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Tanto lavoro, zero soldi: generazione stage
Corriere della Sera - 11-10-2005
Qui la petizione degli stagières francesi


MILANO - Si definiscono gli «schiavi» del nuovo millennio: tanto lavoro, zero soldi. Sono gli stagisti di professione, giovani che rimbalzano da un'esperienza all'altra nella speranza di trovare l'agognato primo impiego. Una manna per le aziende alle prese con personale (stipendiato) ridotto o in ferie, che ne fanno man bassa. Un esercito in continua crescita in Italia ma anche all'estero. Al punto che in Francia i giovani stagisti si sono coordinati su tutto il territorio grazie a un blog, Generation precaire, e sono arrivati a minacciare lo sciopero. Con un inedito striscione: «Stagisti in sciopero». La scritta è comparsa l'altro giorno nelle manifestazioni che hanno visto scendere in piazza a Parigi e dintorni un milione di persone.

IN FRANCIA DAL BLOG ALLA PIAZZA - «Siamo un milione e non abbiamo nessun diritto», hanno protestato denunciando gli «abusi» dei datori di lavoro. In diverse città, fra le quali Parigi, il corteo dei «nuovi schiavi» ha avuto risalto anche per la coreografia: cappuccio bianco a coprire il viso, abiti neri e una catena a tenerli in fila per uno, come detenuti di una colonia penale. «Siamo di fronte a un vero scandalo che riguarda ogni anno oltre un milione di queste persone» ha proclamato il neonato movimento di protesta in un comunicato.
Qui e là, nei cortei, le stagiste e gli stagisti si sono improvvisamente «accasciati» al suolo, per spiegare il loro essere «esausti» per una vita professionale che sembra non avere sbocchi.

ALL'UNIVERSITA' SOLO PER LO STAGE - Tanto che, sui siti da loro creati per difendere le loro condizioni di lavoro, si definiscono «stagisti a tempo indeterminato». Katy, una delle manifestanti, ha spiegato a Le Monde che «l'obiettivo del movimento è ottenere uno statuto, così che nessuno debba più lavorare con delle responsabilità ma senza alcuna indennità». Il quotidiano francese riporta la testimonianza di docenti universitari ai quali gli studenti chiedono di poter ripetere l'anno pur di ottenere di nuovo convenzioni di stage, dal momento che posti di lavoro non se ne vedono all'orizzonte. Come Alex, 26 anni, che ha battuto ogni record: pur di vedersi riconfermato il suo stage pagato zero euro, si è iscritto «fittiziamente» all'università, pagando due anni di seguito la retta per un diploma in lingua ucraina.

STAGISTI TUTTOFARE IN ITALIA - E in Italia? Da noi spesso non basta neanche essere iscritti all'università per avere garantito lo stage. E questo nonostante sia previsto dalla riforma entrata in vigore quattro anni fa. Ma le risorse di scuole e atenei scarseggiano e allora i ragazzi sono per lo più costretti ad arrangiarsi da soli: il più delle volte sono loro a cercare i contatti, a trovare l'azienda in cui fare lo stage e a metterla poi in contatto con la scuola o l'università.

«UNO SU TRE VIENE PRESO» - D'altra parte lo stage è diventato la via più efficace per trovare lavoro dopo gli studi. La conferma arriva dall'ultima indagine sui neolaureati effettuata da Gidp, Associazione direttori risorse umane, assieme al sito di recruitment Monster.it. Dalla ricerca, condotta su un campione di 106 medie e grandi aziende e su 1010 giovani neolaureati, è emerso che su 100 proposte di lavoro 29 sono offerte di stage e tirocini, mentre calano di cinque punti le offerte di tempo determinato, assestate al 19%. I contratti a tempo indeterminato vengono proposti solo al 15% dei ragazzi (-5% sul 2004) mentre sono in crescita i contratti a progetto (+12%). Spiega il presidente del Gidp, Paolo Citterio: «Dalla nostra ricerca emerge un dato positivo: il 35% degli stagisti viene confermato. I casi di sfruttamento ci sono perché la legge istitutiva dello stage, la Treu del '97, non prescrive il compenso da corrispondere. Le aziende sarebbero tenute invece a indicare alle università come intendono utilizzare lo studente - precisando in un modulo l'incarico affidato e il tutor che lo affianca - ma poi di fatto negli atenei poi nessuno controlla i moduli e così aziende senza scrupoli se ne approfittano».
Rincara la dose Gianpaolo Vigolo, responsabile della formazione della Cgil: «In Italia si fa un uso distorto dello stage. Una formula pensata come opportunità formativa viene spesso usato al posto dei contratti a termine per rimpiazzare personale in ferie».

BARRETTE DI CIOCCOLATO AGLI STAGISTI - Per fortuna c'è anche qualcuno che stempera rabbia e preoccupazione con una risata. Come i ragazzi che hanno dato vita su Internet al Giubileo degli stagisti: visto che i soldi restano un miraggio, hanno inventato un gioco che permette di sapere a quante barrette di cioccolato si ha diritto a fronte del proprio lavoro. Basta compilare un modulo online con il numero delle ore mensili, specificare il tipo di attività, e il conto è presto fatto. Chissà che qualche capo ufficio prenda spunto.

Qui le barrette di cioccolato italiane

Alessandra Muglia
07 ottobre 2005



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