L'urgenza dell'educazione
Gianni Mereghetti - 04-10-2005
In questi anni si è parlato di educazione ovunque, non c'è stato ambiente di vita che non l'abbia considerata una mission, persino i divi di Hollywood e le personalità della politica si sono assunti la responsabilità di promuoverla. Eppure se è vero che tutti ne parlano, è anche vero che la parola educazione è oggi più che mai vittima di un grave equivoco.
Con educazione si intende infatti la capacità che ha il mondo adulto di portare i giovani al rispetto di regole morali, quelle che caratterizzano la convivenza civile. Nel migliore dei casi un uomo educato è allora chi fa ciò che vuole, liberando anche al massimo i suoi istinti, ma sapendosi bloccare un attimo prima di rischiare di far del male all'altro. L'educazione trova così la sua realizzazione nel rispetto degli altri, nella tolleranza della loro diversità, nella socializzazione. E' diventata una virtù sociale, in realtà è quello che Pasolini chiamava "omologazione"!
Non è questa l'educazione, non è una condizione di autocontrollo di fronte al male che avvelena l'esistenza, è invece fare esperienza della positività del reale, di tutto il reale, una positività che porta la risposta al desiderio della felicità che vibra dentro il cuore umano.
Che la felicità sia una possibilità per l'uomo, questa è l'educazione, e se ne diventa certi non per un ragionamento, ma per uno sguardo che valorizza pienamente l'umano in ogni suo desiderio.
E' quindi urgente che in ogni ambiente si riprenda dall'educazione, perché l'uomo non può vivere se non per essere felice.

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