breve di cronaca
Riparte a Milano l'Ulivo scuola?
scuolaoggi - 07-12-2005
Dopo la vittoria di Prodi alle primarie nazionali e prima delle prossime primarie cittadine per le elezioni a sindaco anche il mondo della scuola milanese è in sommovimento.
A fine novembre c'è stata un'iniziativa di ReteScuole alla quale hanno partecipato esponenti politici e sindacali di tutto il fronte dell'opposizione. E' ora la volta di un gruppo di operatori scolastici, dirigenti e docenti (figurano firme di rilievo di persone da anni particolarmente impegnate nel mondo della scuola) che rilancia la proposta di costituire a Milano un tavolo permanente dell'Ulivo sui problemi della scuola.
La proposta è rivolta in primo luogo alle segreterie provinciali dei Democratici di sinistra e della Margherita, vale a dire alle forze politiche che costituiscono le gambe principali dell'Ulivo.

Pur contrastando le linee politiche e culturali della riforma Moratti,- sostengono gli estensori del documento - "non ci si può permettere il lusso di "tornare a prima" e riprendere discussioni su ormai improbabili riforme globali. Occorre invece partire dai bisogni concreti di una moderna società dell'informazione e della comunicazione, quale è la nostra, per individuare le priorità nel quadro di uno sviluppo culturale e sociale che costituisca volano per il rilancio dello sviluppo economico del paese. Dire questo non è banale per due motivi. Da un lato, perché lo sviluppo dei livelli di istruzione non è affatto un portato "oggettivo" della società cognitiva e competitiva, ma necessita di una forte intenzionalità politica. Dall'altro, perché significa impostare un programma di governo in termini di obiettivi concreti e realistici e di strumenti che consentono la loro realizzazione.
E', insomma, la prospettiva di un "timone riformista" per la politica scolastica della coalizione che aspira a governare il paese, sia a livello centrale, sia negli Enti Locali: l'unico capace di aggregare un consenso ampio di tutti quelli che, interni ed esterni alla scuola, hanno continuato in questi anni a lavorare per i nostri giovani, anche nel quadro impervio del governo di centro-destra."


La proposta consiste allora nel costituire un "laboratorio politico" dell'Ulivo che approfondisca da un lato le tematiche connesse alla Riforma della scuola, dall'altro i problemi con i quali deve misurarsi una forza che aspiri al governo del paese ma anche delle realtà locali, come il Comune di Milano, sul piano delle politiche scolastiche.

Dar vita quindi a gruppi di lavoro, allargati e "tematici", e ad un tavolo permanente di confronto dell'area riformista che nell'Ulivo si riconosce. Uno dei primi momenti di questo percorso dovrebbe essere un seminario con i responsabili scuola nazionali dell'Ulivo, Andrea Ranieri (Ds) e Fiorella Farinelli (Margherita).

Il documento elaborato dal gruppo promotore non ha affatto l'intenzione di precostituire il dibattito indicando già soluzioni definitive, quanto piuttosto di indicare una possibile base di discussione su alcune tematiche di rilievo. Si tratta quindi di un primo e parziale contributo. Non tutti i temi infatti sono affrontati. Sarà compito del lavoro di gruppo e del seminario approfondire tutte le problematiche e pervenire a posizioni meglio definite e più organiche. L'obiettivo è dunque quello di lavorare per la costruzione unitaria di una "linea" dell'Ulivo per la scuola a Milano e di dare un contributo qualificato al dibattito in corso a livello nazionale.

g.g.

vedi il documento in: http://www.scuolaoggi.org/index.php?action=detail&artid=2549

Il manifesto per l'Ulivo scuola è sottoscritto da:
Agostino Frigerio, Aldo Acquati, Aldo Tropea, Antonio Valentino, Federico Niccoli, Francesco Cappelli, Gianni Gandola, Gilberto Bettinelli, Giuseppe Bonelli, Giuseppe Melone, Guglielmo Lozio, Iliano Geminiani, Loredana Leoni, Luigi Dansi, Paolo Danuvola, Renata Rossi, Roberto Proietto, Rodolfo Rossi, Rosa Ottaviano, Salvatore Forte



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 excursor    - 07-12-2005
Il documento proposto, in realtà, rappresenta il punto di vista di un gruppetto di dirigenti scolastici milanesi di area ulivista. Ecco di seguito le qualifiche dei sottoscrittori:

Agostino Frigerio, dirigente scolastico utilizzato presso l'Università Bicocca di Milano
Aldo Acquati, dirigente scolastico
Aldo Tropea, dirigente scolastico
Antonio Valentino, dirigente scolastico e dirigente nazionale FLC Cgil
Federico Niccoli, dirigente Scolastico e docente di legislazione scolastica presso l'Università Bicocca (FLC Cgil)
Francesco Cappelli, dirigente scolastico e vice presidente del CIDI
Gianni Gandola, dirigente scolastico (FLC Cgil)
Gilberto Bettinelli , dirigente scolastico in servizio presso l’Università Bicocca di Milano
Giuseppe Bonelli ,dirigente scolastico della scuola paritaria Francesco Cappelli e respondabile scuola della Margherita Lombardia
Giuseppe Melone, dirigente scolastico (CISL scuola)
Guglielmo Lozio, forse l'unico docente della lista
Iliano Geminiani, dirigente scolastico
Loredana Leoni, dirigente scolastico e dirigente ANDIS
Luigi Dansi, dirigente scolastico (Coordinamento CGIL-CISL)
Paolo Danuvola, dirigente scolastico e consigliere regionale della Margherita
Renata Rossi, dirigente scolastico e presidente provinciale ANDIS
Roberto Proietto, dirigente scolastico (FLC-Cgil Lombardia)
Rodolfo Rossi, dirigente scolastico
Rosa Ottaviano, MIUR Lombardia
Salvatore Forte, dirigente scolastico ( CIDI Lombardia )

 nadia    - 08-12-2005
Un gruppo di dirigenti scolastici del nord, di area ulivista, che si attiva in questo momento, perché lo fa?
Sicuramente per assicurarsi che tutto quanto hanno sperimentato nelle loro scuole, per l’applicazione della controriforma, non sia bloccato (e nei tecnici e nei professionali di interessi in gioco con le aziende ce ne sono!...) dai quei pazzi sconsiderati che vogliono l’abrogazione.
Si tratta quindi di dare una mano a Ranieri e a Farinelli nel fare passare una linea dell’Unione sulla scuola di marca moderata (loro dicono “riformista”, perché i conservatori sono gli “abrogazionisti”).

Giacché si trovano, magari incassano anche il risultato di influenzare nello stesso senso anche il congresso della Flc Cgil, dove c’è proprio una situazione disperata. Qui, in realtà, c’è un vero covo di “conservatori abrogazionisti”. Infatti, tra i dieci punti del documento “Cambiare si può”, su cui questo sindacato sta raccogliendo le firme, per impegnare l’Unione, c’è anche (udite! udite!) la frase “Vogliamo l'abolizione della riforma Moratti”.
E’ urgente convincere lo stesso segretario Panini (dirigente, che troppo spesso dimentica i suoi interessi di categoria) che è residuale rispettare la volontà dei lavoratori. Un sindacato moderno deve assecondare ciò che indica il potere: bisogna essere realisti. In definitiva lo si fa…nel bene dei lavoratori stessi…

 Tarixia    - 10-12-2005
"A fine novembre c'è stata un'iniziativa di ReteScuole alla quale hanno partecipato esponenti politici e sindacali di tutto il fronte dell'opposizione. E' ora la volta di un gruppo di operatori scolastici, dirigenti e docenti ..."
Dove sono i docenti?
Come al solito chi "fa il lavoro grosso" è messo da parte, sono i capoccia a sapere cosa è opportuno fare.
Il tutto nella migliore tradizione dell'aria che tira ultimamente: proposte-imposizioni che arrivano dall'alto e non tengono minimamente conto della base, a scuola come in politica.

 Reginaldo Palermo    - 10-12-2005
Il "fronte abrogazionista" ha conseguito nelle ultime settimane alcuni indiscutibili successi; la proposta del Comitato fiorentino sta raccogliendo molte adesioni, ma non bisogna neanche dimenticare alcuni dati di fatto del tutto incontrovertibili:
1) le adesioni alla proposta di abrogazione della legge 53 evidenziano una netta spaccatura all'interno del centro-sinistra: hanno firmato esponenti di Rifondazione, dei Verdi e dei Comunisti Italiani; praticamente assenti Ds e altri
2) le stesse adesioni evidenziano una spaccatura all'interno della Cgil: hanno firmato i "rinaldniani" e - all'interno di Flc - Benianimo Lami e altri della compenente più radicale
3) Enrico Panini non ha aderito
4) allo stato attuale delle cose l'ipotesi abrogazionista resta minoritaria all'interno dello schieramento di centro-sinistra
5) gli abrogazionisti devono farsi una ragione di non essere maggioranza all'interno dello schieramento di centro-sinistra
6) se agli abrogazionisti non piace questa situazione (e la cosa mi sembra del tutto comprensibile e condivisibile) devono fare una cosa semplice semplice: uscire subito dallo schieramento e avere il coraggio di presentarsi da soli alle elezioni
7) se gli abrogazionisti (mi riferisco ovviamente ai partiti che sostengono questa posizione) pensano di rimandare al dopo elezioni il chiarimento, credo che stiano commettendo un errore: le recenti vicende della Val di Susa dimostrano che prima o poi i nodi vengono al pettine; qui in Piemonte una crisi "pesante" della Giunta Bresso viene data ormai per certa; se il centro-sinistra dovesse "tenere" in Piemonte fino ad aprile sarebbe solo per motivi puramente elettorali, ad aprile il chiarimento sarà indispensabile.
Il problema reale è che DS, SDI, Udeur e Margherita non hanno intenzione di abbracciare la tesi abrogazionsta perchè sanno che - in ogni caso - il "movimento" e il "popolo della scuola" non voteranno per loro. I voti del movimento (o almeno di quelli del movimento che andranno a votare) confluiranno su Rifondazione, Comunisti e Verdi.
Per quale motivo Ranieri dovrebbe fare dichiarazione di fede abrogazionista se questo non procura vantaggi al suo partito ?
Il problema va affrontato in modo realistico e mi pare fuori luogo accusare i partiti dell'Unione di "tradimento" dato che non mi risulta che avessero mai giurato di voler abrogare la legge 53.
Che poi alcuni leader dell'Unione (e della Cgil) abbiano cavalcato la protesta e siano scesi in piazza a fianco dei Cobas e del movimento è altra storia: bastava conoscere la storia recente e meno recente di questo Paese per sapere che il movimento dopo essere stato usato per fare la pelle a "Morattila" sarebbe stato serenamente scaricato e abbandonato al suo destino.
Un'ultima osservazione: francamente non capisco cosa ci sia di riprovevole nel fatto che un gruppo di dirigenti scolastici del nord abbia deciso di sottoscrivere un documento politico sulla scuola, a meno di non ritenere che sulla scuola tutti possano dire la loro (compresi dirigenti della Fiom e parlamentari del centro-sinistra che mai si sono occupati di scuola) ma non persone che lavorano nella scuola da almeno 30 anni.

 Precarius    - 12-12-2005
Numerose imprecisioni in quello che si legge in questo thread.

Urge fare chiarezza, perchè l'unico aspetto reale è che il fronte abrogazionista si sta sempre più allargando.

A) la proposta del Comitato fiorentino di Mauceri è solo una delle proposte di legge che prevede l'abrogazione della riforma Moratti.
Molti di quelli che non la firmano hanno già aderito a diverse bozze che hanno comunque lo stesso denominatore: l'abrogazione della 53.

B) la stragrande maggioranza del centro sinistra, base e dirigenti di partito, si è espressa per la cancellazione-abrogazione della Legge 53.

C)il fronte non-abrogazionista è in forte minoranza e risulta anche diviso internamente a causa di una corrente interna (peraltro autorevole) che prevede cmq l'abrogazione di numerosi articoli della Legge 53 ed il ritiro dei DecretiLegislativi.

D)L'abrogazione della riforma è divenuto ormai un punto programmatico fondamentale nelle discussioni centrali e periferiche del centro sinistra, è praticamente sempre presente anche nei sondaggi.
In questo contesto l'abrogazione non è stata mai fine a se stessa.Le discussioni si sono concretizzate in proposte di "scuola" molto diverse dall'istruzione concettualizzata dalle destre.

E)Il fronte abrogazionista, in quanto maggioranza del centro-sinistra, sta procedendo anche all'individuazione degli "errori", svolti nelle precedente legislatura, che hanno strumentalizzato i principi dell'automia scolastica verso la politica dell'auto-impoverimento( non solo quello delle risorse econimiche).

F) I partiti che hanno dichiarato, addirittura votato l'abrogazione-cancellazione della riforma Moratti sono:
Democratici di sinistra-Verdi-Rifondazione comunista-Italia dei Valori-Comunisti italiani.

Dire che nel proprio interno i partiti hanno chi la pensa diversamente dalle comunicazoni ufficiali non vuol dire nulla..Infatti, anche nella Margherita c'è chi, come la Senatrice Soliani( che come ben si sa non è l'ultima arrivata nella Margherita su fatti inerenti la scuola) si è chiaramente pronunciato per l'abrogazione.

F) anche nell'ambito accademico tutti sanno che la L.53 verrà abrogata.
Iniziano a circolare, in via ufficiosa, i nomi dei "tecnici" che dovranno aiutare la futura maggioranza a tracciare le linee guida della prossima riforma della scuola.

G) non c'è nulla di strano nel vedere un dirigente scolastico strizzare l'occhio ad una iniziativa di altri dirigenti scolastici su di un documento politico della scuola, ma da qui a pensare che diventerà addirittura un documento politico dell'Ulivo...Però è giusto che chi fa la "Scuola", (leggi: i docenti), possa maturare qualche dubbio sull'effettiva efficacia di questo tentativo.

H) L’idea, legislativamente strampalata, pedagogicamente pericolosa, che in quest’ultimo periodo attraversa numerose discussioni tra dirigenti, è, più o meno, quella del Dirigente scolastico "leader educativo".
Rientra nella serie degli e(o)rrori da imputare alla precedente legislatura.
I dirigenti, più che perdere tempo su questa linea(un sano e critico mea culpa è quanto di meglio possa capitare nell'ambiente scuola) dovrebbero ormai accettare che sono considerati dalle istituzioni come una sorta di controparte salariale dei docenti, datori di lavoro per l'appunto, che trovano una concreta e valida giustificazione nel loro compito nel momento stesso in cui separano le loro funzioni ed i loro poteri dalle prerogative e dalle competenze dei Collegi. Non a caso la bozza milanese (quella vera) di legge popolare di riforma della scuola prevede l’elezione del Presidente del Collegio tra i docenti.
Tale figura non è assolutamente una “figura di staff” del dirigente scolastico…