tam tam |  opinione  |
La Befana e l'infanzia negata
Riflessione di Giulio Vittorangeli, collaboratore del Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

La Befana e', classicamente, rappresentata come la simpatica vecchia che cavalca la scopa sopra i tetti in cerca dei comignoli che, puntualmente il 6 gennaio di ogni anno, passa attraverso il camino e porta caramelle o carbone ai bambini del mondo.
Del resto le festivita' natalizie, che si concludono proprio con l'Epifania, sono il periodo dell'anno nel quale l'universo del dono viene in primo piano. Inevitabilmente, il personaggio centrale di questo periodo festivo sono i bambini: il dono ai bambini e' il rapporto che genera piu' forti relazioni personali.
Ma di quali bambini stiamo parlando?
Milioni di bambini crescono senza famiglia, istruzione e assistenza sanitaria: lo ricordano i dati del rapporto 2006 dell'Unicef sull'infanzia nel mondo.
Nei paesi cosiddetti "in via di sviluppo", 143 milioni di bambini (uno su 13) sono orfani di un genitore, decine di milioni vivono per strada, e 8,4 milioni sono costretti a lavorare.
Altre centinaia di migliaia sono coinvolti nei conflitti armati e piu' di due milioni sono sfruttati dall'industria del sesso.
Oltre 80 milioni di bambini nel sud del mondo si sposeranno prima dei 18 anni, anche se in molti paesi i matrimoni precoci sono vietati per legge.

"Cerco di chiedermi quando uno cominci ad abituarsi, quando uno cominci a guardare questo gruppetto di tre bambini. Lei, la piu' alta, lui, in mezzo e il piu' piccolo, succhiandosi il dito, mentre gli altri chiedono al padrone del negozio di dolci di regalargli qualcosa.
Cerco di chiedermi quand'e' che uno gia' non ci pensa, gia' non si spaventa nemmeno nel vedere questa magrezza, i capelli tostati, gli zigomi di un'altra eta' sui loro visi di pochi anni.
In quale momento uno gia' non ci pensa e si gira a guardare da un'altra parte e comincia a pensare ad altre cose, a parlare di altro e a scrivere altre cose.
Scusatemi se dicembre mi e' sempre sembrato il mese piu' triste, dove per paradosso e nonostante le luci, i rumori e la scarsa tredicesima, la poverta' di questo popolo si vede ancora di piu' nella carne viva.
Ci sono due Managua, come due Nicaragua, ogni giorno piu' lontane, e pietra su pietra, per ogni centro commerciale per pochi, per ogni attivita' illegale, per ogni bustarella di corruzione, per ogni zona franca che si apre, questo muro di rumore si eleva sempre piu' alto.
Questa forma costante di poverta' che dobbiamo vincere ogni giorno, questa abitudine alla magrezza estrema, questo dicembre di poverta' che finisce con il desiderio, ostinatamente ingenuo, che girando l'angolo dell'anno alcune cose cambieranno davvero.
Questa rabbia che da' la magrezza di piccole braccia che si allungano verso la vetrina di una negozio di questa strada.
Questa rabbia, questa rabbia, che almeno lei non scappi, fuggendo sotto il rumore
".
Cosi' scrive Francisco Sancho Mas.

Ci troviamo davanti ad una sorta di corto circuito, l'ennesimo, tra un Primo mondo ed un Terzo (o Quarto) mondo; tra consumismo e miseria.
Pensate alla pesantezza del periodo che precede il Natale, dove a regalo corrisponde regalo, a tanto tanto, e perche' si dia la proporzione ci si perde in corse sfibranti al punto da rimanere prosciugati.
Cosi' il dono si fa regalo, il Natale diventa Babbo Natale, il personaggio rossovestito e biancobarbuto, un'importazione commerciale, ad uso dell'imperante consumismo, che ce lo troviamo davanti ai supermercati, con finti doni e veri interessi di bottega.
Ma c'e' anche un corto circuito tra la Befana e l'Epifania. La stella, di cui parlano originariamente i vangeli, e' diventata una cometa, la coda l'abbiamo aggiunta noi, un fatto decorativo al pari delle luminarie natalizie.

Ha scritto, su questo, Adriana Zarri: "L'Epifania e' il natale di noi pagani, rimasti pagani; percio' in cielo anziche' gli Angeli, vola la Befana, e in terra, anziche' il neonato Gesu' in una mangiatoia, stazionano i personaggi commerciali davanti ai supermercati. I Magi, anziche' i doni simbolici, offrono gioielli di Bulgari...".

  discussione chiusa  condividi pdf