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Dacci oggi il nostro delitto quotidiano
l'Espresso - 03-10-2005
In tv ogni giorno pare che le cataratte del cielo si siano spalancate e piova come non mai. Il diluvio universale in confronto è solo un incidente idraulico

Ritengo, che se l'uragano che ha distrutto New Orleans non avesse trovato una terra scavata, livellata, dragata, disboscata, saccheggiata, i suoi effetti sarebbero stati meno nefasti. Credo che su questo siano tutti d'accordo. Dove invece inizia il dibattito è se un uragano qua e uno tsunami laggiù siano dovuti al surriscaldamento del pianeta. Metto subito in chiaro che, pur non essendo il detentore di un sapere scientifico in proposito, sono convinto che l'alterazione di molte condizioni ambientali provochi fenomeni che non sarebbero accaduti se avessimo avuto più a cuore il destino del pianeta, e quindi sono per il protocollo di Kyoto. Ma ritengo anche che di tornados, cicloni e tifoni ce ne siano sempre stati, altrimenti non avremmo avuto belle pagine di Conrad o film celeberrimi dedicati a questi disastri.

Azzardo pertanto che nei secoli passati ci siano stati cataclismi tremendi, che hanno ucciso decine di migliaia di persone, e magari sono accaduti alla stessa distanza di tempo (strettissima) intercorsa tra lo tsunami asiatico e il Katrina americano. Di alcuni di essi abbiamo sentito parlare, su pochi è nata persino una letteratura, come coi terremoti di Pompei e di Lisbona, di altri sono circolate notizie imprecise e terrificanti, come l'eruzione del Krakatoa, ma insomma credo sia lecito supporre che decine e centinaia di altri cataclismi abbiano falciato coste e popolazioni lontane mentre noi ci occupavamo di tutt'altro. Quindi succede che nel mondo globalizzato la rapidità dell'informazione fa sì che veniamo a conoscenza (immediata) di qualsiasi evento tragico accaduto anche nell'angolo più remoto del globo, e abbiamo l'impressione che ai giorni nostri ci siano molti più cataclismi di un tempo.

Per esempio, credo che uno spettatore medio della televisione si chieda per quale virus misterioso ci siano in giro tante mamme che ammazzano i loro bambini. E qui è difficile accusare il buco nell'ozono. Ci deve essere sotto qualcosa d'altro. In effetti qualcosa d'altro c'è, ma è sopra, ovvero non è né segreto né nascosto. È che l'infanticidio è sempre stato, nel corso dei secoli, uno sport abbastanza praticato e i greci già andavano a teatro a piangere su Medea che, come è noto, i figli li aveva ammazzati millenni fa, e solo per far dispetto al marito. Tuttavia, e questo ci sia di consolazione, su sei miliardi di abitanti del pianeta le mamme assassine sono sempre state in una percentuale da molti zeri davanti, e quindi cerchiamo di non guardare con sospetto tutte le signore che ci passano vicino con un passeggino.

Eppure chi vede un nostro telegiornale ha l'impressione che viviamo in un girone infernale dove non solo le mamme ammazzano un bambino al giorno, ma i quattordicenni sparano, gli extracomunitari rapinano, i pastori tagliano le orecchie, i padri stendono a fucilate tutta la famiglia, i sadici iniettano varechina nelle bottiglie di minerale, i nipoti affettuosi affettano gli zii. Naturalmente è tutto vero ma è tutto statisticamente normale, e nessuno naturalmente si ricorda degli anni felici e pacifici del dopoguerra quando la saponificatrice lessava i vicini di casa, Rina Fort spaccava a martellate le teste dei figlioletti dell'amante, e la contessa Bellentani disturbava le cene vip a colpi di rivoltella.

Ora, se è 'quasi' normale che ogni tanto una mamma ammazzi il proprio bambino, è meno normale che tanti americani e iracheni saltino ogni giorno in aria. Eppure dei bambini uccisi sappiamo tutto, ma del numero di morti adulti pochissimo. È che i giornali seri, prima dedicano alcune pagine ai problemi della politica, dell'economia, della cultura, altre al listino di Borsa, agli annunci economici e a quegli annunci funebri che costituivano la lettura appassionata delle nostre nonne e poi, tranne casi veramente enormi, dedicano alla cronaca nera solo alcune pagine interne. Anzi, una volta se ne occupavano più sommariamente di oggi, tanto che i lettori assetati di sangue dovevano acquistare pubblicazioni apposite come 'Crimen' - così come, ricordiamocene, lasciavano il pettegolezzo televisivo a rivistine illustrate che si trovavano dal parrucchiere.
Ora invece i nostri telegiornali, dopo le giuste notizie su guerre, stragi, attacchi terroristici e simili, dopo alcune prudenti indiscrezioni sull'attualità politica, ma senza spaventare troppo gli spettatori, iniziano la sequela dei delitti, matri-sororo-uxoro-fratri-patri-infanti-cidi, svaligiamenti, rapimenti, sparatorie, e - per non fare mancare niente al telespettatore - ogni giorno pare che le cataratte del cielo si siano spalancate sulle nostre regioni e piova come non era piovuto mai, che al confronto il diluvio universale era stato un piccolo incidente idraulico.
È qui che c'è sotto, ovvero sopra, qualcosa. È che non volendo compromettersi con notizie politicamente ed economicamente pericolose, i direttori dei nostri Tele Niagara hanno fatto la scelta-Crimen. Una bella sequenza di teste mozzate tiene buona la gente e non gli mette idee cattive per il capo.

Umberto Eco
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