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Le cose vanno bene, le famiglie vivono meglio. Io ieri sera sono andato al ristorante con alcuni amici e non c'era un posto libero. Alla fine hanno dovuto dire che c'ero io e allora hanno fatto alzare alcune persone. ( ... ) "
Detto senza alcun rossore dall'egoarca di Arcore il 31 di marzo durante la trasmissione " Omnibus " su La7.
Confesso: sono molto compiaciuto con me stesso di non essermi ritrovato tra quei 12 milioni di telespettatori intenti a strafogarsi del tanto atteso dibattito-scontro elettorale.
Ed a pensarci bene sono stati in tanti ad evitare a sé stessi il rinnovarsi di un rito stantio e divenuto quasi inutile ai fini del risultato elettorale del 9 e 10 di aprile; gli illusionismi non servono più di tanto se ci si lascia guidare dalla constatazione del reale. A conti ben fatti sono stati ben 4 milioni i telespettatori che hanno deciso di non sorbirsi l'immancabile gioco di prestigio dell'Houdini di Arcore.
Il quale non ha mancato di escogitare un trucco ulteriore da quel bravo illusionista che si è rivelato nel quinquennio del suo (mal)governo; ora, come per la benevolenza di un signorotto di altri tempi, saremo sgravati della tassa sulla prima casa, la cosiddetta ICI.
Bella trovata, non c'è che dire! Anche perché il signorotto di Arcore si sgraverà dell'imposta sulla sua disadorna e "
mutuata" - poiché acquisita con un mutuo ipotecario - bicocca adibita a prima abitazione; con una fava due piccioni, abbindolare ancora una volta di più i gonzi di turno, e ricavarsi il vantaggio di sicura consistenza patrimoniale.
Che dire? E' un prestigiatore impareggiabile, al cui confronto quell'Houdini Harry di passata memoria non regge il confronto. Ora che il miserello piatto di lenticchie è stato offerto al popolo bue in cambio di un insperato - o disperato - nuovo plebiscito elettorale, ci si deve pur chiedere: ma basta il piatto di lenticchie offerto inopinatamente dall'egoarca di Arcore?
Non ci sarebbe invece da non smuoversi di un solo millimetro dalla condanna delle "
malefatte" dell'egoarca di Arcore per quanto attiene allo svilimento delle istituzioni, all'imbarbarimento della vita politica del bel paese - imbarbarimento consacrato nella più incivile campagna elettorale che possa affiorare alla mia memoria -, dallo svuotamento delle certezze e dei ruoli che uno stato democratico e di diritto dovrebbe garantire a tutti i suoi cittadini?
Sapevamo che le macerie materiali che l'egoarca di Arcore avrebbe lasciato sul terreno sarebbero state gigantesche; ma non di minore gravità e dimensione sono le macerie immateriali che egli ha creato volutamente e che volutamente consegna, senza resipiscenza alcuna, ad un popolo stremato, immusonito e disorientato al contempo!
Mancano oramai pochissimi giorni all'appuntamento elettorale ed un dovere di cittadinanza impone che si vada alle urne con una consapevolezza nuova, necessaria quanto non mai, considerata l'assurdità e l'eccezionalità della situazione politico-economica del bel paese; non servono infatti illusionismi di sorta, promesse mirabolanti, laddove la semplice ricerca di fonti più o meno accreditate sulla stampa possono renderci edotti dei problemi del bel paese anche in un contesto di più largo respiro.
Trovo pertanto molto interessanti due pubblicazioni apparse sull'ultimo numero del settimanale " Affari& Finanza ", che non riporto, ma delle quali pubblicazioni offro gli indirizzi sulla rete per una loro diretta consultazione.
Il primo testo, a firma dell'economista Marcello De Cecco , ha per titolo "
Le pagelle Ocse bocciano l'Italia "; il secondo testo è dell'immancabile Giuseppe Turani, editorialista di spicco del settimanale, ed ha ha per titolo "
Tutti i soldi della Borsa ".
Letture interessanti e che danno corpo e sostanza ad una partecipazione più consapevole alla vicenda elettorale che avrà il suo epilogo tra i primi refoli primaverili dell'aprile; è un buon auspicio, poiché ricordo che con i primi refoli di un altro aprile dell'anno 1996 si celebrarono i trionfi dell'Ulivo di allora; ma i tempi erano ben altri e senza " certe " dure emergenze dell'oggi!
ilaria ricciotti - 04-04-2006
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Quanta arroganza! Quanta miseria! Quanta maleducazione! Dagli atteggiamneti mimici e verbali usati si evince l'"eleganza" di costui e chi è veramente questo "signore".
Speriamo che molti italiani se ne accorgano, almeno ora! |
dal Corriere della Sera - 04-04-2006
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... L'abolizione dell'Ici? E' un idea che Berlusconi ha preso dai comunisti. Lo dice senza ironia il leader radicale Marco Pannella che spiega: «La clamorosa trovata del nostro davvero unico Presidente del Consiglio, l'ha trovata nell'archivio di Rifondazione Comunista, dove giaceva dal 2000». Pannella, poi aggiunge: «Non contento di avere sistematicamente fatta promozione e propaganda in tutte le nostre abitazioni, da molti anni, e ad un ritmo chaplinesco in questi ultimi mesi, dei suoi "komunisti" mangiatori di bambini bolliti e del per lui bollito Romano Prodi, ha sparato come grande bomba elettoralistica nè più e nè meno che quanto previsto sin dal novembre 2000 nella proposta di legge di Rifondazione comunista, a firma Bertinotti, Giordano, De Cesaris e tutti i deputati del gruppo dal titolo: "Norme per l'esenzione d'imposta comunale sugli immobili - Ici - sulla prima casa di abitazione". Non sappiamo ancora quali saranno le eventuali correzioni e gli aggiornamenti che il presidente del Consiglio in versione proletaria si accinge ad apportare»...
Qui l'articolo completo.
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da Repubblica - 05-04-2006
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E' un bel pò di tempo che ci si chiede che senso ha essere di sinistra - a parte l´affetto per i vecchi amici e il conforto di non essere di destra. L´altra sera, finalmente, con ammirevole precisione, il capo della destra italiana ha fornito un´eccellente sintesi della ragione stessa per la quale la sinistra, malgrado se stessa, continua a esistere. "La sinistra - ha detto il premier - vuole rendere uguali il figlio del professionista e il figlio dell´operaio". Bingo!!! Nelle case degli operai, ma pure in quelle dei professionisti come me, dotati di un briciolo di coscienza sociale, ci sono state vere e proprie scene di esultanza. Perché il figlio del professionista e dell´operaio, si sa, uguali non sono mai stati, né per istruzione né per opportunità. E ci fosse mai un governo che provvede a promuovere il merito e il talento, non più il censo e il privilegio, quello sarebbe, effettivamente, un governo di sinistra. Un Paese di eguali, più o meno tutti con prospettive simili di lavoro, di dignità, di prospettive: avevamo smesso da tempo di sperarci, prima che il Cavaliere, con un colpo di teatro, facesse rivivere come per incanto il fantasma della libertà...
Com´è strana la vita: è stato l´uomo più ricco d´Italia, e uno dei più ricchi del mondo, a restituire al "proletariato" (è l´unico che lo chiama ancora così: grazie anche di questo) il brivido dell´uguaglianza...
Michele Serra
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