LA FAQ numero 66 (con autorevolezza...)
Vittorio Delmoro - 30-12-2005
Concludevo il precedente intervento (secondo della serie) esprimendo un certo divertimento man mano che procedo nella lettura delle FAQ del MIUR sul portfolio (circolare 84).

In effetti queste FAQ evidenziano situazioni esilaranti e drammatiche al tempo stesso, con il terrore da cui sono presi dirigenti e docenti che chiedono persino se sia lecito modificare il titolo della scheda, e il MIUR che candidamente risponde che ciò che conta non è la forma, ma la sostanza.

E veniamo allora ad approfondirla questa sostanza.

La FAQ n. 66 getta una luce sinistra ma inequivoca su tutta l'operazione di valutazione.

Pone la domanda una maestra, che è anche mamma, in polemica con tutto il suo Collegio Docenti, rivendicando la necessità che la scheda di valutazione sia personalizzata (a misura di suo figlio e di ciascun alunno); in sostanza afferma che ciascuna disciplina, oltre a contenere il giudizio sintetico, sia esplicitata attraverso indicatori che non possono essere uguali per tutti, ma scritti sulla base degli apprendimenti attesi per ciascun alunno, perché -dice - deve comunicare a me genitore sulla base di quale aspettativa il docente ha espresso quel giudizio su mio figlio, e pertanto quella casella rappresenta l'esplicitazione trasparente della personalizzazione del percorso educativo previsto e realizzato con mio figlio.

Lo stesso - sostiene - deve avvenire per il quadro conclusivo (rilevazione degli obiettivi formativi), i cui indicatori devono rispondere pur'essi al percorso personalizzato.

La cosa più sorprendente è che il MIUR le dà ragione!

Scrive infatti il funzionario che risponde : Per quanto riguarda invece il documento di valutazione - che è soltanto una parte del portfolio - facciamo nostre completamente tutte le sue considerazioni e le interpretazioni date al complesso della normativa.

Allora cade l'unico presupposto per cui il documento di valutazione debba essere uguale in tutte le scuole nazionali!

Se la scheda contiene indicatori personalizzati, allora non esistono traguardi nazionali uguali per tutti; se non esistono traguardi uguali per tutti, allora gli OSA sono semplici indicazioni che nulla hanno di prescrittivo.

Se dunque il giudizio espresso su un alunno tiene conto di un percorso personale che può essere diverso da ciascun altro, allora anche la gamma pentagraduata può essere cambiata.

Se tutto questo, per il MIUR, costituisce corretta interpretazione della normativa, allora non v'è più nulla di obbligatorio in tutta la documentazione che costituisce il portfolio, se non l'esistenza di qualcosa che si chiami portfolio.

E torniamo così alla situazione dello scorso anno, quando la circolare 85 aveva lasciato le scuole libere nella propria Autonomia di elaborare i documenti come meglio avessero creduto.

Ma torniamo così anche alla principale obiezione fatta al MIUR lo scorso anno : l'annullamento di fatto di una certificazione che, oltre ad annullare il valore legale del titolo di studio, impediva alla stato di garantire (come suo dovere) a ciascun alunno il raggiungimento dei traguardi minimi previsti.

Ad esempio, in prima elementare il MIUR suggerisce i seguenti obiettivi :

Disciplina
APPRENDIMENTI ATTESI

Italiano
Comprendere, ricordare e riferire i contenuti essenziali dei testi ascoltati. Scrivere semplici testi relativi al proprio vissuto. Leggere, comprendere e memorizzare brevi testi di uso quotidiano. Utilizzare tecniche di lettura. Rispettare le convenzioni di scrittura conosciute.
...................


SE posso (anzi devo) personalizzare, allora mi attenderò da un alunno in difficoltà apprendimenti molto diversi, ad esempio la capacità di copiare parole dalla lavagna (scrittura), oppure di raccontare una sequenza di due immagini, ...

Non certo quelli indicati dal MIUR.

Dovrei dunque scrivere nell'apposito spazio previsto sulla scheda di valutazione questi obiettivi e non altri, e così dovrei fare per ciascun alunno; per cui il giudizio (ottimo, distinto, buono, sufficiente, insufficiente) andrebbe riferito a questi obiettivi personalizzati e non a obiettivi uguali per tutti.

Questa è dunque la scheda che il MIUR ci chiede.

Si tratta di un'inversione di 180 gradi rispetto alla scuola che abbiamo sempre fatto, dove non solo la scheda di valutazione conteneva indicatori uguali su tutto il territorio nazionale, su cui veniva espresso il giudizio sintetico, ma lo scostamento da quegli indicatori veniva scritto nell'apposito spazio per tutti i casi che lo richiedevano; l'handicap senz'altro, ma anche tutti quegli alunni su cui era stato realizzato un intervento individualizzato.

In altre parole, esisteva un traguardo uguale per tutti (esplicitato dagli indicatori) e gli insegnanti esprimevano col giudizio sintetico il grado di raggiungimento di quel traguardo, per cui il documento assumeva anche il valore della certificazione; per tutti i casi in cui il traguardo era stato abbondantemente superato, oppure non poteva essere raggiunto (almeno in quella fase) se ne spiegavano i motivi.

Ora il MIUR ci dice che non c'è più un traguardo che la scuola pubblica di stato debba garantire a tutti, ma che ne esistono tanti quanti sono gli alunni e che dunque garantire il traguardo a tutti è come non garantirlo a nessuno : la scuola pubblica di stato cambia radicalmente la sua funzione.

Infine, per ora, la questione dell'autorevolezza, posta esplicitamente alla FAQ n. 86 : Le vostre risposte sono l'unica fonte di autorevolezza per tacitare gli animi. Ma alcuni colleghi ed anche il dirigente mi hanno provocatoriamente chiesto: "Ma chi c'è dietro quelle risposte? chi dà autorevolezza?".

Sentite che risponde il MIUR :

Il servizio di FAQ è gestito esclusivamente da personale della Direzione Generale degli ordinamenti scolastici del ministero (...) L'autorevolezza (se c'è) delle risposte ci viene dalla conoscenza delle disposizioni che noi cerchiamo di interpretare nello spirito più che nella forma, preoccupandoci di leggerle e riferirle all'insieme del contesto normativo secondo le finalità delle norme e della riforma.

Dunque si tratta di interpretazioni; più o meno come quelle che si dannano a dare le migliaia di docenti sul cui capo è piombata questa nefanda riforma; siamo sostanzialmente sullo stesso piano.

Per di più l'autorevolezza non sta nell'istituzione (che è quella che è), ma siamo noi (eventualmente) a darla, con i nostri comportamenti e i nostri giudizi, come lo stesso MIUR confessa.

Sarà dunque in base alle interpretazioni del MIUR che qualcuno vorrà comminare sanzioni a tutti gli inadempienti?

Poco probabile.

Sono anzi convinto che se fra poco più di tre mesi sulla poltrona del ministro siederà qualcuno che la pensa in modo diverso dall'attuale, persino le interpretazioni del MIUR cambieranno sensibilmente.


interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Maura    - 10-01-2006
Aiuto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Tutto è sempre più vago, oscuro, interpretabile e quindi sfuggevole! Poveri ragazzi che dovranno sopportare le schizofrenie di noi altrettanto poveri docenti che non sappiamo più che pesci prendere, stretti tra dirigenti esaltati e dirigenti ansiosi di far bella figura sul niente.
Aiuto!!!! Che possiamo presto risvegliarci da questo incubo!