Esami privatissimi
Alba Sasso - 10-02-2006
Una circolare del Ministero cancella gli esami di idoneità per gli studenti delle private

Come se non ci fosse già troppa confusione, il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca ha pensato bene di diramare una circolare, la Nota 777 del 31 gennaio 2006, emanata con l'intento dichiarato di fare chiarezza sulla corretta interpretazione delle norme esistenti, e che invece introduce ulteriori elementi contraddittori nel sistema scolastico italiano, e in particolare nella funzione di supervisione e di controllo del pubblico rispetto all'istruzione privata.

Ma andiamo con ordine: le scuole meramente private -quelle che non chiedono la parità - fino agli ultimi interventi di questo governo, avevano il diritto di esistere e di svolgere la loro funzione e il loro ruolo, e però lo Stato esercitava un potere ed un diritto di controllo rispetto alla qualità dell'offerta formativa, attraverso il meccanismo degli esami di idoneità.

Adesso il Ministero ci dice che gli alunni che adempiono all'obbligo presso le scuole private non paritarie non sono tenuti a sostenere gli esami di idoneità. Viene così a cadere un elemento di garanzia anche per gli studenti che frequentano le private. E però, nel momento stesso in cui viene cancellata la verifica che lo Stato effettua "a posteriori" sulla qualità della didattica, paradossalmente si istituisce un controllo "a priori" sulle condizioni dell'esistenza stessa delle scuole private, che devono rispondere a determinati requisiti e dichiarare di possedere determinate qualità. Una sorta di vigilanza preventiva che lede la libertà delle scuole private. Insomma, in una ottica assolutamente burocratica, rigidità in partenza e lassismo sui risultati.

E poi, se iniziamo a far passare il principio per cui gli esami di idoneità non sono necessari all'interno del percorso della scuola dell'obbligo, che succederà in futuro, allorché - verosimilmente - si vorranno eliminare queste verifiche anche per le superiori?

La circolare del ministero sembra allora rappresentare il coerente e necessario completamento del decreto 250/2005, recentemente convertito in legge, in quanto risponde allo stesso disegno di introdurre logiche e meccanismi di assoluta arbitrarietà. Lo scopo di questo "disordine costituito", creato a bella posta, sembra essere quello di assecondare richieste di "parte", di singoli gruppi di interesse, in un'ottica che non esiterei a definire pre-elettorale. Insomma, senza nessuna attenzione per la scuola e per i diritti di chi la frequenta.

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