breve di cronaca
Scuola stop alla deregulation locale
Italia Oggi - 26-05-2006
L'annuncio del viceministro della pubblica istruzione ieri all'11° congresso della Uil Scuola.

Stop alla deregulation regionale della scuola. E ritorno a un sistema nazionale dell'istruzione nel quale la scuola pubblica torni a essere centrale. Sono queste le prime due linee di intervento del nuovo governo Prodi in materia di istruzione, che il viceministro della pubblica istruzione, Mariangela Bastico, ha voluto annunciare ieri dal palco dell'11° congresso della Uil Scuola, che si sta svolgendo a Perugia. "La scuola ha già sofferto a sufficienza, in questi ultimi cinque anni, dei danni prodotti dall'effetto annuncio e da aspettative che non si sono concretizzate in nulla", ha detto la Bastico. "Ora basta. Noi annunceremo solo le cose che vorremo realizzare concretamente, dopo averne verificata la fattibilità concreta, da un punto di vista giuridico ed economico, e dopo esserci confrontati con tutti i soggetti che operano nel mondo della scuola".
In questo senso, come ha confermato il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, il dialogo è già iniziato. "Il ministro dell'istruzione Giuseppe Fioroni mi ha contattato questa mattina (ieri per chi legge, ndr) ", ha detto il segretario, "per fissare un appuntamento per la prossima settimana, per avviare un confronto su quelle che noi riteniamo essere le priorità per il mondo della scuola". Che sono, innanzitutto, il varo di una legge che riscriva la riforma del secondo ciclo scolastico, il ripristino dell'inizio della scuola dell'infanzia a 3 anni, interventi per ridurre il carico fiscale sulle retribuzioni del personale della scuola e ridare così potere di acquisto ai lavoratori, e, soprattutto, il riassorbimento del precariato, quantomeno per tenere conto del turn over dei pensionamenti. Tutti punti, questi, sui quali la Bastico non si è però sentita di dare una risposta affrettata, almeno non prima che su priorità e risorse per l'istruzione ci sia stato un confronto all'interno del governo. "Quello del precariato è un problema grossissimo", riconosce il viceministro, che prima dell'attuale esperienza di governo è stata un battagliero assessore regionale all'istruzione in Emilia Romagna. "Noi crediamo nel valore della stabilizzazione del lavoro, ma al tempo stessi siamo consci del fatto che questa scelta debba essere fatta tenendo conto delle risorse. Intanto sicuramente porteremo avanti il piano triennale di immissioni in ruolo che per quest'anno prevede l'assunzione di 20 mila insegnanti".
Quello che la Bastico ha lasciato comunque intendere chiaramente è che il pacchetto di riforme varate dall'ex ministro Letizia Moratti, verrà sottoposto a profondi cambiamenti ma non a cancellazioni tout court. "Ci saranno delle modifiche importanti, ma non ragioniamo in una logica abrogazionista, perché questo metterebbe in difficoltà la scuola", spiega il viceministro della pubblica istruzione. "Invece noi dobbiamo garantire innanzitutto la serenità alle scuole, agli insegnanti e alle famiglie. A cominciare dal nuovo anno scolastico, impegnandoci per fare in modo che, in tempi rapidi, vengano messe in atto tutte quelle misure che possano assicurare un corretto ed efficiente inizio di anno".
Di certo, delle misure varate dal precedente governo di centro-destra il viceministro vede come fumo negli occhi la deregulation regionale. "Ho vissuto l'esperienza di assessore regionale, e quindi potrebbe sembrare che parli contro l'interesse delle regioni", dice la Bastico, "ma proprio da quell'esperienza ho capito quanto sia fondamentale avere e mantenere un sistema nazionale dell'istruzione, con una scuola pubblica, di qualità, per tutti, che non lasci nessuno indietro. La proposta di riforma costituzionale che scardina il sistema nazionale in 20-22 istruzioni regionali, ci preoccupa enormemente e va assolutamente abolito in sede referendaria". Un segnale del cambiamento di strategia è già stato lanciato: il dicastero di viale Trastevere, che il governo Berlusconi aveva trasformato in ministero dell'istruzione, verrà infatti ritrasformato, grazie a una modifica apportata al decreto legge sui ministeri varato dal governo Prodi, in ministero della pubblica istruzione.

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