più vasto del puro e semplice insegnamento catechetico del Corano) nelle scuole attraverso «insegnanti di lingua tedesca» e «sotto il controllo delle istituzioni statali». Il che non è esattamente quello che pretenderebbe in Italia l'ala integralista del mondo islamico nostrano, quell'Ucoii che è la filiale dei «Fratelli musulmani»: essi non hanno di mira l'integrazione nella società italiana degli islamici ma un'identità islamica separata e conflittuale, con il Corano in classe in arabo. Perciò la proposta è stata bocciata dalla maggioranza della «Consulta per l'Islam italiano».
Un autorevole intervento sulla questione venne dal cardinale Camillo Ruini che, pochi giorni dopo la battuta del cardinale Martino, ribadì il "sì" della Cei in linea di principio ma manifestò forti perplessità sulla sua attuazione. Per il presidente dei vescovi italiani, devono ricorrere alcune «fondamentali condizioni», a cominciare dai contenuti non in contrasto con la nostra Costituzione: diritti civili, libertà religiosa, parità uomo-donna e matrimonio. Per la Cei, manca un soggetto rappresentativo dell'Islam e l'insegnamento non deve «dar luogo a un indottrinamento socialmente pericoloso».

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di CARLO MERCURI

ROMA - Mario Scialoja, già ambasciatore italiano in Arabia Saudita, si è convertito all'Islam nel 1987. Oggi dirige la sezione italiana della Lega musulmana mondiale, che ha sede a Roma presso il centro culturale islamico della grande Moschea.
Ambasciatore, come commenta la presa di posizione di Papa Benedetto XVI a favore dell'insegnamento della religione musulmana nelle scuole?
«Che cosa ha dichiarato il Papa?».
Il Papa non ha rilasciato dichiarazioni. E' stato il suo interlocutore, Jurgen Ruettgers, presidente della Regione Renania-Vestfalia, che ha riferito del favore con cui il Pontefice ha guardato al progetto dell'insegnamento dell'Islam nelle scuole del Land attraverso insegnanti di lingua tedesca e sotto il controllo dello Stato.
«Se è così, penso che il segnale del Papa sia positivo ma che non è possibile trapiantare lo stesso esperimento in Italia».
Perché?
«Ma perché quello tedesco è un caso talmente particolare che non si presta a considerazioni di carattere generale. In Renania ci saranno professori tedeschi che insegneranno l'Islam. In Italia è impensabile. Neanche ci sono insegnanti italiani di Islam. E poi che cosa, l'insegnamento della religione sotto il controllo dello Stato? No, non mi piace».
La Consulta delle Comunità islamiche si pronuncerà al riguardo?
«Mi sembra prematuro parlare di queste cose. Oggi (ieri, n.d.r. ) sono stato al Viminale, domani la Consulta si riunirà, ma per parlare della legge sulla cittadinanza».
Eppure la proposta dell'insegnamento della religione islamica nelle scuole italiane è già stata presentata dall'Unione delle comunità islamiche. La posizione del Papa non apre forse uno spiraglio?
«Guardi, il problema è serio e complesso. La società italiana è multietnica e multireligiosa. Ora non voglio stare qui a polemizzare sul fatto che invece nelle scuole italiane non si riconosce questa multireligiosità. Diciamo che è così per ragioni storiche e non andiamo oltre. Lo Stato italiano è laico e una particolare attenzione per la religione cattolica è pure comprensibile. Ma lo Stato italiano dovrebbe cominciare ad aprirsi all'ebraismo e insegnarlo nelle scuole. Poi dovrebbe fare la stessa cosa con l'Islam. E poi con il buddismo, con l'induismo e via dicendo. Affermando queste cose, vede, io non faccio neppure gli interessi della mia religione, l'Islam. Però il discorso è questo: o la società si apre davvero a tutte le religioni o non si apre a nessuna».

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 dall'Unità    - 14-06-2006
ROMA .
Il «voto» di religione non deve rientrare nel documento di valutazione, ovvero nella pagella. Sul sito del ministero dell'Istruzione è stata, infatti, pubblicata la nota che, in termini molto sintetici comunica alle istituzioni scolastiche che «in esecuzione dell'Ordinanza di sospensiva del Tar Lazio del 15 marzo 2006, le istituzioni scolastiche dovranno redigere, per gli alunni che si sono avvalsi dell'insegnamento della religione cattolica, la speciale nota prevista dall'art 309 del testo unico». Così, i genitori dei ragazzi della scuola media e della scuola elementare, nei prossimi giorni, per la valutazione della Religione si vedranno consegnare una scheda a parte, così come stabilito dal testo unico del 1994. «Si tratta di una nota doverosa - sottolinea la Flc Cgil dando notizia della pubblicazione sul suo sito - benchè giunga tardivamente. Risale infatti al 15 marzo scorso l'ordinanza del Tar che richiamava il Miur a rispettare le precedenti ordinanze dello stesso tribunale. Ordinanze disattese dalle ambiguità delle note del 3 e del 9 febbraio sulle quali abbiamo più volte espresso i nostri commenti». «La nota - lamenta però il sindacato - omette di ricordare che anche il giudizio sulle attività alternative va compilato su nota a parte, come pure omette di ricordare che vanno sospese le parti del portfolio che riguardano la biografia degli alunni».