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La Signora Nessuno
l'Unità - 14-11-2005
È, anzitutto, una questione di stile. Che senso ha portare una signora, compagna di un caduto di Nassiriya, in pullman con tutte le altre persone accreditate alla cerimonia, e poi impedirle di entrare, e tenerla fuori della sala, perché non è la moglie ufficiale?

La cosa è successa anche l'anno scorso: dunque non è un errore o una gaffe, è una costante del ministero della Difesa. La compagna di Stefano Rolla, il regista caduto a Nassiriya nella grande strage mentre lavorava a un documentario, nel Memory Day non ha potuto partecipare alla cerimonia, e nella cerimonia ufficiale si è ricordato questo caduto tagliando via e nascondendo, della sua vita, una parte così essenziale, intima, decisiva, come la compagna. In questo modo si falsa il Memory Day, e si falsa l'identità degli «eroi» che si vogliono ricordare. Questo caduto civile, come tutti gli altri caduti, era là e lavorava per quel che sapeva, che sentiva, che amava, insomma quel che era. La sua vita era sua ed era di chi viveva con lui, questa compagna. Ricordandolo, gli si rende onore, l'onore che merita. Chiamandolo eroe, lo si esalta, lo si indica come modello, un modello come ne abbiamo pochissimi oggi, e di cui abbiamo tanto bisogno. Se lui fosse vivo e ricevesse una onorificenza da vivo, la sua compagna sarebbe con lui, e durante la cerimonia i due si scambierebbero uno sguardo, e con quello sguardo spartirebbero il senso della cerimonia, e anche l'orgoglio. Lo Stato, portando via con la forza la compagna che lui s'era scelto, disapprova e corregge la sua vita, in un certo senso se ne vergogna, e la nasconde. Non gli rende onore, ma pronuncia una condanna morale. Questa esclusione della compagna, questa censura sull'amore e sulla vita, è il trionfo dell'ipocrisisa, della burocrazia, dell'ufficialità, sui sentimenti, sull'autenticità, sull'identità.

Diffonde su tutta la cerimonia il sospetto di una inadeguatezza di chi la celebra, di una indegnità: non ricorda gli uomini per quel che erano, ma per quel che lui ha interesse che fossero. Non riconosce la grandezza umana di chi ha lavorato, ha rischiato, ed è caduto; ma la sostituisce con la retorica, la fintaggine, la doppiezza. Una vita passata a usar le parole mi ha insegnato che se in un contesto c'è questa simulazione, la simulazione si diffonde in tutto il resto, anche nei discorsi ufficiali. La compagna di un caduto ha il diritto di esser considerata vedova come le mogli ufficiali.

Vedova è colei che perde l'uomo che amava e col quale viveva. Non si capisce perché il ministero della Difesa possa passare in rassegna la vita dei caduti, e approvare una parte dei loro sentimenti e legami, e un'altra parte tagliarla via. A una cerimonia in onore di eroi devono presenziare coloro in cui gli eroi continuano a vivere, coloro che essi amavano. Se escludi coloro che essi amavano, li uccidi una seconda volta. Se ci fossero i Pacs, questo non accadrebbe. La speranza è che ieri sia accaduto per l'ultima volta. E che fra un anno non possa più succedere.

Ferdinando Camon

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 da Peacelink    - 15-11-2005
La concubina di Nassiriya


Che penserà il cardinale Camillo Ruini che si riempie la bocca di patria, di eroi e di famiglia ma non parla mai di esseri umani in carne ed ossa, di fronte a quanto capitato ad Adelina Parrillo, la non signora
Rolla, che dopo 12 anni di vita, d'amore, di convivenza, dell'aver fatto da madre per la figlia di Stefano Rolla, civile morto a Nassiriya, è stata sbattuta via da tre energumeni mandati dal protocollo della cerimonia del Vittoriale.


Si vergognerà di se stesso il cardinalone Camillo Ruini tutto "Dio-Patria-Famiglia" e dei suoi o si compiacerà per il pubblico ludibrio al quale è stata esposta la peccatrice, la concubina di Nassiriya, Adelina Parrillo?


L'episodio Parrillo nel lugubre livore violento dello stato clericale contro una vedova senza pezzo di carta deve essere elevato a caso nazionale. Stefania Prestigiacomo si è esposta senza se e senza ma a
fianco della Parrillo. Lo stesso non ha fatto e non farà Francesco Rutelli che pur di compiacere il cardinal Torquemada è disposto a tutto e al contrario di tutto.


L'episodio è stato nascosto dai telegiornali di massa, come è successo in settimana per il fosforo lanciato dagli alleati dei quali siamo complici contro famiglie inermi di Falluja che avevano la colpa di avere
un'altra patria ed un altro dio. Se fossero stati mostrati al popolo del TG1 poi il centrosinistra non avrebbe potuto continuare a traccheggiare tanto sul ritiro (compiacendo la Casa Bianca) che sui PACS (compiacendo il Vaticano).


Per lo spettatore del TG1 la parola PACS è associata al GayPride ed a Falluja non è successo nulla. Basta giocare con la laicità dello stato.
Personalmente, se nel programma d'emergenza del centro sinistra per i primi cento giorni non ci sarà una legge sui Patti di Convivenza Civile, dichiaro fin d'ora che non andrò a votare. Il mio voto non vale il
cardinalone Camillo Ruini, "Dio-Patria-Famiglia", ma questa è la mia condizione irrinunciabile.


Gennaro Carotenuto

Note:

Se qualcuno volesse usare i commenti al link per esprimere la stessa posizione (anche per criticarla ma in particolare per assentire) è il benvenuto.