breve di cronaca
Intervista con l' on. Franca Bimbi
Segnalo un' iimportante ntervista con l' on, Franca Bimbi, coordinatrice del gruppo scuola per il tavolo del programma politico dell' Unione, rilasciata alla Gilda. Nell' intervista, vengono affrontati nodi molto importanti ( l' abrogazione della Riforma Moratti, i punti fondamentali del programma sulla scuola e altro).
Renza Bertucci
Caporedattore del giornale della Gilda


Franca Bimbi (Margherita), coordinatrice del gruppo scuola per il tavolo del programma politico dell'Unione, fa il punto sui lavori

«Riscriveremo con la scuola ciò che non funziona. Senza creare vuoti normativi»
«Per rifondare il patto tra generazioni occorrono insegnanti motivati che non intendono delegare ad altri le proprie funzioni»

Franca Bimbi, eletta alla Camera nelle liste dei DL Margherita-Ulivo, docente di Sociologia presso l'Università di Padova, è una nota sociologa della famiglia. Si è dedicata agli studi di genere, avendo al suo attivo numerose pubblicazioni: l'ultimo suo studio (in collaborazione) Differenze e disuguaglianze, edito presso "Il Mulino" nel 2003, tratta in un apposito capitolo anche la questione "Istruzione". Che la sociologia resti la lente privilegiata delle sue analisi, lo si capisce bene dalla passione con cui esamina le problematiche dei giovani e della scuola e con cui si interroga intorno alla complessità della situazioni nuove che la politica deve affrontare con schemi ed interventi rinnovati. Ha l'incarico di coordinare il gruppo "Scuola e Università", del tavolo - di cui è responsabile l'on. Andrea Papini - che si sta occupando della stesura del programma politico per l'Unione , in vista delle elezioni di primavera. Iniziamo la nostra intervista proprio da questo.

On. Bimbi, ci può parlare dei lavori di questo gruppo? A che punto è? Come si sta orientando?

Premetto che non posso anticipare contenuti di questa parte del programma: il tavolo è formato da rappresentanti di tutti i partiti della coalizione e sarebbe oltremodo scorretto divulgare linee di tendenza, prima di una pronuncia completa. Ad ogni modo, posso senz'altro dire che i lavori hanno ricevuto un'iniezione di ottimismo dalle Primarie: la partecipazione di più di tre milioni di persone ha dato un impulso ai lavori di stesura e a tutti i componenti. Sappiamo che moltissimi cittadini contano sull' Unione e noi cercheremo di non deludere le loro aspettative.

Il gruppo per il programma relativo all' Istruzione, denominato SUFUR, Università e Ricerca, si è diviso in tre sottogruppi:
1) Scuola e Formazione.
2) Università e ricerca.
3) Premessa.

Vorrei che il programma, soprattutto per la scuola, assumesse in premessa il principio "Dare merito alla scuola", con il quale si intende contrastare il modello Moratti, che ha voluto sia "svalorizzare" la scuola nei confronti dell' opinione pubblica, sia ostacolare l'autonomia. Questo principio include l'idea che la scuola ha bisogno di personale motivato e ben pagato, perché è una comunità educativa vivente, dove è necessario investire molto per ottenere quel successo delle scuole nei confronti dei ragazzi, che oggi è assolutamente necessario.

A grandi linee, posso affermare quali sono i principi condivisi da tutto il tavolo, che dovranno caratterizzare il programma. Dunque, tutto il percorso scolastico e normativo dovrà fondarsi su questi principi:
- Non bisogna perdere nessuno.
- L' istruzione parte dalla scuola dell' infanzia e comprende tutta la vita.
- Tutti i giovani devono acquisire tra i 17 e i 18 anni un diploma o una qualifica.
- E' necessario lavorare sui momenti di passaggio elementare/media e media/biennio.
- Occorre anche valorizzare gli istituti tecnici e quelli professionali.

D'accordo, onorevole, ma in che modo si intende dare concretezza all'obiettivo "dare merito alla scuola"?

Non creando un vuoto normativo e quindi abrogando, ma riscrivendo con la scuola tutto ciò che non funziona. Perché la scuola della Moratti non c'entra con la scuola della Repubblica. Lo dico anche con amarezza, ma con cognizione di causa, perché l'opposizione ha fatto tutti i tentativi possibili -attraverso i moltissimi emendamenti che ha presentato - di ancorare la scuola al patto fondamentale che scaturisce dalla Costituzione e che deve essere il patto di valore di ogni legislazione.

In che modo intendete "riscrivere con la scuola"?

Intanto, tutti gli attori del sistema (sindacati, associazioni professionali, di categoria, - e quindi anche la Gilda - e della società civile) hanno già ricevuto una lettera dal nostro tavolo, con la quale tutti questi soggetti vengono invitati a far pervenire un "Documento sintetico che indichi quelle che sono, a loro avviso, le priorità essenziali." Nella lettera, chiedo anche la cortesia di rispettare i tempi strettissimi e di inviare il contributo entro il 19 Novembre e comunico che sarà lo stesso Romano Prodi a decidere come restituire al dibattito di tutti questi attori le Bozze di Programma che costituiranno il primo risultato del nostro lavoro. Preciso che chi coordina non farà una lettura selettiva dei documenti: tutti saranno inviati ai componenti del tavolo. I tempi sono ristretti, poiché c'è l'intento di un decollo del programma in tempi brevi (dicembre) .

Bene, onorevole Bimbi, adesso ci interessa sentire l'idea che la sociologa prestata alla politica ha della scuola di oggi.

Io penso che i tempi attuali siano caratterizzati dal fatto che il rapporto adulti/giovani sia particolarmente complesso e difficile. Nella scuola, poi, occorre tenere in conto delle molte differenze presenti. Vi sono differenze sociali, culturali, etnoculturali e familiari. Mi soffermo sull'ultimo punto per sottolineare come il concetto di "famiglia" si riferisca a modelli molto diversi. Vi è poi, un' ulteriore differenza, tipica dei nostri tempi, e che riguarda il fatto che i giovani hanno una loro cultura molto diversa da quella degli adulti. Questa differenza è sempre esistita, ma per la prima volta essa è stata legittimata.

Questo ultimo elemento è causa dei frequenti problemi di comunicazione, che tuttavia non devono essere affrontati solo da specialisti. Io credo che debbano essere gli insegnanti ad affrontare questo nuovo problema: insegnanti ben pagati, motivati, e disposti anche a mettersi in discussione.

La scuola, quindi, come fulcro del rapporto tra le generazioni?

Sì, una scuola che accetta la sfida di rifondare il patto tra le generazioni. Degli insegnanti professionisti motivati che non intendono delegare ad altri (nemmeno alla famiglia) le proprie funzioni e la propria autorevolezza. Intendiamoci, la famiglia è importante, ma la sua funzione è positiva quando si occupa di tutelari i propri figli, , mentre non lo è quando intende sostituirsi agli insegnanti. La famiglia non deve sostituirsi al ruolo educativo proprio degli insegnanti. Il pluralismo culturale e la stessa laicità della scuola richiedono che ciascuno faccia la sua parte. Questa è, a mio parere, la vera sfida alla quale è necessario rispondere con un nuovo patto tra le generazioni.

(a cura di Renza Bertuzzi)

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