Albatros
Emanuela Cerutti - 11-05-2002

11 maggio, ore 07:08, Usa, eseguita condanna in Louisiana, Uomo colpevole di stupro e omicidio
WASHINGTON - La sentenza di morte contro un uomo condannato per lo strupro e l'uccisione nel 1991 di una studentessa di 19 anni e' stata eseguita questa notte in Louisiana. Prima di subire l'iniezione letale, Leslie Martin, non ha fatto alcuna dichiarazione. Quando, pero', era gia' sdraiato sul lettino, ormai in attesa della morte, ha detto al suo avvocato 'sei licenziato'. Il legale ha spiegato che la battuta era una sorta di gioco fra loro due. (ANSA).


Caro Leslie, Leslie Martin, non ci conosciamo,
non so di che colore sono i tuoi occhi, e neppure se ti piace la birra. So solo quello che c’è scritto nello scorrevole blu fermato appena in tempo, un attimo prima che la notizia successiva lo rendesse un’impressione sfuggente. E, ti dirò, non vorrei sapere di più, non ora, non così subito, non prima che il silenzio abbia avuto il suo tempo. Lo sai: al cinema sono sempre l’ultima ad uscire: dopo i titoli di coda e la musica e l’ennesimo cartoccio di pop corn gettato via, e non uscirei ancora per un po’, se non fosse che c’è sempre qualcuno a chiamarmi, con gentile impazienza.

Quello che c’è scritto è il riassunto di una storia, come un lombrico è il riassunto di un serpente, direbbe quel matto di Jack. Quello che basta per immaginare il resto e dare via libera a proiezioni e sensazioni. Ci sono fatti, persone, pensieri, bianco e nero, del rosso, anche, e l’azzurro di una risata. C’è lo scorrere dei giorni che poi, a bocce ferme, definiamo destino.

Il destino non è un apriori, troppo facile dire “doveva essere così”: il destino ce lo costruiamo giorno per giorno, e non è né buono né cattivo, soprattutto non è mai concluso. Avresti potuto non licenziarlo, il tuo avvocato: sarebbe bastato un rap diverso, una carezza di quelle che non passano, una più diffusa capacità di ricordare il sapore del pane, un impeto di coraggio.
Forse non ci avresti neppure scommesso di doverne pagare uno.
Prima.

Siamo bravissimi a punire, Leslie. Tu capisci quello che voglio dire: lasciamo che le cose accadano e poi ci mettiamo su una pezza. E’ come quando Jack si arrabbia con la pubblicità, quella intelligente soprattutto, che dice “non abbandonare i cani quando vai in vacanza”. Ipocrisia: bisognava pensarci prima, al momento dell’acquisto. “Non comprare un cane se non lo ami”: ma poi qualcuno potrebbe farti causa perché gli rovini il mercato.

La domanda dovrebbe venire prima della risposta: come a scuola. Invece anche lì pare che di domande non ci sia più bisogno. Troppe domande spaventano, incrinano le zone grigie del potere. Allora facciamo così: io parlo e tu mi chiedi se non hai capito. Per il resto mettiamo da parte gli sfarfallii, che non c’entrano. Se poi vuoi consigli per gli acquisti, o pillole di saggezza, quelli non mancano: l’ultimo? «La scuola deve educare alla lettura se vuole educare alla vita». Domani il prossimo.
E la cosa procede: l’apprendimento sta di qui e la vita va dall’altra parte, lasciandoci perenni autodidatti.
Fino al punto di non ritorno.

La vedo nera, Leslie, hai ragione: è che il baratro si allarga. A venti kilometri nemmeno da casa mia c’è un quartiere di città che chiamano Little America, vicinissimo al centro. Te lo immagini il perché, no? Non ci passa quasi più nessuno di pelle bianca, a meno che non ci sia altro posto per parcheggiare, e nessuno compra case: per i proprietari una disdetta. Però nelle aule fioccano i progetti interculturali.

E cosa vuoi che importi a quelli che decidono se nelle classi troppo numerose sono in aumento i fenomeni di bullismo, difficilissimi da gestire? Cosa vuoi che importi se, nel segreto delle loro camerette, scriccioli di bimbe piangono perché si sentono sole, o lupacchiotti feriti preparano piani di vendetta degni dei migliori thriller? Senza strumenti cognitivi si boccia, beata ancora di salvezza.

Io non so dove tu sia adesso, Leslie. Non lo so di nessuno. So che perdiamo un sacco di occasioni, rimanendo alla superficie, e collezioniamo attimi senza memoria. Forse sei diventato un albatros: mi piace pensarlo, te lo immagini il perché, no?
Gli albatros volano alti.






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