Il dito del grande fratello
Altrenotizie.org - 25-03-2006
Riceviamo e pubblichiamo, nella convinzione che la libera circolazione delle idee sia un diritto costituzionale inalienabile e che nessuna notizia riguardante la vita democratica del Paese possa essere taciuta - La redazione

Brogli. Sono la magnifica ossessione del Cavaliere. Non c'è stata elezione, dal '94 ad oggi, in cui lui non li abbia temuti, denunciati, evocati. Ma non è mai riuscito a dimostrare di aver perso perché "loro", i presidenti e gli scrutatori della sinistra, "sono un esercito di professionisti, a danno dei nostri dilettanti, che regolarmente vengono fatti fessi".
Stavolta Berlusconi si è messo avanti con il lavoro. In nome della democrazia. La sua.

Il 3 gennaio scorso è stato varato un decreto passato per lo più inosservato o sotto le mentite spoglie di grande innovazione tecnologica al passo con i tempi: la sperimentazione del voto elettronico. Artefici della grande svolta due ministri, Lucio Stanca e Beppe Pisanu. Dopo due sperimentazioni precedenti nelle Europee 2004 e nelle Regionali del 2005, si ampliava la fetta di elettori interessati estendendola al 20% delle sezioni.Per queste politiche, il voto elettronico avrà per la prima volta valore giuridico. Le schede di carta resteranno sigillate dentro le urne (di cartone) e saranno estratte dagli scatoloni solo in caso di contestazioni. Le regioni coinvolte sono state scelte, a detta del ministro Stanca, con il criterio del "bilanciamento territoriale"; una al Nord, la Liguria; una la Centro, il Lazio; una al Sud, la Puglia. Infine un'isola, la Sardegna. In apparenza ancora nulla di strano, fatto salvo il discorso che queste sono proprio le Regioni in cui gli esiti elettorali sono più incerti e che peseranno in modo determinante nell'assegnazione dei premi di maggioranza, (regionali, non a caso) per il Senato dove, secondo i sondaggi, potrebbe esserci un maggiore rischio di pareggio.

Come funzionerà questo voto? In ognuna delle sezioni coinvolte ci sarà un computer, due schermi video e un operatore informatico. Gli scrutatori procederanno allo spoglio nel modo tradizionale, mentre il tecnico informatico provvederà a riportare i voti sul computer. Finita la conta, i dati saranno trasportati su una chiavetta Usb e, alla fine, tutte le chiavette saranno inserite su un computer centralizzato che trasmetterà e dati al Viminale. Le chiavi saranno portate a mano dai tecnici. Nessun presidente di seggio sarà autorizzato a controllare che le operazioni elettroniche si svolgano secondo i normali, rigorosi, criteri di sicurezza; questa responsabilità sarà solo ed esclusivamente dei tecnici delle società incaricate, lavoratori interinali che faranno riferimento ai propri datori di lavoro e non allo Stato.

Eccolo, il problema, che va anche oltre il fondato timore che le chiavette Usb possano essere sostituite durante il passaggio dal computer di sezione a quello centralizzato collegato al Viminale con il pericolo - fondatissimo - di brogli. Chi sono le società private incaricate di svolgere queste delicate operazioni? Sono tre: la Telecom Italia, la Eds e la Accenture. Come sono state scelte? Con trattativa privata da parte del governo. Perchè? "Perchè non c'era tempo - ha risposto candidamente Pisanu - per fare un bando di gara pubblico".

Lo ha svelato, in un'inchiesta "all'antica", Diario, il settimanale diretto da Enrico Deaglio. Che ha spiegato anche chi sono gli uomini nella stanza dei bottoni di Accenture e Eds. Quest'ultima è il colosso di gestione dati fondato da Ross Perot, il miliardario americano che tentò di dare l'affondo alla Casa Bianca come candidato "indipendente". Accenture, invece, è il nuovo nome assunto dalla Andersen Consulting dopo essere stata coinvolta dallo scandalo Enron; ha sede fiscale alle Bermuda ed è legata a doppio filo con l'amministrazione Bush, dalla quale ha ricevuto commesse esorbitanti, stimate nell'ordine dei 14 miliardi di dollari l'anno. Accenture ha fornito un database per le ultime presidenziali in Florida da dove erano stati espunti, in base alla loro fedina penale, neri ed ispanici, solitamente orientati verso i democratici. In Italia, Accenture ruota intorno a due personaggi, Carlo Loglio e Angelo Italiano. Ora, dopo queste rivelazioni e la richiesta di spiegazioni che è partita a gran voce da parte di molti parlamentari dell'Unione, il ministro Pisanu ha semplicemente querelato il settimanale, minacciando di adire le vie legali anche nei confronti di chi, tra gli organi di stampa, si facesse da cassa di risonanza di queste notizie.

Nessuna spiegazione ulteriore da parte di Pisanu, solo la minaccia di querela. Che a domanda, com'è ovvio, querela.

Sara Nicoli

Per saperne di più consulta la nota "C'è uno strano odore nell'aria... " nel blog di Beppe Grillo oppure clicca qui. (Red)


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 da Diario    - 25-03-2006
Pisanu annuncia querela

Il ministro dell'Interno ha dato mandato ai suoi legali di denunciare Diario per i contenuti dell'inchiesta in edicola. La replica del giornale. Sabato 25 marzo alla Camera del lavoro di Milano, conferenza stampa sul voto elettronico indetta dal senatore verde Cortiana con Gianni Barbacetto, Mario Portanova, Giulietto Chiesa e Francesco De Carlo

ELEZIONI: DA PISANU MANDATO A LEGALI PER QUERELA A DIARIO "AFFERMAZIONI GRAVEMENTE DIFFAMATORIE"

(ANSA) - ROMA, 24 mar - Il ministro dell' Interno, Giuseppe Pisanu, ha dato mandato ai suoi legali di sporgere querela "nei confronti del settimanale 'Diario' e di quanti altri divulghino le affermazioni gravemente diffamatorie contenute nel numero apparso oggi in edicola". Il ministro si riferisce ad un articolo di 'Diario' in cui si afferma che la sperimentazione del voto elettronico in quattro regioni per le prossime elezioni sarebbe affidata ad alcune società, una delle quali vedrebbe il figlio di Pisanu tra i dirigenti. (ANSA).

ELEZIONI: DIARIO, QUERELA DA PISANU PER FATTI NOTORI (V. 'ELEZIONI: DA PISANU MANDATO...' DELLE 13:32)

(ANSA) - ROMA, 24 mar - "Apprendiamo che il ministro dell' Interno ci sta per querelare per fatti notori". Lo afferma il diretto del settimanale Diario, Enrico Deaglio. "Stupisce che Pisanu - ha aggiunto Deaglio - non abbia mai pensato di querelare il presidente del Consiglio che in ripetute occasioni si è detto sicuro che ci sono stati brogli elettorali nelle passate occasioni elettorali, in considerazione del fatto che la regolarità elettorale dipende dal Viminale". (ANSA).

Elezioni, Voto Elettronico, Cortiana:²Una conferenza stampa per fare chiarezza²

SENATO DELLA REPUBBLICA
Comunicato stampa

"Domani con le testate Diario e Micromega faremo chiarezza". Dichiara il senatore verde Fiorello Cortiana, presidente dell'Intergruppo Bicamerale per l¹'nnovazione Tecnologica.

"L'intimidazione del ministro Pisanu nei confronti di questi organi di stampa, in merito alle inchieste da loro condotte, è inaccettabile, in quanto mina la libertà d'informazione. Come già sostenuto, nell'interrogazione da me presentata, il processo di privatizzazione delle elezioni e l'appalto diretto a Telecom Italia, coinvolta nel modo peggiore nello 'Storace Gate', pone problemi che non saranno certamente le intimidazioni a chiarire". Conclude l'esponenete del 'Sole che ride'.

Questo voto elettronico garantisce la democrazia?
Sabato 25 Marzo 2006 Ore 16,30
Sala Grandi, Camera del Lavoro,
Corso di Porta Vittoria 43, Milano

Sono stati invitati gli autori delle due inchieste:
Gianni Barbacetto e Mario Portanova (Diario) Giulietto Chiesa e Francesco De Carlo (Micromega)

Modera: Fiorello Cortiana

 dall'Unità    - 25-03-2006
Voto elettronico, Prodi rassicura: «Niente brogli ma stiamo attenti»


In ballo c’è il controllo su 11milioni di voti. Ossia le preferenze espresse da più di un quinto del totale dei votanti italiani e in 4 delle regioni in cui il risultato è considerato tra i più incerti: Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna. Per questo, dopo la miccia fatta esplodere dall’inchiesta del settimanle Diario, non si placano i timori sul voto elettronico previsto per le prossime elezioni del 9 e 10 aprile. «Il sistema di trasmissione elettronico dei risultati del voto, così come previsto, non ci convince affatto» dice Giuseppe Giulietti, capogruppo Ds alla Commissione di Vigilanza Rai, e annuncia di aver inviato al Presidente dell'Autorità Garante per la Privacy un esposto «affinché valuti se quanto segnalato meriti l'apertura di un'inchiesta ufficiale».

In serata però arrivano le rassicurazioni di Romano Prodi: «Il Ministro dell' Interno ha comunque detto che fanno prova le schede elettorali, e a quanto ho capito i voti elettronici dovrebbero essere solo utili ad affrettare le operazioni». Dunque nessun pericolo di brogli. «Dobbiamo semplicemente - ha aggiunto Prodi - stare attenti alle nuove tecnologie».

Ma andiamo con ordine. Anche se già nelle settimane scorse dalle file del centrosinistra si erano levati molti dubbi sul “voto elettronico” previsto dalla nuova legge (la deputata Ds Beatrice Magnolfi ha presentato il 10 febbraio un’interrogazione a Stanca), il caso esplode venerdì quando inizia a circolare, come un tam tam e anche grazie a Internet (vedi il blog di Beppe Grillo ), un’inchiesta di Diario. Il settimanale rileva come alle imminenti elezioni politiche la sperimentazione dello spoglio elettronico sarà gestita da tre società, Telecom, Eds e Accenture, l'ultima delle quali avrebbe come partner niente meno che il figlio dello stesso Pisanu.

Il ministro replica minacciando querele nei confronti di chiunque divulghi « le affermazioni gravemente diffamatorie contenute » nel settimanale. Ma al di là del problema del conflitto d’interessi, quello che preoccupa è tutta la procedura di scrutinio elettronico. In cosa consiste? Lunedì 10 aprile, alla chiusura delle urne, in 12680 sezioni (il 20% del totale) dislocate nelle regioni Lazio, Liguria, Puglia e Sardegna, mentre gli scrutatori procederanno al conteggio tradizionale delle preferenze, un operatore informatico inserirà i dati nel pc. I voti trascritti sul computer saranno visibili su due schermi: uno per l’operatore stesso e uno per gli scrutatori. Al termine dello spoglio i dati saranno trasferiti su una cosiddetta “chiavetta” Usb che quindi verrà portata a mano ad un responsabile regionale che trasmetterà i dati al responsabile del Viminale. Per portare a termine tutta questa operazione sono stai selezionati dal Viminale (ma come?) ben 18500 operatori che guadagneranno 150 euro dopo lo scrutinio.

Insomma una procedura oltremodo complessa e che è sembrata a rischio, nonostante sia ancora considerata sperimentale, riguarda un numero di potenziali elettori molto ampia: 11 milioni di votanti su oltre 47 milioni in Italia (per la precisione 47.258.305) e più di due milioni all’estero (2.840.000). Da parte sua il ministero dell' Interno risponde che lo scrutinio elettronico serve solo a conoscere con velocità i risultati, e che verrà comunque affiancato alle tradizionali operazioni cartacee e che, in caso di discordanza tra i due scrutini, si terrà conto soltanto dei risultati registrati con il metodo tradizionale.

Fatto sta che alcune preoccupazioni restano. Specialmente se si ricorda quanto avvenuto in Florida per le elezioni di Bush considerato il fatto che, a sole due settimane dal voto, non esistono delle effettive garanzie di controllo sull’operazione di scrutinio hi-tech. tanto che, come sottolinea la senatrice dei Verdi Tana de Zulueta anche l’Ocse (l'organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in europa) abbia espresso riserve sul nuovo sistema: «Sulla questione dello scrutinio elettronico permangono troppe incognite, troppe zone d'ombra che vanno fugate immediatamente - spiega De Zulueta - Non è chiaro se la società incaricata dal ministero dell'interno di raccogliere i dati elettorali dalle singole sezioni e di trasmetterli al Viminale avrà accesso alle schede depositate nell'urna dagli elettori. Se ciò avvenisse avrebbe il caso senza precedenti nel mondo occidentale di scrutatori nominati dal governo in carica».

Tutto il centrosinistra insiste per avere ulteriori chirimenti dal ministro dell'Interno. Il coordinamento dell' Ulivo, che ha chiesto da tempo a Pisanu di istituire una commissione di garanzia sulle operazioni di spoglio elettronico, torna a ribadire «la profonda contrarietà nei confronti di una iniziativa costosa, poco convincente e che presenta troppi aspetti controversi». Mentre il segretario dei Verdi Pecoraro Scanio chiede che la sperimentazione venga interrotta.


 da Zeus news    - 25-03-2006
Dubbi sul voto elettronico.

Si arroventa la polemica, dopo l'inchiesta del settimanale Diario sui rischi di brogli elettorali legati al voto elettronico nelle prossime elezioni del 9 e 10 aprile.
Sui Forum dell'Olimpo Informatico sono disponibili alcuni approfondimenti relativi a questa notizia.
I dubbi sulla sicurezza del voto elettronico erano già stati espressi due mesi fa dalla deputata Ds Magnolfi, esperta di e-government, e successivamente ripresi da Enzo Bianco, deputato della Margherita, già Ministro degli Interni e attualmente Presidente del Comitato parlamentare di controllo dei servizi segreti; rispondendo alla prima domanda dell'Annunziata, nell'intervista nota per essere stata interrotta, Silvio Berlusconi aveva definito tali dubbi come cose non serie espresse da una persona non seria.
Eppure lo stesso Berlusconi continua ad agitare il timore di brogli elettorali da parte della sinistra, che pure è all'opposizione mentre, in genere, i brogli elettorali (quando ci sono) sono di solito opera dei governi che controllano la macchina burocratica.
Il "voto elettronico" è stato appaltato a Telecom Italia, il cui Presidente Tronchetti Provera, pur essendo legato da amicizia personale con Di Montezemolo e Della Valle, non ha preso nettamente le distanze come i suoi amici da Berlusconi, ma solo dal suo socio (socio di Berlusconi e di Tronchetti Provera) Emilio Gnutti.
Sarebbe una bella cosa se in questo caso, come già per lo StoraceGate e la vicenda delle intercettazioni telefoniche, Tronchetti Provera chiedesse la supervisione di osservatori internazionali che assistano alle procedure di voto e scrutinio elettronico, e di un advisor internazionale indipendente che valutasse l'intero progetto e la sua affidabilità.

 sanmarinonotizie.com    - 30-03-2006
Elettori italiani, i conti non tornano


Secondo le indicazioni dell’Ambasciata d’Italia a San Marino risiedono 5.654 cittadini elettori italiani, una enormità se si paragonano ai 20.857 cittadini sammarinesi elettori. Oltre il 27%. I conti non tornano perché il bollettino di statistica della Repubblica di San Marino riporta un dato nettamente diverso: al 30 giugno 2005 risultano residenti nella Repubblica di San Marino 3.172 cittadini italiani (3.277 a fine dicembre, ma la differenza esigua non cambia i nostri dati) che, detratti i minori per una percentuale approssimativa del 20%, riporta il numero dei cittadini elettori italiani a 2.537 pari al 56% in meno rispetto a quelli evidenziati dall’Ambasciata d’Italia.


Dove sta l’inghippo? 1° Ipotesi – Un numero elevato di cittadini italiani che hanno acquisito la cittadinanza sammarinese per naturalizzazione, hanno, in contrasto con la legge, mantenuto anche quella italiana. 2° Ipotesi – Un numero elevato di italiani naturalizzati sammarinesi ha riacquistato la cittadinanza italiana senza comunicare questa opzione al competente ufficio sammarinese. 3° Ipotesi – Il numero degli iscritti all’Associazione degli italiani residenti in San Marino, per ragioni diverse da quelle legate al diritto di voto, non corrisponde al dato ufficiale pubblicato dalle autorità della Repubblica di San Marino. 4° Ipotesi – Illegalità diffusa nelle pratiche di iscrizione e cancellazione nelle liste della popolazione residente e nelle liste elettorali per altri fini. (…)



 dal blog di Beppe Grillo    - 01-04-2006
C'è uno strano odore nell'aria (parte seconda)

Se scrivo ancora dello scrutinio elettronico è perchè sono preoccupato, la cosa peggiore che possa capitare a un comico. Dopo la denuncia della scorsa settimana il ministro Pisanu si è mosso subito: ha annunciato che querelerà Diario e che istituirà, con apposito decreto, una commissione bipartisan "preposta alla verifica delle attività di scrutinio elettronico e di trasmissione telematica dei dati".
Ma a cosa serve il comitato se si tratta di semplice sperimentazione? A cosa serve se lo scrutinio cartaceo prevale su quello elettronico?

Riporta Diario di oggi:
"Mentre nelle due precedenti esperienze si trattava di una semplice sperimentazione, per le elezioni politiche di aprile si è fatto un ulteriore passo in avanti dando valore giuridico anche allo scrutinio informatizzato - si legge in un comunicato del ministero dell'Innovazione del 10 febbraio. La sperimentazione - precisa un comunicato del ministero dell'Interno del 24 marzo - si affiancherà alle tradizionali operazione cartacee che, ovviamente, manterranno la loro preminente validità giuridica".
E' l'avverbio "preminente", che mi fa sentire uno strano odore nell'aria.
Preminente quando, in che situazione? In caso di contestazioni?
Ma sappiamo benissimo cosa succederebbe in caso di contestazioni dello scrutinio di quattro regioni chiave come Liguria, Lazio, Sardegna e Puglia che contano 11 milioni di voti, regioni in bilico in cui pochi voti possono far vincere una o l'altra coalizione: succederebbe il caos.
Da Diario: "Nel Lazio, per esempio, basta prendere un solo voto in più della coalizione avversaria per guadagnare i tre senatori concessi dal premio di maggioranza regionale".
Riporta ancora Diario:
"Saltati i prefetti e reso meno determinante il Viminale, i dati elettorali di quattro regioni d'Italia saranno nelle mani del ministero (senza portafoglio) dell'Innovazione di Lucio Stanca, che in realtà è un dipartimento della presidenza del Consiglio. Insomma: saranno nelle mani di Silvio Berlusconi, che li comunicherà infine al Viminale".
Questo scrutinio elettronico puzza, con l'informatica e con Internet non ha nulla a che fare. Un ragazzo inserisce i dati in un computer e li controlla con il presidente di seggio, li copia su una chiavetta Usb, se la mette in tasca e la porta da un'altra parte dove c'è un altro computer, quasi sempre un edificio scolastico, da qui i dati con le linee sicure di Telecom Italia sono inviati a Roma.
Ma questa è roba da paleolitico, da Gianni e Pinotto, da Stancosauro ed elefantino.