Affari d'oro per i ricorsi degli aspiranti dirigenti scolastici
Gennaro Capodanno - 04-10-2005
Dopo anni di attese e speranze finalmente è stato bandito nei mesi addietro il corso-concorso per i nuovi dirigenti scolastici. Per 1.500 posti a disposizione sono pervenute in tutta Italia oltre 26mila domande. 10.500 sono stati i docenti ammessi alla preselezione, mentre gli altri sono alla ricerca d'un "posto al sole", cadendo nelle solite e ben oliate trappole dei ricorsi. Che a volte, come testimonia la recente vicenda dei concorsi riservati, funzionano. Un ricorso, una sentenza favorevole e via, ti trovi a fare il dirigente anche se non avevi maturato i tre anni di anzianità come incaricato. La macchina elefantiaca della scuola consente anche questo: un posto non lo si nega a nessuno, specialmente se il "favore" riguarda poche persone, quelle che, guarda caso, riescono ad avvalersi della modifica a posteriori della norma. Pure il governo ha fatto la sua parte, varando per quest'anno scolastico un provvedimento ad hoc che ha consentito la permanenza al loro posto di dirigenti che a 65 anni dovevano andare in pensione. Viva la scuola, quella dei "nonni". Infatti chi si aspettava la novità, il "largo ai giovani" è stato beffato e tradito. Alla fine, visti i titoli necessari per superare lo sbarramento per accedere alle prove, i tanti frustrati e bistrattati vicari, per anni succubi della vecchia dirigenza, hanno avuto la meglio ed al termine di una lunga carriera da docenti, avranno finalmente la qualifica di dirigenti scolastici, giusto in tempo, tra due anni, quando si concluderà presumibilmente l'iter burocratico, per andare in pensione. Quindi nuovi concorsi per sostituirli, come in un carosello senza fine. Graduatorie "estive", influenzate dal caldo canicolare, con commissioni che hanno commesso parecchi errori, se involontari o meno staremo a vedere, se qualche procura della Repubblica sul territorio nazionale vorrà mettere il naso nelle carte. Unica possibilità per coloro che sono rimasti fuori, oltre 15mila, lasciarsi attrarre dal canto delle sirene di studi legali che stanno facendo affari da centinaia di migliaia di euro, con l'avallo di sindacati, i soliti, che fanno apparire come risultato positivo l'ammissione alle prove scritte del concorso con riserva e con il silenzio-assenso degli organi d'informazione che - è non è una novità - non informano. Una vittoria di Pirro che, alla riprova dei fatti, con la sentenza definitiva potrebbe rivelarsi una beffa oltre che un danno economico. A ciascuno di questi docenti viene richiesto sull'unghia, alla firma del ricorso, un "modico" acconto che va da 500 a 800 euro, corrispondente a metà degli emolumenti netti medi mensili di un professore, senza ricevuta fiscale naturalmente. Persone attratte appunto dalla possibilità di abbandonare uno stipendio da fame, tra gli ultimi a livello europeo, per attingere ad uno più cospicuo. Con questa "nuova" dirigenza si dovrà confrontare la scuola del domani, nell'attesa di una riforma oggetto di continui rinvii.

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 Cagliostro    - 04-10-2005
Chi ha voluto l'istituzione della dirigenza è anche responsabile dei fatti elencati. Con un preside elettivo non avremmo avuto di questi problemi. L'Università i Rettori li elegge, il Rettore rimane comunque docente e tali sono i Presidi di Facoltà ed i Direttori di Dipartimento. Anche le scuole avrebbero potuto seguire l'esempio . Un Preside , tale per 3 anni, che poi torna fare il docente. Un Preside eletto fra personale docente con particolari requisiti. Quanto risparmio per lo Stato !

 brunella maiolini    - 09-10-2005
Non sono mai stata vicaria, tranne un anno nel lontano 98, ed ho 52 anni, e quindi penso che se mai passassi questo concorso non sarebbe solo per andare in pensione con la qualifica di dirigente.
In più sono a metà graduatoria, peraltro di una regione che ha avuto una selezione molto alta, il Lazio, quindi non credo che saranno solo i vecchi vicari a partecipare.
Quello che trovo scandaloso di questo concorso è altro.
Da una parte a noi vengono chiesti titoli, poi un saggio praticamente su tutto (controllate il bando), poi un progetto sul tutto più ancora qualcosa, poi un colloquio di gruppo in cui devi dimostrare: padronanza dei temi affrontati; competenza a comunicare e a negoziare; competenza ad organizzare e a coordinare; competenza a promuovere idee innovative; flessibilità, e poi ancora un colloquio individuale su due temi estratti a sorte.
Quindi se sopravvivi fai un corso di non so quanti mesi, ovviamente senza esonero dall'insegnamento, che è ancora selettivo, e che si chiude con un esame scritto e uno orale che verte, tra l'altro nell'accertamento della conoscenza della lingua inglese, con prevalente riferimento alla pratica informatica.

Io neanche protesterei se questo fosse il segno di una volontà di selezionare una nuova qualificata dirigenza, ma come la mettiamo con la contemporanea sanaltoria, che oltre ai triennalisti coinvolgerà anche chi ha avuto solo l'incarico un anno? Decisa tra l'altro a concorso bandito?
Schizofrenia?
In ogni caso ho sempre pensato che la scuola ha più da temere dalle sanatorie che dai concorsi.

 Giovanni Falcetta    - 09-10-2005
Concordo per la soluzione del preside elettivo o a turnazione, naturalmente con uno stipendio commisurato agli oneri e alle responsabilità.

Giovanni Falcetta, LETTORE MAE al Dipartimento di Italianistica della Facoltà di Lettere e Filosofia di Pola (Croazia)

 liliana    - 10-10-2005
Sono perfettamente d'accordo con l'intervento precedente. Un Preside elettivo sarebbe molto più vicino alla docenza di quanto non siano DS che raggiunta questa posizione diventano praticamente dei burocrati ai quali ben poco interessa la didattica e le problematiche che accompagnano l'attività quotidiana dei loro ex colleghi. Sono troppo impegnati con le carte, i progetti, e comunque, adesso stanno un gradino più su, anche perchè questo gli ha lasciato intendere una politica per la quale meglio pagare bene pochi, promettendogli pure una quota di stipendio legata al risultato (quale risutato ... poi?), che pagare meglio tanti: gli anonimi professorini che se gli va bene non vengono considerati degli ignoranti.

 Francesca    - 11-10-2005
Mi sembra di vivere in un mondo allucinante! Si stabiliscono regole rigide per accedere a concorsi e poi le stesse sono annullate grazie ad avvocati potenti ed a sindacati che si vendono per le tessere perdendo un minimo di dignità! Che ne è di tutti coloro che nella prima fase, rispettosi della normativa, non avendo i tre anni di incarico, non hanno inoltrato domanda? Bene! quelli là non sono di ruolo mentre molti loro colleghi , con meno di un anno di incarico, sono già sistemati, perchè dagli stessi sindacatoi era stato loro consigliato di fare domanda.
L'I talia è il paese dei furbi e degli arruffoni tra cui stanno anche alcuni sindacati della scuola.
Non basta! Ora, a concorso avviato si vogliono ancora cambiare le regole a suon di ricorsi. Avanti ai giovani, si dice. Certo, io non sono più giovane, per fare il dirigente ma, guarda caso, sono in attesa di un concorso da più di 15 anni. Ero giovane 15 anni fa. Ora posso farlo ma mi dicono che devo far largo ai giovani! Mi sembra proprio tutto assurdo. I giovani possono aspettare quanto ho aspettato io!! Avranno ancora altre occasioni.
Ora che finalmente si valutano tutte le esperienze per poter accedere ad un ruolo impegnativo si scatena tutta la graduatoria anche degli ultimi arrivati. Eh No! signori , ho speso una vita a raccogliere esperienze e titoli ed ora non trovo giusto che l'ultimo arrivato sia considerato al mio stesso livello.
Ma!! Forse la migliore soluzione è, come già proposto, l'elezione del preside con incarico a tempo, da confermare sulla base di risultati scientificamete misurabili! Tagliamo la testa al toro.