breve di cronaca
Più gemellaggi contro la pena di morte
Il dibattito sul gemellaggio tra Reggio Emilia e Fort Worth nel Texas richiama l'attenzione su un tema forse dato troppo per scontato: l'abolizione della pena di morte. E' un tema che riguarda tutta l'umanità, in un mondo in cui la pena di morte è largamente praticata e sembra essere difficile, se non impossibile, abolirla completamente. Vanno tuttavia tenuti ben presenti i progressi che si sono stati fatti per impedirla. Oggi sono più di cento i paesi abolizionisti a diverso titolo anche se, ben 69, sono quelli nei quali la pena di morte viene quotidianamente praticata.
Fra questi, purtroppo, figurano i più popolosi e per molti aspetti i più importanti, potenti economicamente e militarmente, come gli Usa, la Cina, la Russia. L'Onu non è stata ancora in grado di porre questo argomento all'odg dell'Assemblea generale e non c'è ancora una esplicita risoluzione di condanna dell'Onu della pena di morte. In questo contesto l'Unione Europea si distingue per il suo impegno abolizionista e ha sancito il «diritto alla vita» affermando che: «Nessuno può essere condannato alla pena di morte né giustiziato». Questo sta scritto a chiare lettere all'articolo 2 della Carta fondamentale dei diritti dei cittadini europei, approvata anche dal Parlamento italiano quasi all'unanimità. Una carta che costituisce, tra l'altro, la base fondamentale per l'elaborazione della prima parte della costituzione europea, come ha affermato il presidente della Convenzione Giscard d'Estaing.
Senza la vita non si esercita alcun diritto e ogni cittadino italiano e d'Europa può quindi sentirsi orgoglioso di questo diritto contro la pena di morte che è, implicitamente, un diritto di libertà, di rispetto reciproco, di confronto e di dialogo per la pace. L'Europa, proclamando il proprio rifiuto della pena di morte, ha voluto dare un esempio forte dei suoi valori da cui dovrebbero trarre ispirazione anche gli altri. E' comprensibile quindi il senso di ribrezzo e di giustificata protesta dei cittadini reggiani di fronte al perdurare di esecuzioni come quelle che ricorrentemente avvengono nello stato del Texas e che coinvolgono anche i cittadini democratici di Fort Worth con i quali la nostra città intrattiene rapporti cordiali di amicizia e di gemellaggio. Può confortarci però il fatto che anche lì c'è chi non è d'accordo e si batte con vigore contro l'abolizione della pena di morte. Anzi, con soddisfazione abbiamo appreso della esistenza di un vero e proprio movimento organizzato contro la pena di morte e della crescita di una coscienza nuova, abolizionista, che pare ormai raggiunga la metà della popolazione.
E' di ieri tra l'altro la notizia della sospensione dell'esecuzione di Curtis Moore fortemente rivendicata dagli abolizionisti di ogni parte del mondo e della nostra città. Dal resoconto del giornale locale «Star Telegram» abbiamo anche appreso della disponibilità del sindaco di Fort Worth a discutere con quello di Reggio per mettere a confronto le opinioni dei cittadini delle due città. Tutto questo a me pare buon segno e un risultato importante o, quantomeno, significativo dei rapporti di gemellaggio e di dialogo fra identità diverse per storia, cultura, tradizioni, pensiero politico o religioso.
E' sempre stato così anche in passato e vorrei ricordare uno dei primi gemellaggi di Reggio con Bidgoz (Polonia) degli anni 50-60. Anche allora le accuse di fare un gemellaggio «di parte» per riconoscere il «comunismo reale» e una società nella quale «non c'è libera di religione e rispetto dei diritti umani» si sprecavano. Ma quel gemellaggio consentì di aprire un varco al dialogo, al confronto che favorì poi il superamento della «guerra fredda» e l'affermazione di quei diritti umani che fanno oggi della Polonia uno dei primi paesi candidati ad entrare nell'Unione europea.
Anche nel caso di Forth Worth è forse utile mantenere il gemellaggio esistente. Sospenderlo, per una ragione sia pure nobile come quella dell'abolizione della pena di morte, non produrrebbe alcunché di positivo, perché si interromperebbe il dialogo, ci isoleremmo insieme a loro ciascuno nel proprio ambito locale e di fatto rischieremmo di attenuare la nostra lotta per l'affermazione dei diritti umani e l'abolizione della pena di morte. Faremmo un bel regalo agli antiproibizionisti liberandoli del «fastidio» di fare i conti con gli oppositori. Vorrei quindi dire: «Contro la pena di morte più gemellaggi» nel senso di intensificare i rapporti e le iniziative che possano portare al più presto, anche per merito della nostra città, a un risultato positivo.
Per l'esperienza dei gemellaggi che mi è data di fare presso l'Aiccre dell'Emilia Romagna (Associazione dei comuni e delle regioni d'Europa) ritengo che sarebbe utile riprendere il convegno che su questo tema si è svolto lo scorso anno a Reggio coinvolgendo tutte le città gemellate e lanciando una comune petizione, rivolti ai propri stati e all'Onu per l'abolizione della pena di morte. Una iniziativa che potrebbe essere adottata di comune accordo e su un comune progetto Ue dai due consigli comunali di Fort Worth e Reggio Emilia fermi restando gli interscambi culturali, economici e sociali esistenti soprattutto fra i giovani.
Ho letto le dichiarazioni degli studenti reggiani ospiti a Fort Worth di diverse famiglie e ho notato in loro un senso profondo di preoccupazione per la messa in discussione del gemellaggio. Mi pare cioè che tutti siano ben convinti di agire per l'abolizione della pena di morte ma tutti anche desiderosi che i rapporti di gemellaggio abbiano a continuare come vogliono i loro coetanei di Fort Worth. Ascoltiamoli.

Alessandro Carri

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 Maria Grazia Fabi    - 05-05-2002
Se le vie delle Politiche non riescono ad affrontare e a risolvere i problemi fondamentali dei diritti umani, come il diritto a non essere ucciso per punizione (altrimenti che differenza c'è tra un assassino e lo Stato che si comporta da Assassino? Vogliamo proporre una pena di morte per gli "Stati Giustizieri"?),
allora VIVANO i Gemellaggi e tutte quelle iniziative ideate e costruite dalla gente di buon senso , vivace e positiva come le persone di Reggio che s'impegnano e che stimo molto.

Piccola riflessione: abbiamo un bel cervello che ci permette grandi cose ma anche cose abiette e stupide; gli animali, che non hanno il nostro cervellone, non hanno il problema dei "diritti": non fanno guerre di conquista, non eseguono sentenze di morte, non effettuano stermini di massa ma uccidono solo per nutrirsi e utilizzando dei criteri "saggi"... Vogliamo cercare di utilizzare meglio la loro eredità e il loro insegnamento? Grazie e ciao