Berlusconi e i poveri Savoia tornati dall'esilio
Giuseppe Aragno - 26-01-2006
Vittorio Emanuele Savoia: sosterremo Campagna Berlusconi.
Così titola "La Repubblica" che scrive: "Vittorio Emanuele di Savoia e sua moglie Marina sosterranno la campagna elettorale di Silvio Berlusconi. Lo affermano i due esponenti di casa Savoia, al termine dell'incontro a Palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio. Alla domanda se sosterranno Silvio Berlusconi in campagna elettorale, Vittorio Emanuele di Savoia e sua moglie Marina rispondono all'unisono: "Lo faremo sicuramente".

Non vale certo la pena di ricordare i comuni trascorsi piduisti: è noto a tutti che la "seconda repubblica", quella che ha ucciso la prima nata dalla Resistenza e dal referendum che nel 1946 mandò in esilio la monarchia, ha radici nelle "logge coperte". Come non ridere, quando la stampa ci dà queste notizie liete?
E' una notazione vetero-comunista, non dubito, ed per questo che la voglio fare: la notizia merita una chiosa. Ognuno ha le sue radici e delle mie sono orgoglioso. D'altra parte, se ragiono con la mia testa mi affatico molto meno di quanto mediamente mi costi il ragionare con la testa d'altri. Perciò lo dico. Magari sul destino del voto, sul destino di questo nostro sventurato paese, non inciderà più di tanto e l'immediato futuro è già segnato, ma lo dico: sorridenti i Savoia - e riconoscenti - si sprofondano in regali inchini di ringraziamento a quelle aquile di politici che da centro e da sinistra se ne fecero solerti e angosciati paladini.
Il re non torna?
Ma il re deve tornare!
I centro-sinistri piansero lacrime amare per l'ingiusto esilio, si batterono il petto, si coprirono il capo di cenere, si prosternarono, presi da convulsioni. Tutti coloro che li avevano votati aspettavano che si decidessero anche a governare e loro niente.
Il re non torna?
Ma il re deve tornare!
Dopo un lungo dibattito che li spostò sempre più a centro-destra, fedeli ad una identità che non si tocca, approvarono nel 2002 una ponderata e centrale riforma costituzionale, che rimediò all'inaudita ingiustizia.
Una riforma costituzionale...
Il re è tornato! Urlatelo al mondo: abbiamo riformato la Costituzione perché potesse tornare. E, com'è giusto che sia, ora fa politica. Per ora campagna elettorale per Berlusconi. Poi si vedrà. Quello che conta, per carità, è che non si mettano limiti alla Provvidenza: dopo due repubbliche una monarchia ci starebbe anche bene. Basterà farci l'abitudine e in fondo, per formare un governo, quello che conta è giurare.

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