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Bisogni ed aspettative del malato oncologico
Ilaria Ricciotti - 25-11-2005
La mia lotta

Su e giù
per le strade
per i corridoi
per le stanze.

Qua e là
per città
e
paesi.

Non so
più
cosa sia
il riposo,
la tregua,
la gioia.

Il mio corpo,
appartiene
ad uomini
e
donne
dal camice bianco.

Visi
rassicuranti,
pronti a tendermi la mano,
mi fanno
sentire
che
la vita
ancora
mi appartiene,
è mia.


Ma,
quando
essi
non capiscono
o
non vogliono
capire il male,
allora
tutto
diventa
più difficile,
più inaccettabile,
più maledettamente insopportabile.

Allora
la vita
esce
da me
lasciandomi sola
con la sua rivale.

Ma,
alzando
gli occhi
al cielo
una stella
mi invita
a lottare,
a riappropriarmi
di ciò
che mi appartiene.

Io seguo
la sua scia :
non mi abbandono
e
non
mi perdo
più.

L'Odore della Vita

Alberi
in balia
di venti
insidiosi,
gelidi.

Troppo forti
per resistere alla loro
furia.

Il dolore
sordido,
inaccettabile
ed offensivo
è alleato del vento.

Poi,
con forza
la Vita
si alimenta:

di sogni
e
di speranze.


Pian piano cresce.
La sua linfa vitale
si irradia
irrora,
prepara il terreno
per accogliere
la Primavera,
i suoi colori,
il suo odore
inconfondibile:
l'odore della Vita.



Pratiche ed aspettative oncologiche in Provincia di Macerata e nella Regione Marche


Dall'incontro-dibattito voluto da Cittadinanzattiva-TDM, sul tema "Bisogni e diritti del malato oncologico", sono state fornite dai relatori ( Dott. Latini, Dott. Valentini, Dott. Aprile, Assessore Pantanetti, Dott. Ciccarelli) informazioni nel complesso molto incoraggianti. Purtroppo a livello regionale si registrano, a causa del tumore, 4400 decessi l'anno e sono 3960 i malati terminali di cui 2790 sottoposti a cure palliative. Tuttavia in 25 anni circa il 55% delle persone sono state curate e salvate dalla malattia. Il merito va alle professionalità sempre più meritevoli, alle nuove tecniche chirurgiche, alle sofisticate strumentazioni diagnostiche ( TAC e PET), ai nuovi farmaci e a terapie più personalizzate.Anche l'informazione e la comunicazione tra medico e paziente è a riguardo più corretta e rispettosa dei diritti di quest'ultimo. Paziente che oggi può avere anche un supporto psicologico e spesso, come avviene nell'ospedale di Macerata, rivolgersi ad un ambulatorio pluridisciplinare che lo segue o lo indirizza durante il corso della malattia. D'altra parte gli Enti pubblici (Comuni e Provincia ) per questo hanno cercato di venire incontro ai bisogni del malato anche coinvolgendo il privato. A proposito significativo ed unico in Europa il progetto dell'ACOM, nato nel 1999 in Provincia di Macerata e sostenuto dai Comuni di Montecosaro e Tolentino. Grazie ad esso infatti si è potuto avere la PET nell'ospedale di Macerata ed il Centro di produzione e di ricerca a Montecosaro. Centro che si sta proponendo come il I modello all'avanguardia in Europa per la produzione di un isotopo: il Rame 64 che garantisce positive prospettive per la lotta e la cura dei tumori. La Regione Marche quindi sta dando risposte positive in questo campo in quanto può contare su diverse "eccellenze" che però dovrebbero riuscire a relazionarsi tra loro in modo più armonico, non disperdendo capacità e risorse. Da qui la sfida della Sanità marchigiana: coniugare offerte che mettono in rete l'enorme potenziale professionale presente nella nostra Regione.

Per questo informare e decidere cosa si deve fare complessivamente in quella determinata realtà diventa uno dei primari obiettivi di politica sanitaria che di certo avrà una positiva ricaduta sugli utenti. A Macerata infatti anche se sono stati raggiunti ottimi risultati nell'oncologia, si devono accorciare le liste d'attesa, sollecitare un reparto oncologico e potenziare l'attuale day hospital per coloro che non potranno essere trattati a casa o che per il 50% sono pazienti di fuori regione.

Non ci si deve tuttavia dimenticare che queste mete potranno essere raggiunte se il medico non dimenticherà i punti cardine del suo codice deontologico (soddisfare i bisogni del malato e rapportarsi con lui in modo più umano e rispettoso) e verrà sgravato dalle tante incombenze burocratiche a cui è chiamato oggi. Competenze, capacità prese in carico e umanizzazione devono essere quindi coniugate tra loro ed il malato di tumore, come afferma il Prof. Umberto Veronesi, "deve poter beneficiare di almeno tre diritti: il diritto a non soffrire, il diritto alla dignità nella sofferenza e il diritto a non essere trattato come una cavia".

I Comitati dei cittadini pro centro oncologico di Montecosaro e di Macerata, l'assemblea territoriale Cittadinanattiva di Macerata ed altri si sono attivati anche per questo.

Gli organizzatori ringraziano quanti sono intervenuti, tra cui diversi Operatori sanitari della Zona territoriale 8 (Civitanova Marche) e 9 (Macerata), Politici, Cittadini e rappresentanti di altre Associazioni e di diversi Ordini professionali.


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 ilaria ricciotti    - 15-12-2005
Non perdere mai la speranza! Guardando il cielo c'è sempre una stella luminosa che ti permette di individuare la rotta. Basta riconoscerla tra mille e guardarla intensamente!


Tra tutte le malattie, il tumore devasta non solo le cellule del corpo, ma anche quelle dell'anima. Chi è malato di tumore sa quanta angoscia si prova per sè e per chi ti sta vicino; per chi ti ama intensamente e non può far nulla per alleviare le tue sofferenze fisiche e psicologiche. Chi è ammalato di tumore vede scivolar via da sè la vita, piano piano. Chi è ammalato di tumore deve spesso, forse troppo spesso, farsi sentire da coloro che dovrebbero aiutarlo a sopravvivre o a lenire le sue sofferenze.
Chi è ammalato di tumore ha bisogno di tirar fuori da sè tutta la forza per allontanare il male, per distruggere quelle cellule impazzite che si sono appropriate, senza chiedere il permesso, di un corpo ed anche dei suoi pensieri, della sua anima, del suo cuore: sorpresi, intimoriti, spenti, privi di sogni e di speranze.
Combattere questa guerra diventa un dovere. Diventa un atto di dignità verso se stessi, per considerarsi ancora uomini e non larve o tronchi rinsecchiti portati via dalla corrente.
La lotta per la vita perciò diventa un antidoto potente contro la morte.
Naturalmente in un simile contesto gli uomini dal camice bianco hanno un ruolo importante, così come gli amici, quelli veri, ed i propri famigliari.
Questo trinomio però deve agire in perfetta sintonia e non causare rivalse di ruolo l'uno verso l'altro.
Ciò non farebbe bene a nessuno, tantomeno a chi conta i minuti, i giorni, le settimane, i mesi, gli anni e sente sopra di sè una mannaia sempre pronta a decapitare.
Con le nuove tecnologie diagnostiche e le terapie più appropriate , il tumore oggi può essere debellato per sempre. Perchè nella maggior parte dei casi ciò avvenga sono necessari diversi prerequisiti:
*la prevenzione;
*l'informazione;
*la terapia;
*la volontà;
*la fortuna.
Bisogna inoltre non dimenticarsi mai che è doveroso ribellarsi con forza nei confronti di chi non rispetta il nostro corpo e la nostra anima. Corpo ed anima che hanno una precisa connotazione, hanno un nome e non sono nè numeri nè cavie da sperimentare nei laboratori, nelle sale oncologiche o chirurgiche di qualche grigio ospedale di città o di periferia.
Chi non è malato non può ignorare la malattia, assumere un atteggiamento pietistico nei confronti di coloro che l'hanno incontrata o pensare che essa non ci raggiungerà mai.