La lettera continua
Lilia Manganaro - 26-10-2005
Anffas Nazionale ha predisposto, all'inizio di questo anno scolastico, una lettera per il Ministro Moratti affinché, tra i diversi adempimenti, sollecitasse i responsabili dei diversi gruppi di lavoro istituzionali e/o interistituzionali a riprendere le proprie attività e predisponessero calendari di incontri, come prevede la norma; questo perché Anffas, attraverso lo Sportello Nazionale Scuola, è consapevole del bisogno dei genitori di trovare dei luoghi di ascolto e di progettualità che permettano di non esasperare il disagio che, talvolta, l'accoglienza nella scuola determina e che spesso si traduce in una richiesta, non sempre giustificata, di aumento delle ore di sostegno.
Per conoscenza Anffas ha inviato la lettera alle associazioni e alla stampa interessata al tema dell'integrazione. Di rimando si è avuto il silenzio da parte del Ministero come da parte di chi avrebbe dovuto rafforzare la richiesta; soltanto in un caso è stata manifestata la difficoltà a condividerne alcuni contenuti.
Si riconosce che il tema affrontato presenta elementi di complessità e che pertanto è opportuno analizzare alcuni aspetti contenuti nella richiesta al Ministro.

La lettera, dato il momento dell'avvio della scuola, segnalava al Ministro l'urgenza dell'attivazione dei diversi gruppi di lavoro che, con funzione e compiti diversi, partecipano, anzi permettono, la realizzazione dell'integrazione, nelle diverse scuole del territorio.
Lo scorso anno, infatti, oltre a raccogliere molte lagnanze sull'attivazione dei servizi per i disabili (ore di sostegno, trasporto, gite scolastiche...) sfociati in alcuni casi estremi in denunce alla magistratura, abbiamo registrato, anche, una grande disomogeneità nel territorio nazionale e in generale una scarsa conoscenza e una grande difficoltà a riconoscere i luoghi, le sedi istituzionali in cui i problemi relativi all'attivazione e realizzazione dei percorsi di integrazione trovano accoglienza e possibilità di elaborazione (Accordi di programma, gruppi di lavoro.....).
E' nostra convinzione, infatti, che i processi di integrazione richiedono non solo la presenza dell'insegnante di sostegno con gli orari e nei tempi previsti dai partecipanti al progetto di integrazione, ma è fondamentale che, nei diversi luoghi deputati a prendere in carico i problemi presentati (Direzione/Presidenza della scuola, Collegio dei docenti, Consiglio di classe, CSA...), esista una possibilità di analisi e di programmazione che non lasci soli i genitori, gli alunni e gli insegnanti come se il problema fosse riducibile al mero computo delle ore, in una contrattazione che non tenga conto dei diversi contesti e bisogni.
Sembra riduttivo immaginare che ad un aumento delle ore di sostegno corrisponda una migliore qualità dell'integrazione, abbiamo, infatti, nel passato assistito alla rincorsa delle certificazioni, anche nelle situazioni di disagio sociale, e gli esiti non sono sempre validi. Abbiamo, invece, maturato la convinzione che la certificazione debba rimanere riferita alle situazioni di vera disabilità, che il numero delle ore di sostegno necessarie debba essere analizzato, di volta in volta, nei diversi contesti e che le scuole debbano poter programmare i loro interventi con la collaborazione delle diverse istituzioni (famiglie, enti locali...) e professionalità (insegnanti, educatori, sanitari, ...) che intervengono nella realizzazione dei diversi progetti e presentare, nei tempi e nei modi previsti, le loro richieste alle diverse istituzioni coinvolte per realizzare il proprio compito istituzionale.
L'idea generale che lo sportello anffas nazionale vuole proporre, attraverso le azioni che realizza nei diversi luoghi in cui è chiamato a partecipare e che vuole condividere con i genitori, oltre ogni colore e schieramento politico, è quella di una scuola come "bene " di tutti e "opportunità" per la realizzazione di percorsi veramente integrati.
La presenza dell'alunno con disabilità, come pure quella delle altre diversità, è l'occasione per interrogarsi in ordine ai bisogni formativi degli alunni in età evolutiva in cui i parametri della normalità devono essere i più ampi possibili e in cui le differenze devono essere occasione di arricchimento per tutti.

Siamo peraltro consapevoli di doverci, poi, confrontare con le molte difficoltà quotidiane ma sicuri, nello stesso tempo, che il percorso di integrazione può trovare accoglienza soltanto se tutti crediamo che le risorse nell'ambito della formazione non siano soltanto economiche ma, ugualmente, di pensiero e di professionalità.
Rivolgersi al ministro per chiedere, contrattare l'aumento delle ore di sostegno è, a nostro avviso, una richiesta riduttiva che non tiene conto della riforma scolastica, delle leggi finanziarie, dei compiti e delle funzioni degli enti locali, della complessità e ricchezza dei percorsi integrati.
L'alunno disabile partecipa, con le sue peculiarità, al progetto di tutti, è parte, come i suoi compagni, della classe e della scuola, il suo percorso formativo non può essere legato ad un'unica figura professionale che non può svolgere tutti i compiti e che isolata penalizzerebbe l'alunno, i compagni e le diverse professionalità presenti nella scuola e nel territorio.


Lilia Manganaro
Consigliere nazionale Anffas onlus
con delega alle politiche per l'integrazione scolastica e
Responsabile dello Sportello Nazionale Anffas onlus per l'integrazione scolastica


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 Rosella Arata    - 30-10-2005
Condivido in pieno i contenuti della lettera, anche se penso che idealizzi molto la situazione; se qualcuno (o molti) ha sciupato ore di sostegno non è una ragione valida per "punire" tutti i soggetti disabili, le loro famiglie, le classi in cui sono inseriti...
Che mi dite del fatto che le classi con disabile (disabili) possano essere anche di 26-27 alunni?
Tra i 26-27 alunni quanti hanno bisogno di interventi pensati e messi in atto ad hoc?
Credete che gli insegnanti abbiano la bacchetta magica ?!?
Perchè le associazioni per disabili sono così frammentate? Perchè sono così spesso alla rincorsa del favore "personale" dal "politico o amministratore di turno"? Perchè pensano nel 2005 che una politica di tagli dal basso li possa risparmiare? Dopo 37 anni di insegnamento vado in pensione con molta molta amarezza. Grazie.