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Torna la Notte dei senza dimora: preparate i sacchi a pelo!!!
Terre - 13-10-2005
Il 17 ottobre, un gesto di solidarietà:

EDIZIONE 2005! SIAMO TUTTI SENZA DIMORA

Dormire in piazza, sotto le stelle: un atto provocatorio per dire no alla povertà, un gesto di solidarietà dedicato a chi non ha un tetto sopra la testa. Dal 2000, la Notte dei senza dimora, evento nazionale coordinato da Terre di mezzo, ha portato sulle strade delle nostre città migliaia di persone munite di sacco a pelo e buona volontà. QUEST'ANNO SI DORME IN 13 CITTA'! CONTROLLA SE C'E' LA TUA!

ECCO LE PIAZZE DELLA NOTTE 2005

Quest'anno la Notte dei senza dimora si svolgerà in 12 città. In particolare a MILANO, COMO, BERGAMO, BARI, ROMA, BOLOGNA, CREMONA, VICENZA, RIMINI, TRENTO, PISA, GROSSETO.

QUI PUOI CONSULTARE TUTTI I PROGRAMMI

COS'È LA "NOTTE DEI SENZA DIMORA"?

Per tutti i giornali di strada del mondo è da sempre la giornata più importante dell'anno. E ogni giornale, per sensibilizzare sul problema della povertà, la celebra a suo modo.
Terre di mezzo lo fa con la Notte dei senza dimora, organizzata a Milano e Roma dall'associazione Insieme nelle Terre di mezzo, in altre città da giornali di strada, associazioni e volontari che si occupano di senza fissa dimora.
Cos'è laNotte? Prima di tutto un cantiere di partecipazione aperto a tutti, un'occasione di incontro tra cittadini, istituzioni e associazioni che quotidianamente affrontano situazioni di estrema povertà. È un evento pacifico e impegnato: è anche l'occasione giusta per fare buona informazione, per la denuncia di eventuali "mancanze" nell'assistenza pubblica ai senza fissa dimora, per chiedere agli amministratori ragione delle loro politiche sulle povertà estreme.
È anche un momento di condivisione: dormire insieme all'aperto, affrontando il freddo autunnale, è un atto concreto di solidarietà "partecipata" dal basso. Senza tralasciare un po' di sano divertimento! La Notte è anche una grande festa: prima di infilarsi nel sacco a pelo, si può gustare il cibo offerto dalle associazioni, sorseggiando un buon bicchiere di vin brulé. E, una volta rifocillati, lanciarsi nelle danze, lasciandosi travolgere dai ritmi etnici della musica suonata in piazza.

PERCHÉ LA "NOTTE DEI SENZA DIMORA"?

La Notte non si pone certo l'obiettivo di eliminare la povertà con raccolte di soldi o collette. Invece è un'occasione importante per informare, denunciare, avvicinare e condividere.
Informare: i senza dimora sono troppo spesso giudicati secondo stereotipi. Durante la Notte le associazioni e i giornali di strada distribuiscono materiale e dati aggiornati sui senza dimora. E i mass-media hanno dimostrato da sempre grande attenzione all'evento.
Denuciare: alla Notte vengono sempre invitati gli amministratori pubblici perché diano conto delle loro politiche a favore dei senza dimora. In città come Firenze, Venezia, Roma, Pavia e Genova, assessori all'assistenza sociale e altri amministratori hanno partecipato all'evento. In occasione della Notte (che si svolge ad ottobre, proprio alla vigilia della cosiddetta "emergenza freddo" invernale) gli organizzatori denunciano mancanze e problemi nell'assistenza e i politici prendono impegni importanti.
Avvicinare e condividere: la Notte, con il gesto concreto della dormita in piazza, serve ad avvicinare chi partecipa alla condizione delle persone senza dimora. Dormendo per terra si prova una nuova prospettiva e, anche se solo per una notte, ci si mette nei panni dei senza dimora, valido e intelligente esercizio per capire chi sta peggio.

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 Pierangelo    - 18-10-2005
da Repubblica Bari del 18.10.2005

Anche a Bari s´è tenuta ieri sera la manifestazione dei senza casa

La notte bianca dei clochard

Ogni 24 ore bussano alla porta del centro diurno in corso Italia cento persone. Tutti chiedono un pasto caldo. Almeno un ospite al giorno bussa per la prima volta. E sono in aumento le donne. Al centro diurno "Area 51", gestito dal Caps, non amano dare i dati, come non amano fare feste con molto rumore. Ieri sera, nella giornata mondiale Onu di lotta alla povertà, su iniziativa dell´associazione milanese "Terre di mezzo", il Caps ha organizzato anche a Bari "La notte dei senza dimora. Ma non c´è stata musica, né clamore. Solo una solidarietà silenziosa, proprio come il loro lavoro quotidiano. Una «notte bianca» contro l´indifferenza. L´unità di strada e i responsabili dell´associazione hanno accolto cittadini e homeless nel piazzale davanti alla stazione, per tutti un cartone su cui dormire. Chi lo aveva, ha portato un sacco a pelo. Una cinquantina di persone intorno a una chitarra, tra le mani un piatto di maccheroni al sugo, acqua e un panino. A mezzanotte una parte è tornata a casa, gli altri, una ventina, per una notte, hanno dormito davanti a tutta la città, senza nascondersi, senza cercare angoli bui tra i binari e le sale d´aspetto della stazione.
«Al centro diurno "Area 51" ogni giorno offriamo un pasto caldo a un centinaio di persone - dice Antonio Signorile, responsabile del Caps - In estate sono 50, in inverno arrivano a 120. In media accogliamo ogni giorno una persona nuova». E secondo l´osservatorio dei volontari quest´anno sono aumentate le donne. «In genere più restie a chiedere aiuto, ora stanno uscendo allo scoperto». Il 60-70 per cento dei senza fissa dimora in città sono stranieri. «Dopo tanti anni di osservazione abbiamo capito, però, che esprimere dati è fuorviante - dice Giuseppe Arrivo, responsabile area di bassa soglia per il Caps - Senza dimora è un concetto che non calza su nessuna persona. Esiste invece un handicap sociale che va molto più al di là del barbone puzzolente dell´immaginario collettivo, che è il visibile. Noi in questi anni per l´80 per cento abbiamo lavorato con gli invisibili».
Per Giuseppe Arrivo gli invisibili sono quelle persone che sembrano normali, ma nella loro storia hanno delle carenze: difficoltà di tipo psicologico e relazionale che gli impediscono di stare al passo con il sistema. «Il sistema chiede a ciascuno di noi come soglia minima di sopravvivenza - spiega Arrivo - di lavorare 38 ore alla settimana per 35 anni, semplicemente per vivere: mangiare e avere casa. Tante persone hanno un problema a mantenere questi standard. Spesso, infatti, anche se troviamo ai nostri assistiti una casa e un lavoro, dopo tre mesi tornano sulla strada. Così la distribuzione dei pasti caldi è solo una scusa per agganciare la persona in difficoltà e cercare di accompagnarla in un percorso di autonomia, che dura anni. Un percorso di aiuto sociale e psico pedagogico». Ed ecco gli esperimenti e i progetti pilota di «accompagnamento sociale». Il primo: la lavanderia sociale, in corso Italia 49, annunciata proprio l´anno scorso nella giornata dei senza fissa dimora, diventata realtà proprio in questi giorni.