Le rose blu
Seconda E - 24-10-2005
Un paesino, di nome Farfalandia, era simile ad un giardino. Al posto delle case c'erano i fiori. Tanti fiori dai lineamenti umani. Bellissimi, profumatissimi, coloratissimi. Erano abitati dalle farfalle e dai loro sovrani: il re Etar e la regina Emar.

Etar ed Emar erano molto buoni. Non dettavano leggi. Non si ritenevano superiori. Non avevano servi. Erano amici di tutti.

Farfalandia era un paese speciale.

Un episodio davvero singolare scombussolò la vita della popolazione.

In un'aiuola sbocciarono delle rose blu. Le farfalle, alla vista di quelle rose dal colore insolito, restarono a bocca aperta.

Volarono poi ad informare il re.

" Etar, è accaduto un evento straordinario! Vieni con noi e te ne accorgerai! "..

Il re e la regina, incuriositi, seguirono le farfalle.

" Oh! Che meraviglia! ", esclamarono.

Gli altri fiori arricciarono il naso, storsero la bocca in senso di disgusto, poi palesarono il loro dissenso:
"C'è effettivamente da restare di stucco. Non vi accorgete di come sono dissimili da tutti noi? A parte quello strano colore blu, alle rose mancano gli occhi, il naso e la bocca. Sono ridicole. Potrebbero suscitare soltanto compassione ".

"Eppure a me ispirano tanta tenerezza. Sono delicate, dolci, carine e, indubbiamente, molto più sensibili di voi altri. Hanno bisogno di cure. Dirò a Farfalla Cuoricina di occuparsi di loro ", ribadì Etar.

Cuoricina accettò l'incarico e si dedicò con entusiasmo alle rose blu. Sussurrava loro parole affettuose, anche se consapevole di non essere udita. Le coccolava e soprattutto le amava.

Le rose blu divennero più graziose. Anche il colore si fece più vivo.

Gli altri fiori sgranavano gli occhi. Erano rosi dall'invidia. Convinti di essere i più belli, i più intelligenti, gli impareggiabili, senza alcun indugio si rivolsero allo stregone Calabrone. Insieme progettarono un piano per provocare la morte delle rose blu.

Il cattivo stregone non indugiò ad attuare il malefico piano. Approfittando di una momentanea assenza di Cuoricina, iniettò veleno nelle radici delle rose blu.

Farfalla Cuoricina, chissà perché, non vista guardava e rideva.

Miracolo! Alle rose blu spuntarono occhi, naso e bocca.

Adesso sorridevano. Ed erano splendide, molto più belle e più preziose degli altri fiori.

Il veleno inoculato da Calabrone che aveva causato la guarigione delle rose blu, era l'unico rimedio adatto alla loro guarigione. E Cuoricina lo sapeva!

La lieta notizia arrivò al re e alla regina, i quali organizzarono una grande festa.

Le farfalle intrecciarono voli . Le rose blu cantarono.

Stregone Calabrone e compagni, con gli occhi sgranati, crepavano di rabbia.

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 Rosa Boccia    - 24-10-2005
Questa fu la prima favola inventata dai bambini di seconda elementare sez.E. Avevamo con noi un bambino portatore di handicap, R., che adoravamo ma che molto spesso subiva le derisioni dei ragazzini di altre classi e le umiliazioni degli insegnanti di sostegno.
R. simboleggiò la nostra “rosa blu” da curare, proteggere, stimolare, aiutare a crescere.
Tante altre “rose blu” mi hanno accompagnato nella mia carriera. Bambini considerati “diversi” per la provenienza sociale, per il colore della pelle, per le violenze subite.

 ilaria ricciotti    - 26-10-2005
Fortunatamente ci sono i bambini ed i giovani a ricordarci che non dobbiamo cibarci di
un pane duro e giallo,
un pane di metallo!
Guai se non ci fossero loro puntualmente a ricordarcelo!
Che ne direste se al Parlamento sedessero loro anzichè attempati, forse troppo, signori vestiti di bleu o di grigio topo?