breve di cronaca
Intervista a Fausto Bertinotti (PRC) su scuola, universita' e ricerca
Territorio scuola - 04-02-2006
Davide Suraci (TerritorioScuola) "interroga" l'on.Fausto Berinotti (Partito Rifondazione Comunista) sul futuro della scuola italiana.

Onorevole Bertinotti, le pseudo-riforme Moratti non vanno bene, lo constatiamo tutti (o quasi). Quali priorita' propone P.R.C. in materia di scuola, universita' e ricerca?

Innanzitutto, noi siamo per l'abrogazione della riforma Moratti. Al tempo stesso, però, riteniamo che non si debba tornare alle proposte di Berlinguer ( il ministro precedente ). Le due ipotesi di riforma, infatti, al di la' di alcune significative differenze, sono caratterizzate da due idee di fondo che noi consideriamo profondamente sbagliate: la canalizzazione precoce e l'integrazione tra istruzione e formazione professionale. Per il futuro noi pensiamo che non si debba intervenire con una proposta complessiva di riforma pensata dall'alto, ma vada avviato un percorso ( e' quello che ad esempio sta facendo Rete Scuole con una proposta di legge di iniziativa popolare che noi appoggiamo ) capace di dare centralita' ai soggetti che vivono la scuola, che si snodi attorno ad alcune idee principali, a partire da una diversa politica delle risorse, dalla valorizzazione del personale, dalla valorizzazione degli ambienti scolastici, dalla liberta' di insegnamento, dalla riaffermazione del sistema nazionale di istruzione. Occorre far vivere un'idea dell'autonomia scolastica dove la flessibilita' dell'organizzazione del lavoro sia funzionale ad una programmazione didattica e ad una gestione delle relazioni fondate sulla partecipazione, l'innalzamento dell'obbligo scolastico, la separazione tra l'istruzione scolastica e la formazione professionale che deve essere collocata nel post-diploma.

Le riforme attuate dal ministro Moratti sono, secondo lei, da cancellare?

Si, noi pensiamo che quelle riforme siano da abrogare.

Nel caso in cui lei diventasse il leader della sinistra italiana, se la sentirebbe di proporre investimenti nel settore dell'istruzione non inferiori al 4% del PIL? Se no, quali alternative proporrebbe?

Da tempo noi rivendichiamo la necessita' di destinare alle funzioni dell'istruzione pubblica una quota rilevante del PIL come avviene in altri paesi europei. Posso dire che alla scuola, all'universita' e alla ricerca vadano destinate molte piu' risorse rispetto ad oggi, risorse necessarie a sostenere questi settori strategici per il futuro della societa'.

Moltissimi sono i docenti della scuola e i ricercatori precari che rischiano di non vedersi riconosciuti moltissimi anni di lavoro per le istituzioni. Non pochi talenti della ricerca finiscono per ripiegare sull'insegnamento precario nella scuola: cosa suggerirebbe per evitare queste fughe improprie verso posti di ripiego (se non verso la disoccupazione)?

Premesso che esiste un problema di svalorizzazione della funzione insegnante che parla di basse retribuzioni, passaggi di livello, mancanza di aggiornamento e formazione iniziale, mi pare che il problema che tu sollevi indichi soprattutto la necessita' di... investire risorse adeguate nella ricerca pubblica e nella valorizzazione del ruolo dei ricercatori

Tempo pieno nella scuola e handicap: quale priorita' per rendere la scuola piu consona alle esigenze dei bambini e delle loro famiglie?

Noi proponiamo il ritorno del tempo pieno nella scuola elementare e del tempo prolungato nella scuola media. I bambini e i ragazzi hanno bisogno di tempi lunghi e distesi per l'apprendimento, come insegnano le migliori esperienze pedagogiche. Quanto all'handicap, e' necessario rafforzare il ruolo nelle classi degli insegnanti di sostegno.

L'esistenza della scuola non statale e' un dato di fatto: e' giusto, secondo lei, finanziare le scuole non statali con il gettito della finanza pubblica?

No, credo che non sia giusto. La Costituzione, e precisamente l'articolo 33, a questo proposito e' chiarissima: senza oneri per lo Stato. In questi ultimi anni ( piu' o meno dall'approvazione della legge di parita' ) si e' assistito invece all'aggiramento indiretto del dettato costituzionale ed e' stata la scuola pubblica a subire costanti riduzioni dei finanziamenti, mentre le private sono state finanziate sia dallo Stato che dalle regioni.

Riterrebbe prioritario il recupero dell'edilizia scolastica e il suo ampliamento?

Quando parliamo di valorizzazione degli ambienti, ci riferiamo in primo luogo all'edilizia scolastica e alla necessita' di investire in spazi, sicurezza, laboratori, perfino arredi.

Fino a che punto ritiene che la laicita' dello Stato italiano debba essere rispettata e in quale modo?

Per quanto ci riguarda, la laicita' dello Stato e' un valore fondamentale della convivenza civile e questo vale a maggior ragione nella scuola pubblica che, essendo per definizione la scuola dove si costruisce la cittadinanza, o e' laica oppure diventa il luogo dove le differenze si cristallizzano. La laicita' e' condizione essenziale affinche' la scuola pubblica sia invece il luogo dell'incontro delle differenze e dell'uguaglianza.

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